La concentrazione dell’offerta rappresenta sempre più una strada obbligata per poter garantire competitività all’ortofrutta italiana, in particolare nell’attuale scenario caratterizzato da una profonda crisi economica e da una crescente concorrenza internazionale. In quest’ottica, alcune delle più importanti realtà nazionali del settore, concentrate prevalentemente in Romagna, Emilia e Veneto, hanno dato vita in questi giorni al Consorzio ‘Kiwifruit of Italy’.

“I principali obiettivi di questa nuova realtà – sottolinea il presidente, Alessandro Fornari – sono, da un lato, la definizione di norme minime di qualità comuni per la produzione e la commercializzazione del kiwi per aumentarne costantemente il livello qualitativo e migliorarne l’immagine verso i clienti ed i consumatori e, dall’altro, la realizzazione di campagne commerciali e promozionali coordinate indirizzate prevalentemente verso i nuovi mercati ed i paesi oltre Oceano.

“Tutto ciò – prosegue Fornari – al fine di accrescere il valore del kiwi italiano e massimizzare il ritorno economico per i produttori, a fronte dell’aumento della produzione mondiale di kiwi e della generale stazionarietà dei consumi, fattori che determinano una preoccupante contrazione dei prezzi all’origine”.

Oltre a promuovere, tutelare e valorizzare la produzione e la commercializzazione del kiwi italiano in ambito nazionale, comunitario e mondiale, il Consorzio svolgerà altre importanti funzioni, quali la realizzazione di progetti innovativi di ricerca e sviluppo, l’attività di divulgazione, informazione e formazione.

Costituito da 9 tra le principali realtà italiane del settore – quali Spreafico, Naturitalia, Salvi-UNACOA, Granfrutta Zani, Frutta C2, Orogel Fresco, PempaCorer-Terremerse, Minguzzi, Consorzio Kiwigold – il Consorzio rappresenta più di 1 milione di quintali di kiwi Hayward, pari ad oltre il 20% dell’intera produzione italiana, ma l’intenzione dei soci fondatori è crescere ulteriormente e rapidamente, aprendo le porte ai migliori produttori ed esportatori nazionali in grado di rispettare i requisiti richiesti.

“Tra questi – conclude il presidente – spicca il rispetto di controlli rigorosi ed efficaci in grado di assicurare l’elevata qualità dei frutti, ‘firmata’ da un apposito marchio. Un’altra leva su cui agirà il Consorzio per ‘conquistare’ nuovi mercati sarà l’origine italiana del prodotto, garanzia di tipicità e naturalità grazie alla spiccata vocazionalità del nostro paese per questa specie frutticola”.