Il graduale scioglimento – in corso – dei consistenti cumuli di neve non dovrebbe comportare l’innalzamento del livello dei principali corsi d’acqua oltre la soglia di attenzione, né la riattivazione di movimenti franosi rilevanti. E’, in estrema sintesi, quanto emerso dalla Commissione regionale per la previsione e la prevenzione dei Grandi Rischi – sezioni idraulica e idrogeologica – presieduta da Demetrio Egidi, direttore dell’Agenzia regionale di Protezione civile, riunita per valutare le conseguenze dell’eccezionale ondata di neve e gelo che ha colpito nei giorni scorsi l’Emilia-Romagna, in particolare le province di Forlì-Cesena e Rimini.
La Commissione, composta da esperti delle Università di Firenze, Bologna e Modena-Reggio Emilia, del Centro funzionale Arpa dei Servizi tecnici regionali, del Corpo Forestale dello Stato e dei Vigili del fuoco, ritiene improbabile che le conseguenze del maltempo possano causare criticità rilevanti di tipo idraulico e idrogeologico, in particolare nelle province di Forlì-Cesena e Rimini. Gli esperti hanno infatti valutato che lo scioglimento graduale – in atto – dei rilevanti cumuli di neve (stimati tra i 100 e i 300 centimetri), considerando anche il progressivo aumento delle temperature previsto da Arpa e l’assenza di forti precipitazioni per i prossimi 15 giorni, non dovrebbe causare l’innalzamento del livello dei principali corsi d’acqua oltre la soglia di attenzione, né la riattivazione di rilevanti movimenti franosi.
Le abbondanti nevicate hanno contribuito inoltre a creare una consistente riserva d’acqua soprattutto nel bacino di Ridracoli, stimata tra i 10 e i 15 milioni di metri cubi: l’Agenzia regionale di Protezione civile ha stabilito la cessazione dello stato di attenzione per la crisi idrica.
Le valutazioni degli esperti della Commissione regionale Grandi Rischi sono state effettuate anche sulla base dell’esame di modelli previsionali illustrati da Arpa e osservazioni dirette sul campo dei Servizi tecnici di bacino Fiumi Romagnoli e del Corpo Forestale dello Stato. La Commissione non esclude tuttavia l’attivazione di modesti dissesti superficiali localizzati che potrebbero interessare soprattutto la viabilità comunale e provinciale e le reti infrastrutturali di rilevanza pubblica. A questo proposito, l’attività di monitoraggio sarà continua; l’Agenzia di Protezione civile e i Servizi tecnici regionali terranno inoltre sotto osservazione i più rilevanti movimenti franosi nelle province di Rimini e Forlì-Cesena, all’interno di una specifica attività di monitoraggio dei versanti.