Ora occorre riprendere il confronto sul futuro Piano Operativo degli Insediamenti Commerciali, POIC, della provincia di Modena. È la richiesta che arriva in modo congiunto da Confcommercio, Confesercenti, Lapam-Licom e CNA.Com. In particolare, in occasione della prossima discussione in Consiglio Provinciale che avrà per oggetto il POIC, le associazioni di categoria chiedono di essere ascoltate dalla Commissione Sviluppo Economico, dato che in quella sede prenderà il via l’esame dell’importante strumento di pianificazione. “Una scelta doverosa da parte degli amministratori perché – sostengono le associazioni – i rappresentanti dei cittadini della Provincia di Modena debbano sentire in modo diretto le organizzazioni imprenditoriali la cui competenza è preziosa anche per proporre soluzioni alternative ed equilibrate di sviluppo della rete distributiva.”

Confcommercio, Confesercenti, Lapam-Licom e CNA.Com, nell’avanzare la propria richiesta di ripresa del dialogo, confermano anche che allo stato attuale il giudizio su quanto previsto a oggi dal POIC rimane nel complesso negativo. La realizzazione di nuove grandi strutture di vendita come quelle di Modena in via Morandi, dove è prevista una struttura extra alimentare di 7.000 mq, e Soliera dove invece si propone di realizzare una struttura alimentare ed extra alimentare di 5.000 mq, in un contesto di persistente crisi e di calo dei consumi, metterebbe seriamente a rischio la tenuta di un intero sistema di imprese commerciali. A risentirne pesantemente sarebbero anche la qualità e vitalità dei centri storici e di diversi quartieri delle città che si vedrebbero svuotati di servizi utili per i cittadini.

Il pericolo che le nuove grandi strutture di vendita possano scardinare il delicato equilibrio della rete commerciale della Provincia di Modena è reale. Recenti studi infatti dimostrano come l’impatto di un nuovo centro per la grande distribuzione in un mercato già saturo, come è il nostro, faccia perdere diversi punti percentuali di produttività alle imprese che devono già fare i conti, dal 2006 ad oggi, con un calo pari al 16%. Una rete commerciale meno efficiente non rappresenta un vantaggio per nessuno, nemmeno per i consumatori.

Confcommercio, Confesercenti, Lapam-Licom e CNA.Com chiedono quindi alla Provincia che non si fermi il confronto tra le parti e che si possa arrivare a un’ulteriore riduzione delle superfici ad oggi programmate valutando anche altri aspetti legati allo sviluppo economico del territorio. Tra questi, ad esempio, la definizione della destinazione di risorse derivanti dagli oneri di urbanizzazione alla valorizzazione del commercio nei centri storici e nei quartieri, e l’approfondimento sulla strumentazione di normativa urbanistica atta a delineare vincoli merceologici per le grandi strutture, in modo che queste impattino in maniera meno devastante sul territorio e sulla rete delle piccole imprese commerciali.