“Con ogni probabilità, anche nel territorio della bassa modenese, più d’uno, date le segnalazioni pervenuteci, ha ritenuto opportuno interpretare a modo proprio la recente tornata di liberalizzazioni nel commercio, varate dal Governo. E tra le principali motivazioni di questa scelta, potrebbe rientrare la volontà di arrotondare le proprie entrate cercando di farla franca. Certo è che in questo modo, si viola più d’una delle normative vigenti in materia di commercio, si favorisce la concorrenza sleale, oltre che l’illegalità, mentre a rimanere penalizzati sono settori commerciali ed imprenditori onesti già costretti a misurarsi con le dure conseguenze di una crisi, da cui emerge in primo luogo il calo dei consumi, che non accenna a mollare la presa”. E’ netta la presa di posizione di Confesercenti Area Nord. Da diversi comuni del territorio sono pervenute all’associazione imprenditoriale segnalazioni di abusivismo commerciale. “Il nostro auspicio è che gli organi preposti possano intervenire celermente intensificando i controlli e reprimendo tali fenomeni”.
In aggiunta ai ‘classici’ ambulanti itineranti o produttori che abitualmente continuano a collocarsi ai lati delle strade comunali più trafficate, Mauro Bega direttore di Confesercenti l’Area Nord, tiene a precisare che ora pare esserci, anche chi vende frutta, ortaggi o altro ancora direttamente sul proprio fondo agricolo, o presso la propria abitazione, senza il rispetto dei requisiti utili a svolgere tali attività. “Alcune distorsioni da sempre presenti nel mercato e che in epoche di crescita erano già comunque mal sopportate sono ora diventate, con il precipitare della crisi, un serio problema di ‘turbativa alla libera concorrenza’ non più accettabile. E abbiamo ragione di credere, anche dopo le segnalazioni pervenuteci, che tali distorsioni oltre ad essere presenti riguardano nello specifico il commercio di prodotti ortofrutticoli”.
“È risaputo che il mondo agricolo – continua Bega – può per legge beneficiare rispetto al commercio di diverse agevolazioni fiscali. Ragione, che dovrebbe indurre chi tra gli imprenditori agricoli ha il desiderio di vendere al dettaglio i propri prodotti – ricavati in misura prevalente dalla propria azienda, per coltura o allevamento e nel rispetto delle norme igienico-sanitarie – di rispettare e attenersi a quanto previsto dal Decreto Legislativo n.228 del 18 maggio 2001. Compresa inoltre, la priorità del rispetto dei seguenti obblighi: le aziende agricole che commerciano i loro prodotti debbono essere iscritte all’anagrafe regionale delle aziende agricole; pubblicizzare i prezzi dei con cartelli chiari e ben visibili; indicare i prodotti non di loro produzione e la relativa provenienza; evidenziare l’orario di vendita”.
“Apprezzando quindi il lavoro svolto fino ad oggi dalle forze dell’ordine locali, Polizia Municipale in primis, volto a sanzionare e reprimere le irregolarità e i buoni risultati conseguiti specie in alcuni settori quali l’edilizia e il manifatturiero, siamo a ribadire l’importanza della legalità e della trasparenza anche nello svolgimento di qualsiasi attività commerciale, a maggior ragione in questo periodo di difficoltà economiche. Per questo – conclude Bega – auspichiamo ci sia da parte degli organi preposti l’intenzione di agire nei confronti di questo fenomeno, in modo incisivo e determinato. Pianificando anche operazioni di controllo congiunte a livello intercomunale, in tutti i comuni cioè facenti parte all’Area Nord, finalizzate a verificare regolarità dei prodotti e relative autorizzazioni di vendita, in particolare a riguardo quelle realtà imprenditoriali poc’anzi descritte”.