Nel comprensorio del Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po ci si attrezza contro la siccità. L’appello del presidente Ada Giorgi “a contenere le irrigazioni solo per lo stretto necessario”. Ma “l’Italia pare essersi capovolta”.

 “E’ come se l’Italia si fosse capovolta” è il commento di Ada Giorgi, presidente del Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po nell’analizzare quanto in queste ore sta avvenendo: nel meridione gli invasi sono pieni, nel nord le scorte d’acqua si stanno prosciugando e al consorzio sono numerosissime le richieste di irrigazione. E nel comprensorio di bonifica in destra Po, a cavallo del Secchia tra la pianura Reggiana e Mantovana, “mai era successo negli ultimi 35 anni di dovere anticipare di 30 giorni l’invaso della rete”.

“Siamo preoccupati – rileva la presidente -, per un andamento climatico che non registra piogge significative dal giugno dell’anno scorso, con le prime due settimane di marzo che si sono rivelate tra le più calde negli ultimi 20 anni. E il quadro metereologico risulta critico, dato che non prospetta rovesci significativi nei prossimi giorni”.

Di qui la necessità di iniziare la immissione d’acqua nella rete di 1000 chilometri del Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po “con un anticipo di oltre un mese (fine marzo contro un invaso che, solitamente, avviene ai primi di maggio) del quale non ho memoria”, fa eco Laerte Manfredini, direttore dell’ente consortile con sede a Mantova. “Un invaso dettato dall’eccezionalità del periodo e per far fronte alle richieste degli agricoltori di potere irrigare medicai, mais, di nuovo impianto quanto prima i pomodori trapiantati e, tra le segnalazioni, anche i frumenti (che abitualmente non si irriga). Nel sud del mantovano anche meloni e colture ortofrutticole”.

“Una situazione aggravata dal fatto – nota Manfredini – che i canali sono particolarmente secchi e prima di potere invasare a regime la rete necessita che il fondo degli stessi canali si saturi al fine di contenere l’acqua ai fini irrigui”.

Unica nota di consolazione le temperature relativamente rigide del mattino che consentono di contenere l’evapotraspirazione delle piante e l’evaporazione di risorse idriche dal terreno.

“Ma lanciamo anche un appello alle aziende nostre consorziate – riprende Ada Giorgi – al fine di contenere al massimo le richieste d’acqua e formularle solo in caso di stretta necessità, senza lasciarsi prendere da allarmismi. Infatti, avendo anticipato l’invaso saremo in grado di fornire acqua anche nei prossimi giorni”.

L’attività irrigua di fatto garantisce l’innalzamento delle falde e i canali rappresentano un elemento vitale per il delicato ed eccezionale ecosistema d’acque mantovano, oltre che risolvere in alcuni casi problemi igienici.

Nel comprensorio del Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in destra Po, caratterizzato da assenza di fonti, annualmente, si distribuiscono tra i 45 e i 50 milioni di metri cubi d’acqua prelevata da Po su una superficie di 40 mila ettari, in cui operano circa tremila aziende che producono l’emblema del made in Italy agroalimentare, su terreni, destinati a medicai per Parmigiano Reggiano, mais da granella e foraggio, frutteti (Pera mantovana Igp) e bietole da zucchero.