Sono complessivamente 841 gli alloggi, di cui 470 in edilizia privata e 371 convenzionata, che saranno realizzati a Modena nelle quattro aree per attrezzature generali, le cosiddette aree F, di via Morane, via Santa Caterina, via Formigina e via dei Gemelli. Nella seduta di lunedì 2 aprile il Consiglio comunale ha approvato la variante al Poc, il Piano operativo comunale e al Rue, il Regolamento urbanistico edilizio, che prevede la trasformazione a fini perequativi nelle quattro zone e l’acquisizione in proprietà attraverso accordi con i privati. A favore della delibera hanno votato Pd e Sinistra per Modena; si è astenuto l’Udc, mentre hanno votato contro Pdl, Lega Moderna, Modenacinquestelle.it e Idv.
Nella stessa seduta è stato invece respinto l’ordine del giorno illustrato da Eugenia Rossi, firmato anche da Lega nord, Lega moderna, Modenacinquestelle.it e votato anche dal Pdl, che chiedeva di “sospendere la trasformazione delle zone F in edilizia residenziale”, poiché “l’attuale Psc è stato approvato attraverso il cosiddetto spacchettamento dell’esistente Prg, una procedura che prevede l’obbligo di non apportare modifiche sostanziali”. Hanno votato contro la mozione Pd e Sinistra per Modena.
L’assessore Daniele Sitta, presentando la delibera, ne ha sottolineato il forte legame con il Programma per l’edilizia sociale approvato dal Consiglio il 19 marzo “con cui sono state tracciate le linee strategiche e gli obiettivi per dare risposta al bisogno abitativo della città per i prossimi 5 o 10 anni, si sono definite le strade concrete da percorrere (Peep, Erp, housing sociale) e si è individuata la necessità a breve di 500 alloggi e di circa mille a medio termine. Le aree F – ha inoltre affermato – sono l’unico strumento che il Prg ci mette a disposizione per pianificare gli interventi di edilizia sociale, che altrimenti richiederebbero fortissimi finanziamenti. L’utilizzo delle aree ad attrezzature generali è partito agli inizi del 2000, quando le zone sono state inserite negli ambiti destinati alle nuove edificazioni; esse non fanno parte delle aree servizi in cui rientrano le aree verdi, sono invece aree già urbanizzate e urbanizzabili”. L’assessore ha ricordato gli strumenti definiti dall’Amministrazione “per acquisire le aree a costo zero attraverso le perequazioni, grazie ai quali tra l’altro l’80 per cento delle superfici diventano patrimonio pubblico, mentre le norme regionali pongono l’obiettivo del 20 per cento”. Ha evidenziato come “la quota riservata all’affitto sia stata dimensionata al 50 per cento, mentre normalmente nei Peep è del 30 per cento e le stesse condizioni di affitto siano state migliorate determinando una riduzione del canone d’affitto di circa il 12 per cento”. La delibera interessa quattro dei sei accordi relativi alla trasformazione delle aree F; restano fuori le zone di via Fratelli Rosselli e via Aristotele “che arriveranno in Consiglio nei prossimi mesi”, ha annunciato Sitta, ricordando che per quanto riguarda gli accordi in discussione “siamo all’adozione e solo a settembre si potrà andare all’approvazione, successivamente partiranno i piani particolareggiati”.
In particolare, la variante approvata prevede la realizzazione di 533 alloggi, di cui 306 in edilizia privata e 227 in convenzionata, nella zona compresa tra via Morane, Nuova Estense, via Vaciglio, che complessivamente è di circa 228 mila metri quadrati, di cui oltre 165 mila passeranno al Comune. “In questo caso – ha aggiunto l’assessore – si interviene anche in un’area a servizi dove saranno realizzati i nuovi campi sportivi della Gino Nasi, considerato anche che nell’attuale campo di via Viterbo c’è un Peep che non ha ancora potuto essere ultimato. L’intervento prevede anche la sistemazione della viabilità e la realizzazione di un barriera antirumore sulla tangenziale.
Altri 83 alloggi privati e altrettanti in edilizia convenzionata sorgeranno in via Santa Caterina, a sud del nuovo Peep, in un’area di 70 mila metri quadrati, di cui 56 mila andranno a far parte del patrimonio comunale. “In quest’ultima parte – ha precisato Sitta – saranno realizzate quasi esclusivamente infrastrutture per l’attuazione della Gronda Nord, l’arteria che, attraverso un sottopasso, collegherà la nuova zona con via Divisione Acqui da via Minutara e diventerà l’alternativa al cavalcavia su via Ciro Menotti. Inoltre, la barriera antirumore a cura delle Trenitalia sarà integrata e alzata di oltre un metro a spese dei privati e a beneficio di tutto il comparto a nord della ferrovia”.
Un intervento minore è in programma nell’area di 30 mila metri quadrati, di cui 22 passano al Comune, tra le vie Formigina e San Marone, dove saranno costruiti 80 alloggi, per metà in edilizia convenzionata. “Nella zona – ha aggiunto l’assessore -verrà rifatta la viabilità ora assolutamente inadeguata oltre che pericolosa. C’è inoltre già un accordo per acquisire il fabbricato dell’Elettrodiesel dove sarà realizzata una nuova rotatoria su due livelli.
Infine, 22 alloggi, anche in questo caso ugualmente ripartiti tra privati e convenzionati, saranno costruiti in via dei Gemelli, al Villaggio Zeta.
IL DIBATTITO CONSILIARE
Per maggioranza e Udc l’adozione della variante segna “l’avvio concreto del Piano per l’edilizia sociale”. Per le opposizioni “un alibi per costruire in modo anomalo”
Il lungo dibattito che nella seduta consiliare di lunedì 2 aprile ha preceduto l’approvazione della variante al Poc-Rue riguardante quattro zone F è stato aperto da Paolo Trande. Il capogruppo del Pd ha sottolineato l’obiettivo della delibera: “realizzare 371 alloggi di edilizia sociale, per metà destinati all’affitto e ampliare il territorio a patrimonio pubblico”. Ha richiamato il Piano abitativo sociale, Pas, che “ha lo scopo di dare una casa a chi non può permettersela sul libero mercato” e ha detto che “l’unico modo per fare housing è avere aree a costo zero”, aggiungendo che “il territorio urbano va difeso e utilizzato in modo sostenibile”. Ha infine ricordato che nei prossimi 90 giorni saranno ascoltate le proposte dei cittadini, dichiarando la disponibilità della maggioranza al confronto. Per il Pd, anche Giulia Morini ha ribadito il diritto alla casa, le lacune della politica nazionale in materia e l’esigenza di politiche locali concrete. E, citando i prossimi passi da fare, cioè la modifica del regolamento Peep e l’elaborazione del Piano strutturale, ha sottolineato “l’importanza del confronto con i cittadini, perché l’impressione è che si sia perso il contatto con la città”. Salvatore Cotrino ha evidenziato che, contando anche quelli previsti nelle due zone F non in delibera, sono in totale 1584 gli alloggi previsti, di cui 727 di edilizia convenzionata e, tra questi, 363 destinati all’affitto. “E ancora – siamo lontano dal dare un’adeguata risposta alla domanda esistente”, ha osservato, ponendo infine l’attenzione sul grande lavoro che attende la Commissione tecnica. Maurizio Dori ha evidenziato la centralità delle zone in cui nasceranno i Peep, “già servite dal trasporto pubblico” e, dopo aver ricordato gli effetti della crisi economica su imprese, famiglie e individui, ha sottolineato l’importanza di dare ai giovani una casa o un affitto calmierato. Stefano Rimini ha messo l’accento sull’housing sociale “che deve essere avviato subito”, sull’importanza di “attivare un processo partecipativo area per area che coinvolga i cittadini e consenta di conoscere quanto la delibera propone” e ha insistito sulla necessità di modificare il regolamento Peep attraverso la Commissione e il confronto. Michele Andreana ha ricordato la lunga discussione avvenuta attorno allo strumento dei patti di perequazione, “ma ora la querelle, anche un po’ ideologica – ha sostenuto – è stata messa da parte, la strada è individuata e occorre procedere avviando tutte le azioni che consentiranno di aprire tra un anno i cantieri, compiendo un’esperienza pressoché unica in Italia”. E, per quanto riguarda il prossimo Psc, “il confronto non sarà semplice, ma dobbiamo prevedere un percorso chiaro con obiettivi di fondo definiti per evitare una discussione sterile”, ha concluso.
Contro l’utilizzo delle aree F si è invece schierata Eugenia Rossi, Idv, che ha parlato di “chiara contraddizione tra l’operazione in corso e le leggi regionali, anche per quanto riguarda l’istituto della partecipazione”. Per la consigliera “esistono altri posti, modi e zone da recuperare per realizzare i Peep”, mentre l’Amministrazione persegue una politica “fallimentare che non risponde ai bisogni dei più deboli ai quali non potranno essere dati gli alloggi, perché troppo costosi. Resettiamo tutto – ha concluso – perché state solo dando ai privati il permesso di costruire in modo anomalo”. Vittorio Ballestrazzi, Modenacinquestelle.it, si è detto sorpreso che in delibera siano state messe assieme quattro aree, mentre le due escluse riguardano le zone in cui sono nati i Comitati. Dicendo di far parte del forum nazionale Salviamo il paesaggio, ha chiesto “di sospendere la delibera per fare un serio censimento degli edifici sfitti prima di edificare”. Successivamente, il consigliere, ha definito gli amministratori “incompetenti” in materia di edilizia. Per il Pdl Olga Vecchi, rivolta alla maggioranza ha affermato: “Cercate alibi in regolamenti e concessioni; a noi non resta che prendere atto che il governo della città è in mano alla sinistra radicale. Prendete quattro aree con l’alibi del social housing e ancora non sappiamo come intendete attuarlo”. E ha infine aggiunto: “Grave è per una città non avere il Prg”.
Davide Torrini, Udc, annunciando la sua “benevola astensione”, che ha auspicato possa tradursi in voto favorevole della delibera di approvazione della variante, ha spiegato che il suo partito ha appoggiato il percorso e la delibera di indirizzo perché “c’è bisogno di case a prezzi calmierati in vendita e in affitto”. Ha ricordato però che “c’è ancora molto da fare” e ha citato l’aggiornamento del regolamento Peep, il percorso per l’elaborazione del Psc, un’azione sulla Regione per rivedere le norme sulla sismica e sulle ristrutturazioni.
In conclusione, il sindaco Giorgio Pighi ha fatto chiarezza su alcuni punti, come la differenza tra aree per attrezzature generali e aree servizi, oltre che tra le competenze del Piano strutturale comunale e del Piano operativo. Ha ribadito i vantaggi della perequazione rispetto all’esproprio oneroso, ma ha soprattutto sottolineato “la capacità di sintesi dimostrata dal centro sinistra, anche dal punto di vista del metodo, di contro a una volontà di contrapposizione priva di contenuti”.