La Femca–Cisl di Modena esprime profondo disappunto per quanto contenuto nel decreto attuativo sulla detassazione dei premi di produttività e degli straordinari, che abbassa la retribuzione massima dai 40 mila euro del 2011 a 30 mila e il massimale di decontribuzione da 6 mila a 2.500 euro. «L’obiettivo di provvedimenti di questo tipo, oltre a voler abbassare la tassazione sulle buste paga, è incentivare la contrattazione di secondo livello e i premi legati agli incrementi di produttività – ricorda il segretario provinciale della Femca-Cisl, Vincenzo Tagliaferri – In Italia è risaputo che abbiamo grossi problemi di produttività, così come è noto che abbiamo la più alta percentuale di tassazione sui redditi da lavoro dipendente, oltre alle retribuzioni più basse d’Europa. La detassazione, se pur una goccia nel mare, può dare stimolo alla contrattazione aziendale e contribuire all’incremento della produttività e della retribuzione dei lavoratori. Nel nostro distretto industriale certi limiti di reddito e il tetto così basso escludono buona parte degli addetti delle aziende ceramiche e chimiche dal beneficio della detassazione, oltre ad arrecare un duro colpo allo sviluppo della contrattazione di secondo livello. In alcune aziende, poi, i lavoratori dovranno restituire quanto erogato dalle imprese sulla base dei tetti del 2011. Ci risulta che qualcuno debba restituire fino a 1.200 euro: insomma, oltre al danno la beffa».

La Femca–Cisl di Modena sollecita, pertanto, tutti i lavoratori a partecipare alla manifestazione nazionale su “Il valore del lavoro. Per il lavoro, la crescita, il welfare e per cambiare il fisco”, in programma a Roma sabato prossimo 16 giugno per iniziativa di Cgil-Cisl-Uil. «La riforma fiscale è il tema centrale della manifestazione – sottolinea Tagliaferri – Crediamo importante ribadire l’importanza della detassazione dei premi variabili, con tetti di retribuzione più alti e un massimale per la decontribuzione adeguato a dare reali benefici ai lavoratori, incentivare la contrattazione di secondo livello e – conclude il segretario dei ceramisti Cisl – gli incrementi di produttività».