“Vogliamo una riduzione dei costi del Consiglio comunale senza inficiarne la funzionalità. Lo dobbiamo ai cittadini a cui vengono chiesti sacrifici sempre più pesanti”: ecco il commento del capogruppo Pd in Consiglio comunale Paolo Trande.
«Ieri il Partito democratico ha proposto di ridurre le spese per il funzionamento del Consiglio comunale. In tempi di crisi economica, di bilanci statali e locali da far quadrare con tagli e tasse, ci è parso normale proporre al Consiglio comunale di dare un segnale di solidarietà ai cittadini diminuendo, proporzionalmente ai tagli del bilancio comunale, parte delle spese senza ledere la funzionalità democratica della massima Istituzione cittadina. Lo abbiamo fatto nella convinzione che quando ci si appresta a chiedere sacrifici ai cittadini e alle famiglie si ha l’obbligo di mostrarsi partecipi e solidali con gesti chiari, precisi, riconoscibili e non solo con le solite parole di chi dice: “Ma non siamo noi la casta” (cosa ovvia visto che siamo per lo più cittadini normali che svolgono una funziona elettiva temporanea con un rimborso spese o poco più). Veniamo da anni in cui la politica ha dato il peggio di sé. Non ha affrontato, o ha affrontato male, i problemi del Paese. Nel frattempo ha costruito per se stessa privilegi (stipendi, vitalizi, benefits) intollerabili agli occhi di chi è alle prese con problemi quotidiani sempre più difficili da risolvere. Gli italiani hanno progressivamente maturato sfiducia nei confronti dei partiti, della politica e, ahinoi, delle Istituzione democratiche. Definire questo sentimento come “demagogia e populismo” è sbagliato e fuorviante ed è tipico di chi vuole difendere acriticamente una classe politica (non tutta e con sostanziali differenze) che non ha risolto i problemi del Paese mentre ha risolto molti dei propri problemi. Dire tutto ciò non configura un attacco alla nobile arte della politica e dei partiti che, come dice la nostra Costituzione, sono un elemento essenziale della democrazia organizzata e partecipata. Dire tutto ciò è doveroso proprio per amore e per rispetto nei confronti delle Istituzioni democratiche. In questo quadro, a noi del Partito Democratico è parso del tutto normale chiedere e realizzare in passato “trasparenza” e, oggi, una riduzione dei costi della politica “proporzionale” ai sacrifici chiesti ai cittadini e alle famiglie. Non vogliamo svuotare il Consiglio comunale delle sue fondamentali funzioni di controllo e indirizzo della attività amministrativa. Lo vogliamo più solidale e moralmente più vicino ai cittadini che rappresenta: ecco perché chiediamo una riduzione dei costi senza inficiarne la funzionalità. Noi vorremmo che la politica e i partiti, essenziali per la democrazia, divenissero sempre di più degli strumenti al servizio dei cittadini. Questo può avvenire soltanto se si dimostrano trasparenti, sobri e realmente solidali con i cittadini. La demagogia non la fanno i cittadini che criticano la classe politica, anche se è sbagliato generalizzare, ma quei politici che gridano all’attentato alla democrazia semplicemente perché si riducono le spese di un organo rappresentativo, rendendolo più efficiente. Le credibilità delle Istituzioni democratiche si difende con la serietà, la responsabilità ma anche con pratiche sobrie e solidali nei confronti dei cittadini e delle famiglie in difficoltà».