Correva l’anno 1176 quando a Modena la municipalità decise di affidare l’insegnamento delle materie giuridiche a Pillio da Medicina. Quella data coincise con l’istituzione della Facoltà di Giurisprudenza e la nascita degli studi accademici a Modena. Da allora sono trascorsi 835 anni e gli studenti di discipline giuridiche da qualche sparuto manipolo sono cresciuti fino a diventare una comunità oggi di 2.167 iscritti, distribuiti su due corsi di laurea triennali (Scienze giuridiche dell’impresa e della Pubblica Amministrazione e Scienze Strategiche, il corso di laurea promosso insieme all’Accademia Militare di Modena per la formazione degli Ufficiali dell’Esercito) ed una laurea magistrale a ciclo unico (Giurisprudenza) per un totale di 2.113 studenti, cui vanno aggiunti 54 iscritti a corsi post-laurea. L’attività di insegnamento, invece, è affidata ad un corpo di 37 docenti (22 professori ordinari e 15 professori associati) e 9 ricercatori.

Sono questi i numeri della realtà odierna della Facoltà di Giurisprudenza che da giovedì 30 giugno 2011 si è vista affidata con un concorso di sforzi che ha visto impegnati per un decennio Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che ha fornito il contributo più cospicuo, Provveditorato Interregionale delle Opere Pubbliche Emilia Romagna Marche e Miur, una sede nuova, più accogliente, moderna e prestigiosa, come prestigiosa è la tradizione di studi giuridici coltivati lungo secoli di storia, passata e recente, a Modena, dove sono stati allievi anche personalità come l’ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini, il letterato Ludovico Antonio Muratori ed il commediografo Carlo Goldoni.

Oggi la cerimonia del taglio del nastro che ufficializza per la Facoltà di Giurisprudenza la presa di possesso del Complesso architettonico San Geminiano, una struttura che ha rappresentato nella memoria della città un punto di riferimento nevralgico per la sua vita ed il suo sviluppo. Erano presenti tra gli altri, oltre al Rettore prof. Aldo Tomasi ed al Preside prof. Renzo Lambertini, il Sindaco di Modena prof. Giorgio Pighi, l’Assessore regionale Cultura e Sport dell’Emilia Romagna Massimo Mezzetti, il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena prof. Andrea Landi, il Provveditore Interregionale alle Opere Pubbliche Emilia Romagna Marche dott. ing. Vittorio Rapisarda Federico e l’arch. Carla Di Francesco della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna.

“Per l’Ateneo l’acquisizione di questa sede – ha commentato il Rettore prof. Aldo Tomasi – rappresenta una tappa fondamentale per lo sviluppo dell’Ateneo, ma soprattutto della nostra più antica Facoltà, in quanto i nuovi spazi consentono di migliorare sensibilmente la qualità della nostra didattica. Disporre di aule adeguate, finalmente capienti per accogliere gli studenti, di aule attrezzate per laboratori ed attività collettive, è assolutamente indispensabile per stimolare negli iscritti la frequenza e la partecipazione che sono condizioni preliminari affinché essi possano trarre profitto dall’insegnamento che ricevono. I benefici avutisi in termini di performance individuale negli studi in questi ultimi due anni, da quando è iniziato e si è completato il trasferimento, sono stati indubbi. A nome di tutto l’Ateneo debbo esprimere un ringraziamento alle Istituzioni,ma particolarmente alla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena senza il cui contributo non saremmo riusciti a portare a termine l’opera, ai tecnici ed a quanti hanno reso possibile consegnare alla fruizione della comunità accademica e della città questo gioiello architettonico che, non appena completati i lavori sul vicino San Paolo, si configurerà come un luogo aperto, strategico per il Centro Storico cittadino”.

Era il 5 giugno 2003, quando veniva annunciata la consegna dei lavori all’Associazione Temporanea d’Impresa International Syre G.E.I.E. Injectsond Italia di Milano, impresa vincitrice della gara d’appalto, delle opere relative al pieno recupero funzionale e scientifico del Complesso San Geminiano, un immobile tra i più antichi della città risalente pare al 1175, e quindi quasi coevo della istituzione dello Studium Mutinense, di proprietà della famiglia Bellincini, come comprova un’iscrizione in latino un tempo esistente in loco e citata nelle memorie del Tiraboschi. Solo in seguito, nel 1348, accolse anche i poveri e da allora divenne “Ospedale dei poveri di San Geminiano”.

I lavori di recupero, ristrutturazione e adeguamento hanno richiesto diversi anni.

“Resa possibile da un’imponente sinergia di contributi operativi e finanziari, un particolare indirizzo di gratitudine va alla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, l’inaugurazione della nuova sede della Facoltà di Giurisprudenza e del Dipartimento di Scienze Giuridiche – spiega il Preside prof. Renzo Lambertini – segna per le strutture beneficiarie un momento di straordinario rilievo, da un lato come riconoscimento alla più antica Facoltà dell’Ateneo, e si potrebbe aggiungere alla seconda in Europa, di una allocazione carica di fascino e di storia in linea con la sua gloriosa tradizione; e d’altro canto costituisce uno stimolo a proseguire e migliorare sempre maggiormente il proprio percorso sul piano didattico e scientifico, affrontando così con rinnovata fiducia le sfide che l’attuale contesto propone all’Università”.

Le opere hanno interessato i 6.305 mq occupati dai diversi corpi dei fabbricati, distribuiti su una superficie fondiaria di 13.690 mq, per uno sviluppo ai piani di 9.034 mq, parte dei quali (950) destinati ad attività collettive e 864 mq che costituiscono lo sviluppo del suggestivo portico/loggiato. La restante parte dell’area è riservato – come si sa – ad uno splendido e pregevole cortile, dominato centralmente dal Chiostro delle Pie Orfanelle, che fecero il loro ingresso nel 1448.

Le scelte progettuali adottate sono state rigorosamente pertinenti ai principi di salvaguardia e ripristino globale della organicità dell’ambiente tradizionale, presente nel nucleo antico, recuperando l’identità storica in essere con univoco riferimento alla metodologia del restauro conservativo, esteso ad ogni singolo componente lo spazio pubblico.

Internamente vi hanno trovato sistemazione 17 aule (da 18 a 208 posti) di varia superficie e un’aula magna (120 posti), a doppia altezza, ricavata nella ex-chiesa collegata con un’altra aula al piano superiore (150 posti), che potranno essere utilizzate per conferenze, ma anche per manifestazioni in ambito universitario, e 1 aula informatizzata (30 posti) per complessivi 1.722 mq, capaci in tutto di 1.478 posti a sedere; 2 laboratori di circa 100 mq ciascuno, uno linguistico ed uno informatico, rispettivamente di 42 e 49 posti a sedere; posti studio informatizzati per studenti capaci di un’accoglienza di 63 persone e 1 sala per le organizzazioni studentesche da 12 posti per un totale di altri 168 mq riservati agli studenti. Nei rimanenti spazi sono stati ricavati studi per i docenti (53 per 79 posti) e tutti quei servizi direzionali, che necessitano al buon funzionamento della vita della facoltà e del dipartimento: presidenza, 3 sale riunioni da 18 posti, 1 sala professori da 16 posti, 1 Sala del Consiglio di facoltà da 60 posti, la direzione della scuola di specializzazione e 13 uffici direzionali e amministrativi.

“Il restauro del complesso monumentale San Geminiano accoglie, e ne sono anche personalmente soddisfatto, l’ampia sede della Facoltà di Giurisprudenza e rappresenta per la municipalità di Modena – ha detto il Sindaco prof. Giorgio Pighi – un risultato molto significativo nell’ambizioso recupero di significativi edifici del centro antico, per realizzare una specifica idea di città, quella in cui le testimonianze storiche del sistema urbano sono consegnate al futuro per dare nuova linfa a funzioni pubbliche fondamentali universitarie, istituzionali, giudiziarie, culturali, museali, bibliotecarie. Nella collaborazione tra Comune, Università, Provincia e Fondazione Cassa di Risparmio il recupero urbano prosegue nell’attiguo complesso San Paolo, per dare nuove opportunità al Dipartimento giuridico, alla sua biblioteca ed alle scuole d’infanzia comunali”.

Il recupero del complesso, che contribuisce in maniera determinante alla rivitalizzazione di una trascurata porzione del centro storico cittadino, è costato oltre 17 milioni di euro, due milioni e mezzo dei quali utilizzati per gli allestimenti. Al suo finanziamento hanno contribuito la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena che vi ha concorso per 10,392 milioni, il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca per 4,711 milioni ed il Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche Emilia Romagna Marche per 2,582 milioni.

“Il recupero del comparto San Geminiano e la sua destinazione a sede della Facoltà di Giurisprudenza – ha affermato il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio prof. Andrea Landi – si colloca tra gli interventi di maggior rilievo sinora promossi dalla Fondazione a favore dell’Ateneo; ha impegnato infatti il nostro ente per quasi un decennio, con una serie di finanziamenti a partire dal 2001, che hanno condotto a un impegno complessivo di oltre 10 milioni di euro per opere di ristrutturazione e arredi. Il recupero del comparto rappresenta un’importante azione di riqualificazione del tessuto urbano che si coniuga con una destinazione ad alto valore pubblico, quale la valorizzazione di una delle facoltà con le più antiche e prestigiose tradizioni di studi giuridici. Oltre ad ospitare le attività universitarie specifiche dei singoli dipartimenti, nei nuovi spazi trovano posto anche luoghi condivisi e di aggregazione, come i cortili. Grazie a questo intervento il centro storico assume una forte connotazione universitaria, con Lettere nel comparto Sant’Eufemia, in via di riqualificazione, Economia al Foro Boario, Giurisprudenza al San Geminiano. In una prospettiva di più lungo respiro, anche il Sant’Agostino – la cui valorizzazione sta impegnando direttamente la Fondazione, in un percorso partecipato e condiviso con le istituzioni – si caratterizzerà per l’offerta di servizi culturali e formativi strutturati, connessi anche all’attività universitaria”.

Con riferimento al progetto si possono distinguere tre precise volumetrie di destinazione d’uso:

– la parte intorno al chiostro, rispettando la originaria tipologia ospedaliera ospita le attività didattiche, gli spazi aperti al pubblico e quelli di rappresentanza;

– il complesso del vecchio insediamento di veterinaria zootecnica su via Camatta verso San Geminiano, caratterizzato da ambienti più piccoli, diventato il centro amministrativo della facoltà;

– l’edificio delle antiche stalle, destinato ad ospitare destinazioni collettive ai piani terra e ammezzato, uno spazio studenti al primo piano.

I 3 settori sono tenuti saldamente insieme dal sistema dei percorsi, che permettono una facile fruizione del complesso da parte del pubblico.

L’approvazione del progetto di recupero del S. Geminiano conclude un iter avviato nel marzo 1999 con lo studio di fattibilità, iniziativa che si rese possibile dopo che il 22 aprile 1999 il Ministero delle Finanze concesse in uso gratuito e perpetuo all’Ateneo le porzioni immobiliari dell’Istituto superiore di zootecnia e del Pio Istituto delle Orfanelle.