Giovedi 17 maggio alle ore 21 presso la biblioteca comunale di Scandiano G. Salvemini, si terrà il primo incontro nell’ambito della campagna “Se vivi per il gioco, hai perso la scommessa”, promossa dall’Amministrazione comunale contro l’abuso del gioco d’azzardo. «E’ dimostrato che più un’economia è in crisi, più si gioca d’azzardo. Proprio quando c’è instabilità, si confida nella fortuna. Con il risultato che molti perdono così anche quel poco che restava loro in tasca». E’ quanto osserva Rolando De Luca, psicologo e psicoterapeuta, autore dell’introduzione al volume di Silvana Mazzocchi “Mi gioco la vita. Il mal d’azzardo: storie vere di giocatori estremi” (Baldini Castoldi Dalai, 2005).

Giornalista inviata di “Repubblica” e autrice di numerosi titoli di successo, Silvana Mazzocchi sarà protagonista del primo incontro pubblico promosso dall’Amministrazione, in collaborazione con EpochèArtEventi. “Mi gioco la vita” racconta quattordici storie vere di giocatori estremi, le loro esistenze spezzate, il percorso spesso spinto fino all’abisso (il furto, il tentato suicidio) e, finalmente, lo sforzo di ricostruirle attraverso la terapia. Ma la terapia serve davvero a guarire dal “mal d’azzardo”? Con questo interrogativo si confronterà con l’autrice nel corso della serata Umberto Caroni, rappresentante della prima clinica in Italia per liberarsi dal gioco d’azzardo che ha sede a Reggio Emilia.

L’abuso da gioco e la conseguente ludopatia è un fenomeno in crescita, anche sul nostro territorio, e coinvolge le fasce più deboli della popolazione: giocano il 47% degli indigenti, il 56% degli appartenenti al ceto medio-basso, il 66% dei disoccupati. La dipendenza dal gioco d’azzardo nell’Italia della crisi sta assumendo sempre di più il rilievo di una vera e propria malattia sociale. I dati disponibili calcolano il numero degli “schiavi del gioco” nel nostro Paese, sempre in aumento, intorno alle 900mila persone, mentre l’80% della popolazione adulta ha una qualche attenzione al gioco.