“E’ importante tutelare il nome della nostra città ed impedire che venga attribuito ad una patata transgenica che è lontana geograficamente e culturalmente dalla nostra agricoltura.” E’ quanto sostiene Coldiretti Modena nel commentare la notizia che la multinazionale tedesca Basf intende attribuire il nome Modena ad una patata geneticamente modificata (ogm).Una simile denominazione – sottolinea Coldiretti – si fregerebbe di un background di tradizione e qualità che ha portato la produzione agroalimentare modenese ad essere una delle più imitate nel mondo (Parmigiano Reggiano, Aceto Balsamico, Lambrusco), senza portare ricchezza alle imprese agricole del territorio e minacciando, con il pericolo di omologazione, il modello produttivo agricolo italiano che è vincente solo se punta sulla distintività. Un ulteriore danno economico e di immagine al nostro Made in Italy già minato – continua Coldiretti – dal florido mercato internazionale della contraffazione internazionale che quotidianamente sottrae reddito e identità alle imprese agricole.
Prendendo giustamente atto della crescente opposizione della maggioranza dei cittadini europei che in quasi due casi su tre (61 per cento) si sono detti molto contrari ai cibi geneticamente modificati, proprio di recente la stessa Basf ha rinunciato allo sviluppo e alla commercializzazione di nuovi prodotti transgenici destinati all’Unione Europea. Un comportamento che – precisa la Coldiretti – non potrà non essere presto seguito anche dalle altre multinazionali come dimostra il calo della superficie coltivata a Ogm in Europa che si è progressivamente ridotta negli ultimi anni fino ad appena 91.643 ettari (2010) mentre su un totale di 27 paesi dell’Unione Europea – continua la Coldiretti – solo in 6 è stato coltivato mais Ogm (Spagna, Romania, Slovacchia, Portogallo, Polonia, e Repubblica Ceca). Sono invece solo 450 gli ettari coltivati con patata “amflora” da seme che è presente – conclude la Coldiretti – solo in tre paesi (Germania, Svezia e Repubblica Ceca).