“Non c’è che dire, ancora una volta i portabandiera (rossa) della sinistra hanno fatto centro: sì, stappando bottiglie di spumante per festeggiare l’esito dei referendum, hanno centrato in pieno con tappi terra-aria la fronte e gli occhi dei vertici Hera. E così si aggiunge una nuova puntata alla sitcom politica portata in scena dalla sinistra: (tra)ballando sul Titanic. Da un lato l’euforia per il risultato delle urne, dall’altro il titolo della multiutility nostrana tanto cara al fu PCI-PDS-DS-PD che in Borsa inizia a colare a picco dopo essersi schiantato contro l’iceberg referendario”. Lo afferma in una nota il Consigliere Regionale Enrico Aimi, Vicepresidente provinciale del PDL, intervenuto per porre l’accento sull’immediato e “impietoso giudizio che i mercati stanno dando al titolo HERA, con una secca quanto immediata bocciatura all’alba del giorno dopo. Per non parlare poi degli effetti a bilancio: per caso erano già state registrate sotto la voce “avere” remunerazioni da investimenti sull’acqua? Per caso erano stati già avviati corposi investimenti sull’acqua, magari con ricarico in bolletta? Se così fosse, attendiamo di vedere come si comporterà il management per coprire le enormi falle (d’acqua e) di denari che verranno a crearsi, con il concreto timore che tutto ciò si possa riversare con un nuovo ricarico in bolletta a carico dei cittadini. E dunque ci chiediamo: chi ha vinto i referendum? E’ evidente che a volte – ha poi osservato – queste cose accadono quando non ci si rende conto delle conseguenze delle proprie “azioni”, sia di quelle persone che di quelle quotate in borsa. In particolare, in questo caso, con un voto fortemente influenzato dall’emotività per il maremoto che ha causato il disastro giapponese di Fukushima (mentre di giapponese al momento abbiamo esclusivamente l’ennesimo harakiri – anche economico – dei nipotini politici di Togliatti), e con una suggestiva campagna scatenata con spot e interventi apocalittici di grande presa che lasciavano presagire, nell’immaginario collettivo, l’idea di finire inginocchiati nel deserto, accompagnati dal miraggio di un bicchiere di acqua fresca all’orizzonte tremebondo.

Francamente – ha rincarato Aimi – c’è poco di politico in tutto questo. Anche tanti elettori di centrodestra sono andati a votare com’era ovvio che fosse e, d’altra parte, il PDL in primis, aveva lasciato su questi temi libertà di coscienza, comprendendo che i quesiti non prospettavano soluzioni di destra o di sinistra. Il nucleare c’è e rimane nella Cina comunista, nell’America democratica di Barack Obama, e nella Francia destrorsa di Sarkozy, peraltro a un tiro di schioppo dai nostri confini. E intanto a Modena, con i calici alzati alla sera per brindare al risultato, è già arrivata, alla mattina, la doccia ghiacciata per i primi esiti del voto: Hera, la multiutility caratterizzata da un certo strabismo a sinistra, coccolata dal “Partitone delle Meraviglie” e “Rifugium pecatorum” di tanti dirigenti magari ancora con la tessera in tasca – non certo del partito di Berlusconi – deve ora fare i conti col mercato.

E così, mentre i calici si stanno frantumando, a molti propalatori di sciocchezze si è già annodata la lingua. E’ dunque doveroso – ha concluso Aimi – lanciare un messaggio ai naviganti, soprattutto a quelli solerti a lanciarsi a testa bassa, come il toro nell’arena, contro Berlusconi pur di abbatterlo, senza avvedersi degli effetti negativi che potrebbero concretizzarsi: una caduta anticipata del Governo calamiterebbe sull’Italia, con i mercati in costante fibrillazione, quella speculazione finanziaria che ha già fatto ribaltare la Grecia. E’ pertanto ora di dire basta ad un atteggiamento politico irresponsabile che ricorda tanto quel tizio che, fatto “becco” dalla moglie, armato di roncola affilata, procedeva per rappresaglia all’autoevirazione”.