I componenti della III e della VII Commissione Consiliare Permanente della Provincia di Bologna – rispettivamente “Attività produttive, Agricoltura e sviluppo del territorio rurale” e “Ambiente, parchi, politiche energetiche, protezione civile, polizia provinciale” – si sono riuniti questa mattina in seduta congiunta nella sede dell’ITAS “G. Scarabelli” di Imola.
Nell’occasione, hanno visitato la mostra “Il castagno e la sua multifunzionalità” e hanno partecipato a un incontro tematico sulla castanicoltura nella provincia di Bologna, in cui si è parlato del pericolo rappresentato dalla diffusione della vespa cinese del castagno anche nelle colture più pregiate del territorio.
La riunione, moderata da Gabriele Zaniboni (Presidente della Terza Commissione) ha visto anche i contributi di Ernesto Bisi, Presidente del Consorzio Castanicoltori di Castel del Rio e del Dott. Aldo Pollini, che per conto del Nuovo Circondario imolese e dell’Università di Bologna sta monitorando la diffusione della vespa cinese del castagno.
«L’incontro di oggi – ha dichiarato Zaniboni – testimonia l’impegno che la Provincia di Bologna si è assunta con l’obiettivo valorizzare e salvaguardare i prodotti tipici del territorio, tra cui l’intera filiera del castagno, diffuso su tutta la zona montana provinciale. L’intento delle nostre Commissioni è di lanciare un impulso alla Giunta affinché siano messe in atto azioni concrete per la tutela della castanicoltura».
Durante la visita, i castanicoltori di Castel del Rio hanno dichiarato la volontà di incrementare la lotta biologica contro la vespa cinese del castagno realizzando sul territorio un “Centro di Parassitizzazione” in cui allevare un piccolo imenottero, il Torymus sinensis, in grado di parassitizzare le larve di vespa cinese. Grazie alla riproduzione sul posto dell’imenottero, nella primavera del prossimo anno si potrebbero così effettuare ulteriori lanci nelle selve castanicole della zona.
Ernesto Bisi ha ricordato che «il “Marrone” è un frutto pregiato, conosciuto in Italia e nel mondo, ma poco tutelato. Basti pensare che lo scorso anno si stima che in Italia siano stati venduti circa 80.000 quintali di prodotto a marchio “Castel del Rio”, a fronte di una produzione reale di poco più di 6.000 quintali».
Bisi ha poi auspicato che si possa trovare a breve una nuova collocazione per la sede del Consorzio, attualmente ospitata nel municipio di Castel del Rio. «I locali sono accessibili solo tramite una scala a chiocciola, il che preclude l’accesso ai nostri soci più anziani e ci impedisce di ospitare le frequenti delegazioni di castanicoltori in visita nel nostro territorio».