Da “Che colpa abbiamo noi” dei Rokes a “California dreamin’” dei Mamas & Papas; da “Un ragazzo di strada” dei Corvi a “Barbara Ann” dei Beach Boys; poi “Satisfaction” dei Rolling Stones, “Io ho in mente te” dell’Equipe 84, “Get back” dei Beatles e “Come potete giudicar” dei Nomadi.
Le canzoni più cantate degli anni ’60 in Italia e nel mondo, insieme con quelle che hanno fatto di Modena una capitale del Beat, sono tutte nella scaletta di “45 giri fa”, il concerto spettacolo a ingresso libero dei “The Radio Luxembourg”, in programma venerdì 27 luglio ai Giardini ducali alle 21.30, nell’ambito dell’Estate modenese.
I “Radio Luxembourg” – Sandro Gibellini, voce e chitarra, Gigi Bertolini, batteria, Maurizio Dondi, chitarra e voce, Maurizio Botti, tastiere e voce e Giorgio Masi, basso e voce – si esibiscono sul palco dei Giardini per circa due ore, rigorosamente in divisa orchestrale come era d’obbligo per i complessi dell’epoca (in diversi dei quali hanno suonato anche i componenti del gruppo).
A ricreare l’atmosfera della “Swinging Modena” e di quegli anni contribuiscono video clip e foto proiettati sul palcoscenico durante l’esibizione, condita anche da racconti e aneddoti sui “Sixties” e i protagonisti che hanno maggiormente influenzato quel decennio di grandi trasformazioni sociali.
Radio Luxembourg fu l’emittente che fece conoscere in Europa la nuova musica. “Verso la metà degli anni ’60 – si legge nella scheda di presentazione dello show – si impose sulla scena musicale mondiale un nuovo fenomeno: i complessi beat. La loro vera forza fu di proporre canzoni di grande impatto e di totale ribellione al mondo degli adulti. La musica e le parole di quelle canzoni erano di facile presa per i giovani che ne fecero la loro bandiera e il loro inno. Nacque così il primo movimento di rottura tra due generazioni. La novità fu anche l’ascolto della musica: il 45 giri, piccolo dico in vinile con un lato A e un lato B, che proponeva due canzoni che si potevano ascoltare con i juke box o i mangiadischi portatili. Cultura e mode cambiarono, portando nuovi stili di vita: il mondo futravolto da quell’onda che la storia ricorderà con il nome di Beat”.