La decisione del giudice di pace di Modena di liberare dal CIE due giovani rom di origine bosniaca, pluri pregiudicati per furto, furto aggravato, minacce, resistenza al pubblico ufficiale, lesioni personali, danneggiamento aggravato e guida di veicoli senza patente, può avere effetti devastanti per il nostra paese.

Innanzitutto si ripropone il tema di un giudice di pace , non magistrato di carriera, che si permette di inventarsi il principio che chi è nato in Italia non può essere espulso se non è certa la sua identità: ma la legge ha istituito i CIE (centri di identificazione ed espulsione) proprio per permettere alle autorità di accertare le identità dei trattenuti così come la Polizia italiana stava facendo con le autorità bosniache.

Ma se anche si dovesse in futuro arrivare al riconoscimento della Ius soli, certamente questo sarà collegato a corsi di studio regolari in Italia e ad un comportamento non criminale, tutti requisiti che comunque mancano nel caso in esame, con l’aggravante che i due fratelli si sono sempre dichiarati bosniaci e compiuti i 18 anni non hanno chiesta la cittadinanza italiana, come la nostra legge consente.

Insomma il Comitato per la liberazione, e il PD di Modena che l’ha appoggiato, hanno fatto il capolavoro di segnalare a tutto il mondo che in Italia chi viola tutte le nostre leggi, commette reati predatori e viene dichiarato in un atto giudiziario pericoloso per l’ordine pubblico, può trasformarsi in una specie di eroe alla faccia di quegli emigranti extracomunitari che pensano che sia doveroso rispettare le leggi e non commettere reati.

(Sen. Carlo Giovanardi)