La Provincia di Modena celebra il Giorno della memoria della Shoah ricordando i suoi “Giusti fra le nazioni” con la deposizione di una corona alla targa commemorativa che riporta i nomi degli otto “Giusti” modenesi collocata nell’atrio del Palazzo della Provincia (viale Martiri della Libertà 34). La cerimonia si svolgerà giovedì 26 gennaio alle ore 17 e prevede gli interventi del presidente della Provincia Emilio Sabattini, del sindaco di Modena Giorgio Pighi, del presidente del Consiglio provinciale Demos Malavasi, della presidente della Comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia Sandra Eckert e di Beniamino Goldstein, rabbino capo della Comunità. «La targa è stata collocata lo scorso anno – spiega il presidente Sabattini – per ricordare che la salvezza di ogni ebreo sopravvissuto è dovuta al coraggio di coloro che hanno voluto scegliere il bene rischiando la propria vita per salvare chi era perseguitato. Sono otto i nomi iscritti a oggi ma le ricerche storiche ci raccontano di altri modenesi che si spesero per aiutare gli ebrei, e per alcuni di loro, come Francesco Vecchione è stata già inoltrata la domanda perché sia riconosciuto come “giusto” dallo Yad Vashem».
La targa ricorda le figure di don Arrigo Beccari, Odoardo Focherini, Alberta e Sisto Gianaroli, Antonio Lorenzini, Giuseppe Moreali, don Benedetto Richeldi e don Dante Sala. I “Giusti tra le nazioni” sono i non-ebrei che hanno agito in modo eroico a rischio della propria vita per salvare la vita anche di un solo ebreo dalla Shoah. Il titolo è conferito dallo Stato di Israele sulla base di documenti e testimonianze che possano avvalorare il coraggio e il rischio che i salvatori hanno affrontato per salvare gli ebrei dallo sterminio. La procedura prevede che debbano essere i salvati a proporre allo Yad Vashem, il museo dell’Olocausto di Gerusalemme, il nome del loro salvatore, esprimendo la richiesta che sia dichiarato Giusto.
Alla cerimonia seguiranno, alle ore 18 nella sinagoga di piazza Mazzini, la lettura di salmi e una preghiera in ricordo dei deportati. La commemorazione è promossa in collaborazione con i Comuni di Modena, Carpi, Castelfranco, Finale, Mirandola, Pavullo, Sassuolo e Vignola, la Comunità ebraica, l’Istituto storico di Modena, la Fondazione villa Emma di Nonantola, la Fondazione ex Campo Fossoli di Carpi.
MALAVASI: “17 MILA I MODENESI INTERNATI NEI CAMPI”
«Ricordare la persecuzione e lo sterminio del popolo ebraico, dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti: questo è il significato del 27 gennaio, Giorno della memoria». È questa l’apertura dell’intervento del presidente del Consiglio provinciale Demos Malavasi che prosegue: «Oltre 17 mila erano i modenesi che, su 600 mila militari italiani, finirono internati nei campi di sterminio perché dissero no alla collaborazione con i fascisti e i nazisti. Migliaia furono gli oppositori del fascismo che furono deportati. Al contempo non possiamo dimenticare lo sterminio di zingari, omosessuali e disabili. Vogliamo ricordare tutti quelli che si impegnarono, anche sacrificando la propria vita, per aiutare gli ebrei a salvarsi e per dare rifugio ai giovani militari sbandati dopo l’8 settembre e agli oppositori del regime fascista. Il campo di Fossoli, simbolo del transito verso lo sterminio, e Villa Emma a Nonantola, simbolo della solidarietà nella ricerca della salvezza e della libertà, sono i luoghi emblematici di quel tragico periodo in provincia di Modena.
Chi si era battuto contro la barbarie per la libertà e la democrazia, voleva scongiurare il pericolo che la tragedia si ripetesse. L’obiettivo è stato raggiunto solo in parte: nei seguenti 67 anni ci sono state guerre e genocidi e si perpetuano violazioni dei diritti umani, viene ancora calpestata la dignità dell’uomo. Assistiamo inoltre all’emergere in Europa di movimenti xenofobi, razzisti e nazifascisti che cercano di minare la convivenza civile e la democrazia. Il nazionalismo sta riemergendo con forza, provocando rotture e contrapposizioni pericolose tra i popoli e tra gli stati. Per contrastare queste pericolose tendenze dobbiamo rilanciare i valori della solidarietà, dell’uguaglianza e del rispetto della dignità umana; riconoscere le diversità come fondamento di una nuova fraternità tra le persone e tra i popoli. Il treno della memoria diretto ad Auschwitz, che partirà da Carpi con centinaia di studenti delle scuole della nostra provincia, rappresenta la speranza e l’impegno per un’Europa della pace, della democrazia, dell’amicizia tra i popoli e le persone. Per questo il Giorno della memoria non è una ricorrenza rituale ma l’occasione per un rinnovato impegno di tutti per un futuro migliore».