L’agricoltura è un’attività primaria, fondamentale per la nostra economia. In Emilia Romagna sono anni che si dibatte sui fondi che la Regione riserva al settore agricolo. Le politiche di Errani sono tese solo ed esclusivamente a favorire i sistemi di filiera, per agevolare, manco a dirlo, il mondo cooperativo. La nostra Regione riserva le briciole alle aziende private, poco o nulla viene inserito nel capitolo della Misura 121 che finanzia le imprese agricole tradizionali. Diversamente vanno le cose in Lombardia; la “Misura 121”, conteggia 1934 beneficiari di cui solo 73 cooperative. L’importo totale ammesso equivale a 480.787.154,82 euro di cui 34.448.017,00 euro riservati al mondo cooperativo. Nella regione capeggiata dal Pdl, il contributo ammesso ammonta a 173.870.241,80 euro di cui riservati alle cooperative 11.832.048,18 euro, esattamente lo 6,81%. In Lombardia solo una minima parte dei contributi pubblici finiscono alle cooperative e ai progetti di filiera, tutto il resto alle aziende agricole. Aziende che da noi, attraverso politiche discriminatorie, rischiano di chiudere. Imprese costrette ad assoggettarsi a forme di concorrenza sleale. Nell’ultima graduatoria emiliana dei finanziamenti riservati agli agricoltori “Misura 121” su 51 domande ne sono state finanziate solo sei, una in montagna. L’importo totale elargito a contributo è stato di 651.058 euro dei quali per le aziende di montagna 56.519,00 euro.

Il pericolo, dunque, è che si formino affiliazioni fittizie, pilotate dal sistema cooperativo, con l’unico scopo di accedere ai finanziamenti regionali. Legacoop ed Unioncoop potrebbero saperne qualcosa…

L’Assessore Rabboni, in diverse occasioni, mi ha dato garanzie sulla ripartizione dei fondi destinati al settore dell’agricoltura, affermando che una parte (consistente) sarebbe stata riservata alle imprese agricole. Ma per ora nulla è cambiato, i privilegiati sono sempre gli stessi. I fondi investiti dalla Regione Emilia-Romagna attraverso la “Misura 121”, volta al sostegno diretto delle imprese agricole, sono esigui, mentre i soldi per la filiera non si esauriscono mai.

Per accedere alla “Misura 124”, vincolata ai modelli di filiera, le singole imprese agricole devono obbligatoriamente stipulare un contratto di durata triennale con le coop, in presenza di un notaio. In questo modo, evidentemente, si favorisce la monopolizzazione del sistema da parte delle cooperative. Per tre anni gli agricoltori sono, quindi, obbligati a conferire il loro prodotto a una cooperativa, pena il non finanziamento dell’opera realizzata. In questo modo gli agricoltori sono vincolati al sistema cooperativo, costretti, inoltre, a sottostare ai prezzi imposti dalle coop. Non possono nemmeno vendere il loro prodotto a terzi.

(Fabio Filippi)