Ancora una volta si utilizzano in maniera strumentale episodi come quello di sabato sera per sgomberare un progetto sociale come quello che il Guernica sta portando in maniera massiccia in città, ancora una volta utilizzano metodi come lo sgombero invece del dialogo per cancellare, temporaneamente, il Guernica.
Abbiamo occupato, come tante altre volte, uno stabile lasciato al degrado dove è facile intuire che cosa accadeva dentro, basta guardarsi intorno e per terra, e che si è temporaneamente fermato con il nostro arrivo. Tutto ciò ha portato al Guernica molte problematiche, quotidiane, ma non abbiamo mai fatto piagnistei sui giornali e abbiamo continuato a lavorare come sempre perché convinti della nostra idea di come si elimina il degrado dalle città.
L’episodio di sabato, come tanti già accaduti nelle precedenti occupazioni, sempre in stabili lasciati vuoti da molti anni con situazioni “difficili”, è solo l’ultima problematica che ci siamo trovati ad affrontare; in particolare proprio in questo spazio le provocazioni sono molteplici in quanto è abbastanza facile intuire che abbiamo bloccato un businnes molto importante. Ma siamo anche convinti delle scelte che abbiamo fatto, perché crediamo in quello che diciamo e più volte abbiamo dimostrato con i fatti che il degrado si può combattere facendo vivere la città ottenendo molti più risultati delle telecamere o della militarizzazione delle piazze e dei luoghi di aggregazione.
Sappiamo che rappresenta un problema portare alla luce queste situazioni, e molto più facile fare finta di niente, lasciar continuare certe dinamiche indisturbate, tanto lì nessuno vede niente. Questo è quello tornerà ad essere con lo sgombero di questa mattina, sembrerà che tutto sia rientrato nella legalità ma sappiamo, e come noi tanti altri, che di legale in quel luogo lì non succederà assolutamente nulla; ma è più facile puntare il dito contro chi cerca di risolvere queste problematiche e lasciarle andare avanti indisturbate nel silenzio piuttosto che mettere in campo azioni concrete. Noi questa responsabilità ce la prendiamo ogni volta e ci pare assurdo che ce ne si accorgano solo quando succede un imprevisto da poter sbattere in prima pagina.
Con lo sgombero di oggi non si è solo sgomberato il Guernica ma anche un pezzo importante della campagna “ Dal basso nella Bassa”, ovvero il magazzino di smistamento del materiale che abbiamo raccolto per le popolazioni colpite dal terremoto: bancali di acqua, cibo, vestiti a tanta altra roba. La proprietà, Unieco, si è resa disponibile a portare i beni del magazzino al campo di Via Confalonieri di Mirandola, staremo a vedere.
La cosa certa a Modena si è aperta una partita a scacchi, dove a vincere non è sempre il più forte ma chi sa avere pazienza, usare il cervello e aspettare il momento giusto.
A questo sgombero daremo una risposta.
Modena offre molte possibilità, e non è detto che aspetteremo molto tempo per riportare il Guernica con le sue iniziative sociali, culturali e politiche in città.
(Guernica)