Maggior flessibilità dei temi e dell’organizzazione del lavoro; attenzione, da parte di aziende e associazioni datoriali, alle esigenze di vita di cittadine e cittadini, lavoratrici e lavoratori: è questo l’impegno sottoscritto oggi dal Comune di Reggio, dalle associazioni di categoria e dai sindacati reggiani, che in sala del Tricolore hanno firmato l’Accordo quadro per la competitività, sostenibilità, lo sviluppo territoriale e la coesione sociale attraverso la promozione e lo sviluppo di politiche integrate di conciliazione-armonizzazione.
Contestualmente, su iniziativa della Provincia di Reggio Emilia, è stato firmato il Protocollo Conciliazione vita e lavoro con le stesse organizzazioni datoriali e i sindacali, per la promozione di azioni positive per la conciliazione vita-lavoro. I due strumenti, in cui Comune e Provincia di Reggio hanno la funzione di “catalizzatori” di intenti e concertatori delle diverse azioni, danno seguito alle più recenti indicazioni dell’Unione europea in materia di lavoro (Europa 2020), aprendo un percorso per la realizzazione di un sistema di azioni concertate e sinergiche per il raggiungimento di obiettivi generali di crescita, benessere e coesione sociale. L’adesione ai documenti è utile a garantire maggiori punteggi ai progetti sulla conciliazione che le aziende del territorio, comunale e provinciale, presenteranno al prossimo bando del 13 luglio per la concessione di contributi specifici da parte dello Stato. Gli accordi sono stati firmati alla presenza della consigliera regionale di Parità, Rosa Amorevole.
“Gli accordi sottoscritti oggi – ha detto l’assessora comunale alla Cura della comunità Natalia Maramotti – riguardano da vicino la sostenibilità della crescita e la coesione sociale della nostra comunità, poiché consentiranno di migliorare la vita e l’interfaccia delle persone nelle aziende e contemporaneamente la qualità sociale complessiva del territorio. Investiamo su un capitale fondamentale e comune a tutti: il capitale sociale, le persone. Europa 2020, alle cui strategie si ispira l’azione amministrativa del Comune di Reggio Emilia in diversi ambiti, pone il 75% come obiettivo per l’occupazione femminile e maschile: in questa prospettiva diventa più che mai importante prestare attenzione al capitale culturale e sociale di ogni territorio, vale a dire un’effettiva conciliazione dei tempi famiglia-lavoro, come dimostrano i progetti già presentati da varie aziende reggiane”.
“Il percorso che si apre con la firma di questi accordi – ha detto l’assessore provinciale a Formazione professionale e Ricerca, Ilena Malavasi – investe sulle persone, sulla base di obiettivi comuni, condivisi tra istituzioni, sindacati, associazioni di categoria e imprese. E’ un importante punto di partenza, ma anche un risultato significativo, dato dall’aver lavorato sino ad oggi insieme e dall’esprimere la volontà di continuare a lavorare insieme per raggiungere obiettivi concreti, che hanno contenuti senz’altro positivi per tutti, lavoratori, famiglie e datori di lavoro”.
IMPRESE, PROFESSIONISTI, EROGAZIONI E ALCUNI ESEMPI DI PROGETTI
Varie importanti imprese reggiane stanno già dando concretezza agli accordi, con azioni family-friendly. Fra queste Lombardini Motori group, Walvoil, Emac, Iren, Rexnord, Coopselios. I progetti in cantiere per migliorare la qualità dei tempi di lavoro e famiglia, ad esempio, l’istituzione di un assistente aziendale a disposizione dei dipendenti, che sbrighi il pagamento del bollo auto o altre scadenze, evitando ai dipendenti la fila allo sportello, la richiesta di un permesso per assolvere l’incombenza e quindi l’assenza dal lavoro; lo stesso dicasi per operazioni necessarie e abituali, ma che “erodono” tempo, come il cambio gomme dell’auto; oppure l’istituzione di un bus-navetta aziendale o interaziendale che va a prendere i bambini alla scuola materna, quando quest’ultima magari chiude a un’ora anticipata rispetto alla conclusione della giornata lavorativa dei genitori.
Inoltre, due professionisti hanno presentato progetti per la sostituzione totale o parziale dell’attività professionale, per motivi di genitorialità.
Le imprese che presenteranno i progetti assumono un significativo impegno anche economico, infatti qualora i progetti vengano ritenuti idonei al finanziamento, solo il 40% del totale dell’importo erogato (finanziamenti nazionali) verrà corrisposto a titolo di anticipo. Il saldo verrà riconosciuto a conclusione di tutte le azioni programmate, decorsi i 24 mesi della durata del progetto. Decidere di accettare la sfida in un periodo ancora difficile dal punto di vista economico, significa essere convinti della strategicità delle azioni proposte anche rispetto al vantaggio economico che potrà derivare all’azienda dal miglioramento del clima organizzativo, della produttività delle lavoratrici e dei lavoratori, dell’attrattività dell’azienda.
In Sala del Tricolore oggi erano presenti e hanno firmato l’Accordo la consigliera di Parità della provincia di Reggio, Maria Mondelli; Maria Licia Ferrarini per Industriali Reggio Emilia; Cristina Carbognani presidente di Confapi-Pmi; Ivan Trenti direttore generale dell’Azienda ospedaliera Santa Maria Nuova; Margherita Salvioli segretaria generale della Cisl di Reggio Emilia; Romana Campari di Cgil; Angela Labate di Uil, oltre a rappresentanti di Ugl-Unione generale lavoro, Azienda Usl, Cna, Confartigianato imprese, Confcommercio-Ascom, Confcooperative Unioncoop, Confederazione italiana agricoltori, Confesercenti, Legacoop, Ufficio scolastico provinciale, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Cif e Confprofessioni Emilia Romagna.
IMPEGNI
Gli aderenti all’accordo si impegnano ad operare per diffondere la cultura della conciliazione attraverso la promozione e realizzazione di processi e percorsi territoriali inclusivi e la pianificazione di un’offerta integrata dei servizi e delle prestazioni tale da migliorarne l’accessibilità in base a costi, orari, logistica e mobilità, anche attraverso la promozione di parternariati pubblico-privati. Nello specifico i firmatari favoriranno lo sviluppo di progetti per il coordinamento e l’armonizzazione dei tempi e degli orari del sistema delle imprese e dei servizi del territorio e per la riorganizzazione lavorativa basata sulla flessibilità e sulla tutela delle pari opportunità (sia tra uomo e donna che tra persone con diverse situazioni familiari) valorizzando soluzioni organizzative family-friendly; realizzeranno iniziative di condivisione e scambio delle buone prassi individuate e si impegneranno a monitorare i progetti che verranno realizzati sulla base dell’Accordo.
La sottoscrizione dell’accordo consentirà inoltre a enti, imprese e professionisti di accedere a finanziamenti statali per attuare politiche di maggior flessibilità lavorativa e dare così vita a iniziative di riorganizzazione oraria sostenute da risorse economiche. A riguardo cinque imprese del territorio reggiano si sono dette interessate a realizzare soluzioni family-friendly e sono pronte ad avviare l’iter per la richiesta di finanziamenti.
L’accordo sarà gestito e implementato dalla Consulta dei tempi e degli orari, il tavolo, voluto dall’Amministrazione comunale di Reggio Emilia e istituito nel maggio 2008, finalizzato a favorire il miglioramento dei tempi di vita e di lavoro delle cittadine e dei cittadini attraverso il contributo e la collaborazione di tutti gli attori sociali che incidono sui tempi delle città.
L’ACCORDO
Il documento, promosso dal Comune di Reggio e nato dal lavoro congiunto di forze politiche ed economiche, è teso ad agevolare la conciliazione delle responsabilità lavorative e famigliari e a fare quindi, così come indicato dall’Unione europea, dell’armonizzazione tra tempi di vita e di lavoro uno strumento per il raggiungimento del benessere sia delle singole persone che della collettività. Obiettivo è infatti individuare forme lavorative che tengano conto delle esigenze legate al diritto alla cura (personale e familiare) e che, attraverso maggior flessibilità oraria, consentano a un più ampio numero di persone di accedere al mercato del lavoro, favorendo la coesione sociale del territorio e riducendo le disuguaglianze di genere e di condizioni sociali, personali e familiari. Alla base di questa decisione vi è la convinzione che l’individuazione di un equilibrio tra tempo dedicato all’attività lavorativa e tempo destinato alla vita personale e familiare possa fornire un contributo importante sia per la creazione di un benessere durevole della comunità, sia per il perseguimento di una crescita economica sostenibile e concertata.
IL CONTESTO ED EUROPA 2020
L’accordo comunale oggi sottoscritto si colloca in un quadro normativo, sia di livello nazionale che europeo, teso alla promozione e diffusione di maggior e flessibilità lavorativa e quindi di opportunità occupazionali per tutti.
A livello nazionale, la legge 53 del 2000 “Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città” si pone come obiettivo di agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro attraverso la concessione di contributi e prevede la possibilità di implementare progetti anche attraverso l’attivazione di reti tra enti territoriali, aziende e parti sociali, che promuovano interventi e servizi innovativi in risposta alle esigenze di conciliazione dei lavoratori.
La Commissione europea lo scorso anno ha lanciato la strategia Europa 2020, adottata dal vertice dei capi di Stato il 17 giugno 2010, che ha come priorità la promozione di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva (promuovere un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale) e ha tra i suoi obiettivi operativi il raggiungimento da parte di tutti gli stati membri di un tasso di occupazione femminile e maschile pari al 75% entro il 2020. La risoluzione del Parlamento europeo sul futuro della strategia di Lisbona per le prospettive di genere evidenzia inoltre la necessità di tenere in considerazione l’enorme capitale economico che potrebbe derivare da una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro, e quindi insiste sulla necessità degli stati membri di introdurre nei piani d’azione nazionale azioni e misure di conciliazione e soprattutto azioni di sensibilizzazione per una più equa ripartizione delle attività familiari. Il tema della conciliazione tra vita professionale e vita personale rappresenta tuttora uno dei temi di discussione all’interno del quadro del dialogo sociale europeo ed è stato affrontato attraverso la stipula di due accordi quadro: il Framework agreement on parental leave rivisto nel 2008 e il Framework of actions on gender equality del 2005 che prevedono l’attuazione di misure – anche e soprattutto attraverso la contrattazione – che migliorino la conciliazione vita- lavoro.