L’assalto in pieno giorno ad un’attività commerciale del centro storico, ma anche operatori rapinati dell’incasso al momento della chiusura dei propri esercizi: eventi che si sono tutti susseguiti a distanza di pochissimo tempo l’uno dagli altri e che pongono ancora una volta l’accento sulla questione sicurezza, in particolare tra i commercianti. “Il calo dei reati registrato in città come sul territorio (fonte, Il Sole 24 Ore) grazie al prezioso lavoro delle forze dell’ordine, è significativo. Non sposta però l’attenzione da una situazione d’insicurezza il cui conto per Modena rimane salato – fa sapere Confesercenti commentando con preoccupazione gli episodi di questi giorni – Sarebbe opportuno pertanto nella lotta al crimine, un monitoraggio più capillare del territorio congiuntamente ad una maggiore presenza degli agenti al fine di favorire l’azione preventiva. L’esiguità di uomini e mezzi però, come sottolineato dal Procuratore capo di Modena continua a rappresentare un handicap che si trascina da parecchi anni senza soluzione e a cui la necessità di porvi rimedio è diventata impellente”.
L’allarme lanciato dal Dott. Vito Zincani che ha il merito di denunciare con autorevolezza la grave situazione in cui versano gli organici di polizia, trova il sostegno di Confesercenti. “Il territorio modenese per la ricchezza economica che è in grado ancora di generare nonostante la crisi, risulta appetibile agli occhi della criminalità: che non si fa scrupoli a prender di mira e rapinare le piccole attività commerciali e i cittadini, ma anche come le organizzazioni mafiose ad insediarsi sul territorio medesimo per riciclare il denaro proveniente da traffici illeciti, sfruttando il sottile confine che passa tra la legalità e l’illegalità. L’insufficienza di mezzi e di uomini purtroppo non ne garantisce il sufficiente controllo: sia per quanto concerne l’attività di prevenzione/repressione che, ed in particolare, quella di intellingence la cui palese carenza consente un presidio poco adeguato alle reali esigenze della provincia”.
Di fronte a questa situazione pertanto gli appelli al senso di responsabilità, alla vigilanza e di denuncia rivolti alla società civile seppur importanti fanno ben poco. La lotta alla criminalità, il contrasto all’azione criminale, vanno condotte direttamente sul campo e da chi è predisposto per farle. Per questo non si può più prescindere da: un consolidamento degli organici, fermi agli anni ’80 del secolo passato e dei mezzi di Polizia; un rafforzamento del distaccamento della Dda di Bologna e un’attività più incisiva del quadro associativo-imprenditoriale sul versante della denuncia, non più generica o percettiva della presenza delle attività sospette sul territorio, specie quelle criminali, ma circostanziata e motivata. Sarebbe auspicabile quindi – conclude Confesercenti – che le associazioni imprenditoriali sempre così sensibili ai temi della sicurezza si facessero interpreti di questo allarme per mezzo di un documento unitario indirizzato al governo del Paese. Nel quale si ponga decisamente al centro delle riflessioni e delle richieste la necessità di dare risposte effettive e concrete nei termini di quegli uomini e di quei mezzi di cui il territorio non può più fare a meno”.