Il Consiglio comunale ha approvato un anticipo di 28 mila 500 euro delle risorse finanziarie destinate ai gruppi consiliari per il loro funzionamento, in attesa dell’approvazione del bilancio preventivo. Nel dettaglio, vengono erogate risorse per i mesi di gennaio, febbraio e marzo 2012 pari a quelle del primo trimestre del 2011: al Pd andranno 9 mila 777 euro, al Pdl 4 mila 789 euro, a Lega moderna 2 mila 295 euro e a Idv, Lega nord, Modenacinquestelle.it, Mpa, Sinistra per Modena e Udc mille 939 euro a ciascun gruppo. A favore della delibera si sono espressi Pd, Pdl, Lega moderna, Udc e Sinistra per Modena, mentre Idv e Modenacinquestelle.it si sono astenuti.

“Nel 2011 sono stati destinati al funzionamento dei gruppi consiliari 114 mila euro utilizzati secondo le procedure di spesa previste e per impedire l’interruzione del normale svolgimento delle attività del Consiglio comunale. Con questa delibera si procederà all’assegnazione dei tre dodicesimi dell’importo destinato ai gruppi nel 2011”, ha spiegato il sindaco di Modena Giorgio Pighi presentando l’atto.

Per il Pd, Francesco Rocco ha espresso consenso sull’anticipo delle risorse ma ha precisato che la maggioranza proporrà “un sostanzioso ritocco ai costi del Consiglio, almeno pari alla percentuale della riduzione della spesa corrente. La proposta – ha aggiunto – non è demagogica, ma deriva dalla necessità di maggiore sobrietà in un momento di difficoltà per Amministrazione e cittadini”. Il capogruppo Paolo Trande ha precisato: “Pensiamo che le dotazioni date ai gruppi siano necessarie al loro funzionamento, ma bisogna provare a ridare credibilità alla politica e alle istituzioni”. In dichiarazione di voto, Luigi Alberto Pini ha aggiunto che “uno dei punti cruciali per l’opinione pubblica è la mancanza di corrispondenza tra quello che i politici dicono e quello che fanno. Chi nel 2011 chiedeva di raddoppiare le risorse ai gruppi oggi non le vuole più, chi chiedeva il massimo della trasparenza non ha pubblicato i bilanci. Se siamo più coerenti la gente comincerà a crederci e tagliare una percentuale di spese significa dare un buon esempio”.

Secondo Stefano Barberini, Lega nord, il risparmio derivante da una riduzione di risorse ai gruppi consiliari non è così significativo, “se messo a confronto con tutte le spese per associazioni. Una proposta di questo genere serve solo a raccogliere consenso pubblico; piuttosto riduciamo i costi del Comune”, ha detto invitando gli amministratori pubblici a ridursi lo stipendio.

Per il Pdl, Olga Vecchi ha definito “demagogica” la proposta del Pd. “Noi non abbiamo uno stipendio – ha affermato – ma un misero gettone per le ore che passiamo in Aula e per il lavoro di preparazione che comporta impegno, tempo e costi. Il buco del Comune non si coprirà con questo risparmio”. Secondo il capogruppo Adolfo Morandi “le risorse destinate ai gruppi sono limitate e funzionali al loro lavoro. Servono per attività di informazione necessarie soprattutto all’opposizione. Per ridurre la spesa – ha aggiunto – bisogna avere un quadro complessivo di costi e risparmi del Comune”. Luigia Santoro ha evidenziato che i tagli “hanno un peso diverso sulla minoranza rispetto alla maggioranza, che ha maggiori possibilità di comunicazione. E’ giusto ridurre gli sprechi – ha affermato – ma ci sono tantissimi contributi a pioggia ad associazioni che non hanno rendiconti trasparenti come quello del Consiglio”.

Per Vittorio Ballestrazzi, Modenacinquestelle.it, i fondi ai gruppi “servono per far capire ai cittadini cosa i consiglieri pensano e fanno”, ma la proposta di ridurre le spese “non è questione di populismo. C’è un problema di risorse in calo per tutti ed è logico diminuire i costi del Consiglio in proporzione al calo negli altri settori”.

Secondo Eugenia Rossi, Idv, l’azione a livello locale è inutile se a livello nazionale “tutti i partiti hanno votato per il mantenimento degli attuali compensi”. La consigliera si è detta disponibile a valutare i costi del Consiglio solo se verrà dato il quadro completo delle spese dell’Amministrazione, “comprese le società partecipate”.

Davide Torrini, Udc, ha distinto tra l’aspetto oggettivo – “il fatto che questi tagli non copriranno il buco di bilancio” – da quello politico – “la riduzione ha valore di esempio: il politico viene legittimato a tagliare sui bilanci pubblici nel momento in cui è il primo a dare un segnale”.

Nicola Rossi, Lega moderna, ha definito “paradossale” il fatto di porre attenzione ai fondi “mentre si è fatto il contrario fino ad ora. Il problema del bilancio comunale non è legato alle risorse per i gruppi consiliari, ma sicuramente un segnale va dato, anche se questi fondi sono utili alla comunicazione con i cittadini”, ha concluso.

La presidente del Consiglio Caterina Liotti è intervenuta per precisare che il 2011 è stato il primo anno nel quale le cifre relative alle spese del Consiglio sono state messe on line: “Stiamo facendo analisi per rendere il più possibile trasparenti e comprensibili i nostri rendiconti e per chiarire le voci che hanno creato problemi di interpretazione sulla stampa”.