«Il referendum sul nucleare conferma e rafforza la validità della scelta di puntare sulle fonti di energia rinnovabili e alternative, come abbiamo deciso con il Piano energetico provinciale approvato di recente». E’ il commento di Stefano Vaccari, assessore provinciale all’Ambiente, sui risultati del referendum sul nucleare.

«La Provincia – sottolinea Vaccari – si è posta come obiettivo l’incremento delle fonti rinnovabili per arrivare a produrre almeno un chilowatt di energia elettrica per ogni cittadino da impianti fotovoltaici, un maggiore risparmio e una maggiore efficienza energetica. Intendiamo stimolare nuovi criteri e avviare azioni concrete per raggiungere una migliore efficienza energetica del sistema Modena attraverso un modo nuovo di costruire, di muoversi e di produrre. Sono gli stessi criteri che migliaia di modenesi hanno espresso con il loro voto sul nucleare». Nel Piano, approvato nei giorni scorsi dal Consiglio provinciale, si fissa l’obiettivo della riduzione del 18 per cento delle emissioni di anidride carbonica entro il 2020. Scaturito dal confronto nei mesi scorsi tra tutti i soggetti interessati, il Piano partendo dalla analisi dei consumi civili, industriali e per i trasporti, dei fabbisogni e della produzione di energia sul territorio provinciale, individua proposte ed azioni da mettere in campo: accordi con i Comuni per una pianificazione urbanistica più sostenibile, sviluppo delle fonti rinnovabili e individuazione di aree “sensibili” per governare lo sviluppo dei relativi impianti, l’incremento della certificazione degli edifici pubblici e privati per migliorare le prestazioni, lo sviluppo della mobilità collettiva tramite la sottoscrizione di accordi con imprese o gruppi di interesse per la creazione di nuovi servizi, la creazione di un servizio di mobility management per le aree produttive, nuove forme di trasporto per le imprese sul corto raggio, lo sviluppo di tecnologie innovative per il risparmio energetico. Con la realizzazione di queste azioni previste nel Piano il sistema Modena risparmierà nei prossimi anni quasi 500 mila tep (tonnellate equivalenti di petrolio) con una riduzione di un milione e 300 mila tonnellate di anidride carbonica, cioè meno 18 per cento rispetto al 1990.

«L’esito del referendum è chiaro, gli italiani hanno ribadito il principio che il controllo sull’acqua e sulla sua qualità deve rimanere pubblico». Prosegue l’Assessore Vaccari,  presidente di Ato di Modena, l’autorità, gestita dalla Provincia, con compiti di regolazione e vigilanza in particolare sul servizio idrico e la gestione dei rifiuti.

Per Vaccari «i cittadini hanno espresso lo volontà di uno stop all’esasperazione della privatizzazione di servizi essenziali come l’acqua che debbono certamente essere gestiti in modo efficiente ma lontano da logiche speculative e di profitto. La legge abrogata, infatti, costringeva gli enti locali a svendere il loro patrimonio custodito dalle aziende di servizi».

Nel sottolineare che «anche eliminare la remunerazione sul capitale è un segnale importante per il legislatore al fine di evitare logiche speculative sull’acqua», Vaccari ricorda che «resta però il tema di come garantire i necessari investimenti per ammodernare le reti migliorando la qualità del servizio e riducendo gli sprechi. Ora – sollecita Vaccari – occorre una nuova legge che, evitando il rischio di speculazioni su questo servizio essenziale, garantisca la capacità di investire per migliorare».

Per quanto riguarda la gestione del servizio idrico a Modena, Vaccari sottolinea che «in attesa di una nuova legge in materia, l’unico cambiamento immediato è il mantenimento della completa proprietà pubblica di SorgeAqua e Geovest».

In base al piano investimenti presentato nel 2010 all’Assemblea dei sindaci di Ato sono stati realizzati quasi 26 milioni di euro di investimenti nel 2010 da parte di Hera, Aimag, SorgeAqua su reti acquedottistiche, fognature e depurazione.