Il discorso di Thomas Punkenhofer, sindaco di Mauthausen, tenuto
oggi  nel  corso della seduta congiunta dei Consigli comunale e provinciale
in occasione del “Giorno della Memoria”.
“Un  grazie  di  cuore  per  essere stato invitato nella splendida città di
Bologna a prender parte a questa Giornata della Memoria.
Il  27  Gennaio  del  1945  i  prigionieri  dei  Campi di Concentramento di
Auschwitz  e Birkenau furono liberati dalla morsa del regime di terrore del
Nazionalsocialismo.  Oggi,  27  gennaio 2012, 67 anni dopo, commemoriamo in tutto  il  mondo  le  vittime  del Nazionalsocialismo. I crimini che furono
perpetrati dai nazisti nei confronti di così tanti uomini sono oggi per noi
inconcepibili.  Eppure,  o  proprio  per questo, è importante ricordarlo in
questo  tempo  e trarne un insegnamento per il presente, affinché la storia
non  si  ripeta.  Oggi  commemoriamo  le  vittime  di  un  sistema che come
obiettivo  primario  aveva  l’annientamento  di coloro che avevano un altro
pensiero,  di  coloro  che  avevano un‘altra fede, di coloro che avevano un
altro  aspetto,  degli  uomini che per la società non rappresentavano alcun
VALORE  (economico),  per  realizzare  in  questo  modo il maggior guadagno
possibile.
Aveva diritto di vivere solo chi si sottometteva.
Aveva diritto di vivere solo chi era in grado di lavorare.
Aveva  diritto  di  vivere  solo  chi  procurava  denaro  alla razza bianca
dominante.
Chi non era in grado di lavorare, doveva morire.

Mauthausen  era  una  colonna  portante  in  questo  sistema  dei  Campi di
Concentramento.  200.000  uomini  furono  costretti a lavorare duramente in
questa  fabbrica della morte delle SS, furono torturati, maltrattati, e più
della metà di loro fu anche uccisa. Ancor oggi, 67 anni dopo, ci poniamo la
stessa domanda:
Perché?  Perché gli uomini sono capaci di crimini così orrendi? Cosa spinge
l’avidità e l’odio ad un punto tale che non si indietreggia nemmeno davanti
all’uccisione   di  uomini?  Come  è  possibile  che  uomini  ‘normali’  si
trasformino in assassini?

Viviamo in un tempo in cui fortunatamente non riusciamo a comprendere quali erano  le  condizioni  di vita del periodo tra le due guerre mondiali. Oggi
noi  non  possiamo neanche immaginare gli stenti in cui vivevano gli uomini
dopo  il  1918.  Se  guardiamo  alla storia passata, lì vediamo la povertà,
l’abbandono,  la  fame e la disperazione che è stato terreno fertile per il
pensiero  dissacrante dei Nazisti. Dalla povertà e dalla disperazione nasce
la  paura.  La  paura  nei  confronti della propria esistenza, la paura nei
confronti  degli  uomini  che  ci sono vicini. Gli agitatori fascisti hanno
sfruttato  proprio  questa  paura  per condurre gli uomini su questa strada
sbagliata, che ha finito per annientare milioni di uomini.

Dobbiamo  imparare  dal  passato. Non voglio neanche minimamente paragonare quel tempo con il presente, né cercare alcuna giustificazione per i crimini commessi dai Nazisti. È per me spaventoso che ancora oggi ci siano politici che non esitano a sfruttare (a proprio vantaggio) le paure degli uomini. Se allora  furono  gli Ebrei, ad essere ritenuti responsabili di tutti i mali,
oggi  sono  gli  stranieri  a  rappresentare l’obiettivo degli attacchi più
violenti. Mi accorgo purtroppo sempre più spesso che alcune persone, per la
loro  religione, il colore della pelle o la posizione sociale, o a causa di
una   menomazione  mentale  o  fisica,  vengono  discriminate  o  messe  in
difficoltà.  Noi  tutti  dobbiamo  guardarci  allo specchio e domandarci se
allora stiamo veramente facendo abbastanza per impedire che ciò accada.

Ci  impegnamo  abbastanza  per  evitare  all‘uomo la miseria e la paura? Ci
mettiamo  in mezzo, se vediamo un uomo di colore che viene insultato per la
strada?  Ci opponiamo quando viene data al lavoratore straniero, e non alla
sete  di  guadagno,  la  colpa per l’alto tasso di disoccupazione? Io credo
che,  ad  essere  onesti,  troppo  spesso  ci  giriamo  dall’altra  parte e
prendiamo   più  facilmente  un’altra  strada.  Perché  dovrei  aiutare  io
quest’uomo di colore sul tram, quando altre 50 persone non fanno nulla?

Dobbiamo combattere la miseria, per far sì che gli uomini non abbiano paura
del futuro.
Dobbiamo metterci in mezzo, se vediamo uomini che vengono discriminati.
Dobbiamo accorgerci quando qualcuno subisce un torto.
Dobbiamo agire, quando qualcuno subisce un torto.

Io  rappresento un luogo che è il simbolo di quali crimini orribili possano
essere commessi, se non rispettiamo i valori fondamentali dell’uguaglianza,
della libertà e della solidarietà.

Sono  nato  nel  1975.  La mia generazione non ha nessuna colpa dei crimini
della  storia. Noi non abbiamo nessuna responsabilità per quanto è accaduto
nel  passato.  Ma  la  mia  generazione  E NOI TUTTI siamo responsabili del
futuro  al  quale  andiamo incontro. È compito nostro far sì che gli eventi
spaventosi  del  passato  non  abbiano a ripetersi. Ridiamo voce alle tante
vittime del fascismo e uniamole in un coro per la pace e la libertà.
A memoria del nostro incontro di oggi, ho portato un piatto, che riporta un
testo  tratto  dal  ‘Giuramento  di  Mauthausen’,  che  fu  pronunciato dai
prigionieri sopravvissuti il 16 maggio 1945, e che ancora oggi ha valore.

‘Der  Friede  und  die Freiheit sind die Garantie des Glückes der Menschen.
Eine Welt auf den Grundlagen sozialer Gerechtigkeit ist der einzige Weg zur
friedlichen Zusammenarbeit der Staaten und Völker’
In  diesem  Sinne  reichen  sich  Mauthausen  und Bologna die Hände. Unsere
Freundschaft soll ein Vorbild für Viele sein.
Danke

‘La pace e la libertà sono la garanzia della felicità per gli esseri umani.
Un  mondo  basato sulla giustizia sociale è l’unica via per la cooperazione
pacifica tra gli Stati e i popoli’
È con questo intento che Mauthausen e Bologna si danno la mano.
La nostra amicizia deve essere di esempio per molti.
Grazie”.