Piena condivisione da parte di Confesercenti Modena relativamente alla mozione approvata dal Consiglio comunale il 24 settembre 2012 scorso in merito a ‘La liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali, la necessità di governo dei territori, la definizione di un quadro concertativo che non ne svilisca gli obiettivi, non penalizzi i lavoratori/lavoratrici e la dimensione famigliare e sociale della vita’, ed inviata al Governo Monti come al Presidente della Regione Emilia Romagna.

“Il nostro apprezzamento – fa sapere l’Associazione imprenditoriale – in particolare va all’invito rivolto a Governo e Parlamento di varare una norma volta al riconoscimento al ruolo preminente di Regioni ed Enti Locali nella programmazione della grande distribuzione commerciale e nella organizzazione degli ‘Orari di città’ compreso il settore del commercio. Ma pure anche all’invito rivolto alla Regione a chiedere con forza il riconoscimento del ruolo di programmazione generale delle Regioni e degli Enti Locali nel commercio, quale unica modalità per adattare a livello territoriale le norme di liberalizzazione del settore”.

“Sottolineiamo inoltre l’importanza dell’impegno del Comune di Modena (in modo coordinato e sinergico con gli altri Enti Locali della provincia) sul quale non mancheremo di vigilare – chiarisce Confesercenti – a voler proseguire nella direzione di un’autoregolazione territoriale, nell’interesse di tutti gli interessi in campo: cittadini consumatori, lavoratori dipendenti e autonomi, imprese piccole, medie e grandi. E di affermare, la necessità di sviluppo e modernizzazione di un settore, quello del Commercio oggi in netta difficoltà. Oltre all’impegno, del Comune a voler intraprendere, con questo scopo, una concertazione tra imprese del commercio, organizzazioni sindacali e organizzazioni dei consumatori con l’obiettivo di trovare una autoregolazione che non trascuri alcuna delle istanze sopra richiamate, a partire da quelle oggettivamente più fragili (consumatori, lavoratori/lavoratrici dipendenti, piccole e piccolissime imprese) in una fase di prolungata crisi”.