Gli infermieri italiani si impegnano a rafforzare il rapporto di fiducia con l’assistito per dare risposte peculiari, appropriate e pertinenti alle sue esigenze di cura e ai bisogni di assistenza, attraverso la “presa in carico” e la garanzia di una continuità assistenziale che si estenda e valorizzi anche la dimensione territoriale. Nello stesso tempo reclamano una profonda revisione dell’assetto del sistema sanitario, che faccia perno sulla centralità del cittadino-paziente, chiedendo la valorizzazione del paradigma assistenziale infermieristico strutturato sulla centralità della persona e dei suoi bisogni espressi e inespressi nei processi di cura e assistenza.

Sono due passaggi della Mozione conclusiva del XVI Congresso Nazionale della Federazione Ipasvi, che si chiude oggi a Bologna con la partecipazione di oltre 4.000 infermieri.

L’orientamento dell’assistenza infermieristica nel territorio secondo le logiche dell’infermieristica di famiglia, dell’integrazione socio-sanitaria e della complementarietà dell’esercizio libero professionale infermieristico, e la ridefinizione ed il riconoscimento del ruolo degli infermieri per la presa in carico e la continuità assistenziale in ospedale, sul territorio e tra ospedale e territorio, sono tra i temi principali discussi al XVI Congresso Ipasvi, che vengono posti dagli infermieri italiani come obiettivi per i prossimi anni.

Nella mozione gli infermieri sollecitano quindi una profonda revisione dell’assetto del sistema sanitario, che faccia perno sulla centralità del cittadino-paziente chiedendo la valorizzazione del paradigma assistenziale infermieristico.

Viene ribadito, inoltre, che l’infermiere deve vedere finalmente definiti e riconosciuti diversi e progressivi sviluppi di carriera e diversi e progressivi profili retributivi, corrispondenti all’articolazione del suo lavoro e alle specifiche attribuzioni di responsabilità, chiedendo il riconoscimento e la valorizzazione della direzione e del management infermieristico in tutte le organizzazioni sanitarie pubbliche e private.

Nel documento si sollecita poi la necessità di incidere sulla programmazione universitaria e di riconoscere la funzione peculiare della docenza infermieristica, chiedendo la rimodulazione dei processi formativi orientati alla valorizzazione delle competenze e il riconoscimento della rilevanza della direzione, della docenza e del tutoraggio infermieristico per la preparazione dei futuri professionisti infermieri.

Un punto di particolare importanza è individuato nel riconoscimento e nella valorizzazione delle competenze infermieristiche esperte, specialistiche e della consulenza infermieristica, nell’ottica di definire una strutturata e specifica progressione di carriera collegata alla ridefinizione globale dei processi di cura e assistenza e alla correlata specificità assistenziale infermieristica in ambito ospedaliero e territoriale.

In questo particolare frangente, sottolinea la Mozione, assume particolare rilevanza la proposta di superare l’attuale settorializzazione su base esclusivamente medica delle degenze ospedaliere a favore dell’aggregazione per complessità assistenziale infermieristica, con un notevole risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale.

Gli infermieri rivendicano, infatti, il riconoscimento e la valorizzazione del proprio ruolo a fronte delle competenze e delle responsabilità già acquisite, a partire da una nuova definizione di “governo clinico e assistenziale” quale strumento di orientamento e governo della sanità, offrendo al sistema sanitario e al Paese il proprio contributo di cultura e progettualità, documentato dalla molteplicità di idee ed esperienze presentate al Congresso Nazionale di Bologna.