Legambiente esprime grande soddisfazione per lo stop alla realizzazione della terza linea dell’inceneritore di Modena, deciso dalla Provincia. Come ripetutamente segnalato dall’associazione, si tratta di un ampliamento ingiustificato che avrebbe solamente rallentato ulteriormente la diffusione delle politiche di raccolta differenziata e riduzione rifiuti, politiche su cui c’è ancora molto da fare nel territorio modenese. Sono al palo, ad esempio, le modalità di raccolta domiciliari già molto diffuse altrove e la cui applicazione porterebbe da sola ad un salto in avanti per la raccolta differenziata ed una conseguente riduzione dei quantitativi avviati all’inceneritore esistente.
Realizzare la terza linea avrebbe significato, come spesso accade alle multiutility , risolvere il problema rifiuti a colpi di impianti di smaltimento, affrontando le strategie di gestione partendo dalla coda anzichè dalla testa, cioè dalle politiche di prevenzione e riciclaggio.
Le motivazione per abbandonare il progetto sono quindi prima di tutto legate ad una ragionevole valutazione delle necessità del territorio modenese.
Le motivazioni addotte dalla Provincia per la decisione, cioè della mancanza di un quadro regionale certo sulla pianificazione, sono quindi corrette, ma di ordine formale piuttosto che contenutistico. Desta parecchie perplessità infatti la sospensione di soli due mesi, un periodo sicuramente insufficiente alla luce di un approfondimento del quadro regionale per ora solo annunciato.
Tuttavia il problema della necessità di una visione regionale rimane concreto. Le multyutility da anni operano su una scala territoriale più ampia, trasportando rifiuti da una provincia all’altra; le ATO provinciali dal 31 dicembre sono state sostituite da un organismo regionale responsabile di tariffe e piani di investimento, manca quindi una seria valutazione sugli obiettivi regionali di riduzione, riciclaggio e del fabbisogno di impianti che ne consegue.
“Da tempo la regione ha annunciato l’intenzione di produrre un piano regionale sui rifiuti” dice Giulio Kerschbaumer della Segreteria Regionale di Legambiente “purtroppo ad oggi ancora non si è visto nemmeno una bozza ed il rischio è che le strategie vengano compiute dalle aziende sulla base di visioni industriali, piuttosto che da scelte politiche condivise e basate sulla sostenibilità ambientale”.