Patti di filiera per salvaguardare le coltivazioni dei cereali antichi. Li propone in un’interrogazione in Regione il consigliere della Lega Nord Stefano Cavalli che rimarca come le produzioni cerealicole tradizionali (grano monococco, grano saraceno, orzo, segale) siano un “patrimonio” di molte zone montane e uno strumento per “valorizzare aree oggi marginali e spopolate”.
Traendo spunto dall’esperienza di alcune istituzioni (come la Comunità Montana Val Camonica, la Provincia Autonoma di Trento, la Valle d’Aosta, la Toscana, l’Umbria) – che hanno scelto di investire per la reintroduzione della cerealicoltura in montagna – Cavalli chiede all’Emilia Romagna di fare altrettanto. “Dietro a queste colture – spiega – c’è una storia e una tradizione di secoli, ma la loro coltivazione garantisce anche la salubrità dei suoli e la giusta rotazione delle colture, ampliando la variabilità dei cereali disponibili per il mercato alimentare. Essendo inoltre coltivazioni proprie di molte zone di montagna, la promozione sarebbe anche un deterrente allo spopolamento”
La Lega da sempre individua nell’agricoltura il motore dello sviluppo, un fondamentale fattore di traino per la nostra economia e una importante fonte di potenziali nuovi posti di lavoro. Per questo è importante garantire tutela e adeguati incentivi al settore, favorendo anche l’accesso delle giovani generazioni al mondo dell’agricoltura, per conservare e rilanciare il patrimonio storico della nostra terra”.