La coltivazione della stevia, una pianta sudamericana dalle cui foglie si ricava un estratto dal potere dolcificante fino a 400 volte superiore allo zucchero, potrebbe diventare una nuova opportunità per l’economia agricola dell’Appennino modenese. L’introduzione di questa pianta in Appennino, infatti, è al centro di una sperimentazione avviata dall’istituto agrario Spallanzani di Monteombraro con la collaborazione del Gal, della cooperativa produttori bieticoli di Minerbio, più importante produttore saccarifero nazionale che sostiene il progetto, e di alcune aziende agricole della zona.

I risultati del progetto saranno illustrati sabato 7 luglio nel corso di un convegno in programma dalle ore 9 nell’azienda agricola dell’istituto in località Campazzo, promosso da Provincia, Comune di Zocca, Unione Terre di castelli e Ipsaa Spallanzani.

L’iniziativa, che sarà conclusa alle ore 12,30 dall’intervento di Tiberio Rabboni, assessore regionale all’Agricoltura, è dedicata al ruolo della formazione nello sviluppo dell’economia agricola dell’Appennino con particolare riferimento all’attività proprio dell’istituto Spallanzani.

«L’incontro – sottolinea Giandomenico Tomei, assessore provinciale all’Agricoltura – sarà anche l’occasione per fare il punto sulle risorse del Piano rurale a favore dell’agricoltura dell’Appennino e sull’economia montana più in generale in questo difficile momento di crisi», mentre il sindaco di Zocca Pietro Balugani evidenzia la «necessità di puntare sempre di più sulla specializzazione in agricoltura con il contributo decisivo della ricerca e della formazione. In questa prospettiva il ruolo dello Spallanzani è determinante».

L’attività dell’istituto sarà illustrata dal preside Luigi Solano; tra gli altri contributi spiccano Augusto Casini Ropa, presidente dell’Unione Valle del Samoggia, Gualtiero Lutti del Gal Antico Frignano, Claudio Francia, economista, e Carlo Pizzaroli dell’Università di Bologna.

Obiettivo del progetto sulla stevia è verificare le condizioni climatiche del modenese per una sua coltivazione. La commercializzazione del prodotto dolcificante naturale ricavato dalla pianta è stata di recente autorizzata dal ministero per la Salute. Come confermano i tecnici dell’istituto, la stevia non causa diabete, non apporta calorie, non altera il livello di zucchero nel sangue, non provoca carie o placca dentale e può essere impiegata quindi dai diabetici, nelle diete ipocaloriche e nelle bevande dietetiche.