La Regione Emilia-Romagna sferra un nuovo attacco alle fondamenta dell’istituto della famiglia. Questa volta tirando pure in ballo la Carta costituzionale. Errani e compagni hanno pensato bene, ovviamente a spese dei contribuenti, di assoldare i soliti artisti schierati, leggi Altan, Daniele Luttazzi ecc ecc., per interpretare in modo ‘libero’ gli articoli che compongono la Costituzione italiana.

La Giunta regionale di centrosinistra che da sempre guida l’Emilia Romagna, in occasione delle celebrazioni legate al Sessantesimo anniversario della Costituzione e al 150° dell’Unità d’Italia, ha così prodotto, con i soldi degli emiliano-romagnoli, un opuscolo dal titolo: “Costituzione illustrata – Autori di fumetto e illustratori disegnano la costituzione italiana”. Nell’opuscolo, infatti, ciascuno articolo della Costituzione è affiancato dalla foto e dalla biografia di alcuni artisti e disegnatori. L’opuscolo si apre con una prefazione del presidente della Giunta regionale Vasco Errani nella quale si parla, inspiegabilmente, di “reinterpretazione” di alcuni dei fondamentali articoli della Carta costituzionale. In verità più che di reinterpretazione si dovrebbe parlare di omissione: nell’opuscolo risultano, infatti, assenti gli articoli 29 e 31 della Costituzione che evidentemente richiamano concetti non graditi alla maggioranza di sinistra che governa la nostra Regione. I suddetti articoli fanno parte del Titolo II della Costituzione, inerente ai rapporti etico-sociali. Nell’articolo 29 si afferma: La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare. Nell’articolo 31 si afferma: La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo. All’articolo 30 invece, quello relativo al dovere e diritto dei genitori di mantenere, istruire ed educare i figli anche se nati fuori dal matrimonio, è stato affiancato, con una scelta di pessimo gusto, l’immagine di un bambino che legge una rivista dal titolo “porno sex”. La Giunta di centro-sinistra dell’Emilia Romagna, dunque, persevera: dopo avere approvato una legge sui Dico regionali (Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi), pur in assenza di una disciplina legislativa nazionale, e dopo avere introdotto una normativa sui ticket sanitari che favorisce le coppie di fatto, non tenendo conto, nel calcolo del contributo, del numero componenti ed, in particolare, del numero dei figli di ciascuna famiglia, ora ci riprova producendo un opuscolo, con soldi pubblici, dal quale sono stati cancellati gli articoli fondamentali della Costituzione che riguardano la famiglia in quanto istituzione.

Chiediamo, pertanto, di ritirare il libretto, in quanto diseducativo nella parte relativa ai rapporti etico-sociali.

Resta, inoltre, da stabilire, quanto è costato ai contribuenti questo opuscolo della Costituzione a fumetti, visto che è stato tirato in centinaia di migliaia di copie; in base a quali criteri sono stati scelti gli artisti e disegnatori che hanno collaborato alla realizzazione dell’opuscolo e quale compenso è stato pagato loro. Non vorremmo che la Costituzione fosse stata assunta come pretesto per realizzare l’ennesima operazione clientelare.

I cittadini devono sapere come la Regione sperpera i fondi derivanti dalla tassazione al contribuente.

(Fabio Filippi)