I “Rapporti fra l’Impero Romano e il Cristianesimo delle origini” e “Dall’Editto di Milano alle Leggi di Teodosio: il Cristianesimo da Religione tollerata a Religione di Stato” sono stati i temi affrontati ieri nel corso della conferenza tenuta dai professori Valerio Massimo Manfredi, archeologo, e Giovanni Maria Vian, ordinario di Storia del Cristianesimo presso l’Università “La Sapienza” di Roma e direttore de “L’Osservatore Romano”, invitati dalla Delegazione di Reggio Emilia dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, di cui monsignor Gianfranco Gazzotti è priore.

“Argomenti di enorme fascino che segnano momenti storici di profondo cambiamento e di cui noi parleremo da studiosi, e non da uomini di religione o di fede, poiché ognuno in cuor suo sceglie di credere o di non credere”. Ha esordito così il professor Manfredi in apertura dei lavori della conferenza che per oltre due ore ha tenuto alta l’attenzione dell’Aula Magna dell’Università di Modena e Reggio Emilia gremita di gente.

Dalla condanna a morte di Gesù all’affermazione del Cristianesimo, attraverso l’analisi profonda ed erudita dei Vangeli, uniche fonti della vita di Cristo, Manfredi ha rievocato in chiave storica e politica gli eventi che hanno determinato da parte delle autorità romane una certa tolleranza verso i cristiani durante l’impero di Tiberio, per poi cambiare drasticamente con l’avvento di Nerone e successivamente di Domiziano, Decio e Diocleziano, i quali diedero avvio ad una vera e propria persecuzione dei Cristiani.

“Il Cristianesimo – ha affermato il professor Vian – nella testimonianza di Luca negli Atti degli Apostoli riporta che Paolo a Roma, nel cuore dell’impero, predicava liberamente. Prima della metà del terzo secolo dopo Cristo non si può parlare infatti di persecuzioni contro i cristiani: le prime persecuzioni si registrarono con l’imperatore Decio ed è con Diocleziano che inizia la persecuzione sistematica, la più terribile mai affrontata dai cristiani. Fino all’arrivo di Costantino, l’uomo politico più rivoluzionario della storia d’Europa, che in 50 o forse 60 anni di vita – la sua data di nascita oscilla tra il 271 e 288 dc – trasforma il mondo. Proclamato Augusto nel 306 era un capo militare valente, detto “Pagano e Cristiano” perché da grande politico quale era mostrò rispetto per tutte le credenze dei suoi sudditi, senza mai rinunciare al titolo di Pontefice massimo, anche se si battezzò soltanto alla fine della sua vita”.

L’editto di Nicomedia del 311 e poi quello di Milano del 313 sancirono definitivamente il fallimento della politica anticristiana portata avanti con le persecuzioni: ai Cristiani si concedeva la libertà di culto, la riedificazione delle chiese e la restituzione dei beni confiscati e non solo: il Cristianesimo veniva messo alla pari delle altre religioni con un’implicita professione di fede monoteistica.

Ma fu con l’editto di Teodosio del 380 dopo Cristo che il Cristianesimo venne dichiarato religione ufficiale dell’impero e vennero proibiti i culti pagani.

In chiusura di conferenza l’avv. Franco Mazza, presidente della Delegazione di Reggio Emilia dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ha rivolto i propri ringraziamenti ai relatori, invitandoli ad un prossimo incontro per continuare ad approfondire la conoscenza della storia del nostro popolo, le sue origini e le sue relazioni con la religione, continuando il percorso formativo e culturale intrapreso dalla Delegazione di Reggio Emilia dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro.