Il presidente Elisabetta Valenti ha convocato per giovedì 14 giugno 2012, alle ore 18.45, una seduta straordinaria del Consiglio Comunale di Fiorano Modenese che si svolge al Teatro Astoria per il conferimento della cittadinanza onoraria a Don Eligio Silvestri.

Rimandato a dopo l’estate il conferimento della cittadinanza onoraria all’imprenditore Franco Stefani, sarà Don Eligio Silvestri il primo ad ottenere questo riconoscimento dopo Enzo Ferrari nel dicembre 1982. Già nel 1990, insieme al dott. Francesco Tosi, era stato tributato al sacerdote una segnalazione speciale per il ‘Fioranese che vale’ e il suo operato da allora è entrato ancora di più nel cuore di tutta la comunità perché, come spiegano le motivazioni del conferimento, nello svolgimento del ministero sacerdotale a Spezzano e a Fiorano ha arricchito il nostro comune di importanti opere sociali e culturali come il centro parrocchiale e l’oratorio, ha ricostruito il cinema Primavera, ha trasformato in struttura protetta la casa per anziani Coccapani, ha restaurato la chiesa parrocchiale e il Santuario, ottenendo per il tempio della Beata Vergine del Castello il titolo di basilica minore e il rilancio della devozione popolare e dei pellegrinaggi; nel contempo, ha meritato il rispetto e l’affetto di tutti i Fioranesi grazie al suo quotidiano impegno per i poveri, per i senza lavoro, per gli immigrati, promuovendo la fratellanza fra le persone, contro ogni razzismo e discriminazione; ha deciso di continuare in Brasile la sua opera di solidarietà e il suo impegno per la dignità di ogni essere umano, coinvolgendo la comunità fioranese in un rapporto di amicizia con il comune di Itaberai che ha consentito di realizzare centri di studio, di ritrovo e di lavoro a favore dei giovani, dei disoccupati, delle donne.

Don Eligio Silvestri, nato a Castelfranco Emilia il 23 ottobre 1921 e ordinato sacerdote il 31 marzo 1945, è stato nominato arciprete della parrocchia di Fiorano il 15 settembre 1979 e vi è rimasto fino al 1997. Aveva iniziato il suo ministero come cappellano a Rivara, a San Felice; poi, come parroco, ad Albareto e nella modenese parrocchia di San Lazzaro, prima di ottenere dall’arcivescovo l’agognato permesso di andare missionario in Brasile, nella diocesi consorella di Goyàs.

Costretto a tornare in Italia per essere vicino ai genitori anziani, è stato economo spirituale a Spezzano, Montecreto e Rocca Santa Maria.

A Fiorano Don Eligio contribuisce in modo determinante a dare nuovo impulso alla devozione per la Beata Vergine del Castello: con il sostegno della comunità parrocchiale, di privati e dell’amministrazione comunale consolida il colle, restaura l’interno e l’immagine miracolosa, organizza mostre, valorizza il patrimonio archivistico e la quadreria, riesce a fare inserire Fiorano fra le tappe della visita di Giovanni Paolo II a Modena e a ottenere poi il titolo di basilica minore, aiutato da Don Rino Annovi, il sacerdote fioranese recentemente scomparso. Altrettanto vigore pone per le opere parrocchiali; finanzia il restauro dei dipinti e realizza il riscaldamento sotto il pavimento della chiesa di San Giovanni Battista; acquisisce attraverso donazioni i beni immobili che diventeranno centro parrocchiale e l’oratorio San Filippo Neri; ricostruisce il Cinema Primavera distrutto da un incendio; interviene sulle strutture del Coccapani, sia la scuola materna che la casa per gli anziani.

Nel 1997 può tornare in Brasile, là dove ha lasciato il suo cuore e dove non l’hanno dimenticato. Ma stavolta anche i Fioranesi lo accompagnano e sostengono la sua missione svolta insieme a Don Maurizio Setti. L’amministrazione comunale stringe rapporti di amicizia con Itaberai e si impegna a contribuire a opere di utilità sociale; periodicamente, quando Don Eligio ritorna in Italia, viene accolto e ascoltato in Consiglio Comunale.