Gidari: “Abbastanza singolare la reazione del segretario del partito democratico Baruffi quando afferma che per “piccoli cantieri” i sindaci sono impossibilitati a verificare tutto quanto nel dettaglio, ebbene è chiaro che la verifica non può essere eseguita personalmente dal sindaco, questo è universalmente noto, ma è altrettanto noto che lo stesso sindaco delega gli assessori ad occuparsene, nello specifico l’assessore ai lavori pubblici.

Deve quindi essere l’assessorato ai lavori pubblici ad occuparsi di ogni aspetto per conto dell’amministrazione e in ultima analisi del Sindaco, per questi motivi, banali ed intuitivi, le frasi giustificatorie di Baruffi sono da rispedire con forza al mittente.

Il sottoscritto poi non ha mai colpevolizzato, come si vuole fare intendere, il sindaco o altri per fatti penalmente rilevanti ma al contrario ha sollevato questioni di grave responsabilità politiche per ciò che “non si è fatto”, ossia i controlli minuziosi atti a scongiurare quelle degenerazioni che poi gli inquirenti hanno drammaticamente evidenziato.

Ci chiediamo, e con noi del pdl larga parte della cittadinanza, cosa facesse l’assessore ai lavori pubblici, quale tipo di verifica fosse eseguita, sempre che un controllo fosse in effetti operato.

Ci chiediamo altresì, a parte la sostituzione fulminea del caposettore, peraltro solo dopo la notifica dell’avviso di garanzia, quale tipo di cambiamento in termini di prassi sia stato attuato al fine di controllare sia gli atti del passato sia quelli in essere e soprattutto quelli, se ci sono, indirizzati ai prossimi mesi.

Non è in alcun modo accettabile che l’amministrazione faccia come Pilato, attraverso una deresponsabilizzazione del tutto fuori luogo, essendo le responsabilità penali perseguite dalla magistratura e quelle politiche del tutto trascurate, quando invece a nostro avviso sono palesi e sotto gli occhi di tutti, non c’è alcun atteggiamento irresponsabile nel dire queste cose, è piuttosto sconsiderato fare finta di nulla cercando di veicolare il messaggio in base al quale tutto si esaurisca senza una profonda analisi politica che porta necessariamente ad una indispensabile discontinuità che si materializza attraverso l’istituto, assai poco frequentato in Italia, delle dimissioni”.

Rinaldi: “Osservo, senza stupirmi, che le sirene del soccorso rosso non hanno tardato ad intervenire, cercando seppur in modo maldestro di difendere il partitone da presunte accuse che certamente nessuno ha lanciato nei termini in cui sono state citate, distogliendo quindi l’attenzione dal reale problema da noi sollevato, che è relativo ad una pura questione politica di necessaria e indispensabile discontinuità.

La CGIL si dice sicura che nel nostro territorio ci possano essere gli anticorpi per evitare il diffondersi sistematico di questi fenomeni di corruzione, beh sicurezza totalmente immotivata che si infrange con la realtà dei fatti, quando in effetti sono gli stessi investigatori ad affermare che a Castelfranco, ma non solo, esisteva un sistema consolidato che si protraeva da lungo tempo, sono quindi anticorpi, quelli a cui si riferisce la CGIL, che si sono rivelati assolutamente inefficaci, per non dire inesistenti e presenti solamente in una visione oramai stereotipata e romantica del “sistema Modena”.

(Giovanni Gidari – Capogruppo PDL consiglio comunale Castelfranco Emilia, Bruno Rinaldi – Consigliere Provinciale PDL)