Il caso della paziente settantunenne deceduta all’Ospedale Maggiore di Bologna, il 30 novembre scorso, dopo essere stata trasferita dall’ospedale di Vergato a seguito di un’emorragia, è stato oggetto di un’interrogazione presentata per il question time da Andrea Defranceschi (del movimento 5 stelle). Anche in considerazione del fatto che la stessa Ausl di Bologna ha segnalato il caso come “evento sentinella” alla Procura della Repubblica di Bologna, il consigliere ha chiesto alla Giunta se, nell’ambito delle proprie competenze e nel costante rispetto dell’attività della magistratura inquirente, non ritenga opportuno istituire una commissione d’inchiesta regionale sull’accaduto. Defranceschi ha poi chiesto all’esecutivo regionale di intervenire per sollecitare la riorganizzazione dei dipartimenti del nuovo ospedale di Vergato al fine di evitare il rischio di nuovi episodi drammatici e di migliorarne il servizio. “A parte la struttura nuova, – ha osservato – i servizi sono stati depotenziati”. Il reparto di ortopedia – ha segnalato in particolare – anziché essere potenziato come punto di eccellenza e di riferimento per l’Appennino bolognese è invece stato trasformato da dipartimento chirurgico a dipartimento di emergenza-urgenza e depotenziato, per rinforzare il Pronto soccorso ortopedico del Maggiore di Bologna. Struttura dove – ha segnalato ancora il consigliere – sarebbero stati anche destinati 4 ortopedici di Vergato per le guardie notturne.
L’assessore alle politiche per la salute, Carlo Lusenti, ha riferito che dalla ricostruzione preliminare dei fatti non sembrano ricorrere le condizioni per istituire una commissione d’inchiesta regionale. Tale misura su eventi sentinella – ha spiegato – si adotta quando dalla preliminare ricostruzione dei fatti emergano caratteristiche che qualifichino l’evento come generato da un insieme di fattori insieme organizzativi, clinici e professionali che richiedano una disamina multidisciplinare e tali per cui i risultati dell’approfondimento possano essere occasione di riflessione e riorientamento di strutture all’interno del servizio sanitario. Nel caso specifico – ha detto Lusenti – le scelte e i comportamenti adottati vanno discussi nell’ambito di conoscenze consolidate nella disciplina ortopedica essendo la tecnica utilizzata largamente diffusa. Per questo l’azienda sanitaria ha segnalato all’autorità competente l’accaduto e sarà la magistratura a fare luce su eventuali responsabilità professionali.
Anche le circostanze organizzative cui fa riferimento il consigliere – secondo l’assessore – non sono in relazione all’accaduto. “non si vede come, dall’inclusione del reparto di ortopedia di Vergato nel dipartimento di emergenza, risulti un depotenziamento dello stesso”. La decisione del trasferimento di emergenza della paziente da Vergato al Maggiore – ha poi detto Lusenti – non ha nulla a che fare con la collocazione organizzativa del reparto di ortopedia e dipende dalla disponibilità di competenze accessorie reputate necessarie dagli ortopedici di Vergato. Infine sullo “spostamento” di quattro ortopedici dall’ortopedia di Vergato al Maggiore Lusenti ha detto che non corrisponde al vero, si trattava – ha chiarito di una richiesta di servizi aggiuntivi che era stata avanzata nell’ambito di un particolare istituto contrattuale e per la quale è necessaria la disponibilità degli interessati che, però, non c’è stata.
Nella replica Defranceschi ha dichiarato: “Prendo atto che è tutto a posto e che non c’è nulla da rivedere, non c’è depotenziamento e non ci sono problemi organizzativi. A livello nazionale ci sarà comunque la commissione d’inchiesta sugli errori sanitari che riferirà in Parlamento anche su questo caso. Ne attendiamo gli esiti assieme a quelli della Magistratura.