Sabato corso sono stato invitato, in qualità di presidente del consorzio dei decoratori ceramici CerArte, alla premiazione degli allievi delle discipline meccaniche, elettriche ed elettroniche e di tecnica e tecnologia ceramica dell’istituto professionale IPSIA “don Magnani” di Sassuolo. I ragazzi, attraverso i loro elaborati e le loro ricerche applicate, venivano valutati da una commissione presieduta da Stefani, presidente della System di Fiorano, che sponsorizzava l’evento.
Ero stato alcuni anni addietro ad assistere a questa premiazione, che ha raggiunto la sesta edizione, e devo dire che ho rilevato una serie di proposte anche molto originali che passavano dalla robotica, alla meccanica unitamente pneumatica, all’utilizzo di motori a corrente continua, alimentati a batteria, per condurre “montascale” da utilizzare per merci e persone, distributore di bevande alimentato a pannelli solari, in poche parole una miscellanea di proposte funzionanti che dimostrano un attaccamento e un interesse alla ricerca impensabile. Altro riscontro positivo è stato la descrizione dei progetti effettuata con dovizie di particolari, con spigliatezza e ottima proprietà di linguaggio: la tecnologia, il lavoro e la cultura possono e devono andare di pari passo, l’una non deve essere avulsa dalle altre.
Durante la visione dei progetti mi sono soffermato in particolare sui prodotti e sulle proposte ceramiche che, devo riconoscere, mi hanno favorevolmente colpito in quanto univano la progettualità grafica alla realizzazione pratica, con la collocazione architettonica nell’arredo urbano. L’idea della città di Sassuolo che, nelle sue porte di ingresso, indica al visitatore l’idea e la realtà del lavoro dell’industria ceramica che supporta il territorio, viene connotata dalle realizzazioni di piastrelle di dimensioni appropriate unite alla decorazione che riporta, nell’idea, un percorso storico-artistico che rivestirebbero i manufatti stradali, arricchendo le aree verdi delle rotonde spartitraffico, le costruzioni di arredo urbano degradate, rivitalizzandole e recuperandole, attraverso l’impiego del prodotto ceramico da cui il messaggio territoriale del lavoro: ceramica, decorazione, colore.
Ho trovato che tutte le proposte, estremamente interessanti, emanavano voglia di fare, pensare, progettare e felicità nel risultato della realizzazione; queste sono le cose che la scuola deve infondere, ossia la bellezza del confronto delle idee, la decisione sulle realizzazioni e la soddisfazione del risultato pratico ottenuto. Vogliamo chiedere ai responsabili Regionali e locali della scuola se la ventilata ipotesi di chiusura o la drastica riduzione delle scuole professionali sia effettivamente reale, rimarcando però che questa scelta potrebbe essere un errore senza appello: le professionalità andranno perse e l’unico Istituto dedicato alla ceramica, con laboratori attrezzati e stimolanti, insegnanti impegnati e motivati anche provenienti dal mondo del lavoro, potrebbe essere chiuso gettando alle ortiche anni di esperienza, a vantaggio di chi o cosa? Il risparmio di oggi potrebbe essere un costo lavorativo e sociale elevatissimo domani. Sono diverse decine gli studenti diplomati prima al “Corni” e poi al “Don Magnani”, come è stata successivamente intitolata la scuola, che prestano la loro preziosa collaborazione nei laboratori delle ceramiche e dei colorifici di tutto il mondo. Un patrimonio di conoscenza e di esperienza che potrebbe essere perso definitivamente, impoverendo la capacità innovativa del prodotto ceramico in particolare della piastrella Italiana.
L’istituto IPSIA Don Magnani non deve chiudere, sarebbe come rinunciare ad una parte determinante della storia del comprensorio ceramico e del suo indotto.
(Dr.Valler Govoni, Presidente CerArte)