Modena è tra le prime 3 città italiane con oltre 150 mila abitanti per la differenziata, la raccolta porta a porta ha coinvolto finora 11 mila modenesi e il ricorso alle discariche sul territorio provinciale è ulteriormente sceso a poco più del 17%, ma l’obiettivo del Piano provinciale di gestione dei rifiuti è ridurla al 3%.
Lo ha ricordato l’assessore comunale all’Ambiente Simona Arletti nel corso della seduta della Commissione consiliare Seta che si è svolta nel pomeriggio di martedì 30 novembre in Municipio alla presenza dell’assessore provinciale Stefano Vaccari. “E’ importante comprendere gli obiettivi della politica di gestione dei rifiuti – ha affermato Arletti – e per questo stiamo avviando un percorso di coinvolgimento delle Commissioni consiliari e delle quattro Circoscrizioni per far comprendere la complessità e condividere l’idea del recupero e riciclo”.
La Regione Emilia-Romagna recupera oltre il 90% dei rifiuti differenziati, destinati a una “seconda vita” attraverso 35 imprese di prima destinazione e 100 impianti di recupero che avviano la lavorazione dei materiali e ne permettono il riuso.
Per quanto riguarda la raccolta differenziata, oggi al 50%, il Piano comunale si prefigge di raggiungere il 65% nel 2014 attraverso l’estensione delle isole di base, cioè aree che mettono a disposizione dei cittadini il “set completo” di cassonetti (da luglio a ottobre di quest’anno, nella sola stazione di via Taglio sono stati conferiti 4 mila 500 chilogrammi di rifiuti), l’incremento della raccolta di carta e cartone in tutti gli esercizi commerciali del centro storico, il servizio di porta a porta per ristoranti, bar e altre attività economiche e per i residenti.
Proprio il servizio porta a porta, ha ricordato Arletti, ha coinvolto finora 11mila modenesi ad Albareto, nel forese e in centro storico. Ad Albareto il progetto ha portato la quota di rifiuti differenziati al 75%, ma ha evidenziato costi di gestione molto alti, circa 110 mila euro in più all’anno. La modalità è stata adottata anche da 3 mila famiglie volontarie del centro storico e circa 1000 famiglie del forese. Nel 2011 il sistema di raccolta sarà esteso a esercenti e cittadini del centro storico e saranno fatte le valutazioni della prima fase sperimentale dal punto di vista economico-gestionale, tenendo conto che i modenesi producono circa 130 mila tonnellate di rifiuti urbani ogni anno (circa 700 chilogrammi a testa, di cui 340 differenziati).
Una sezione delle Politiche comunali di gestione dei rifiuti, ha sottolineato l’assessore, è dedicata al termovalorizzatore i cui obiettivi di sviluppo sono: la chiusura definitiva delle linee 1 e 2, il miglioramento delle prestazioni ambientali della nuova terza linea, necessaria per garantire l’autosufficienza provinciale, la sostituzione della quarta nei giorni di fermo impianto o in caso di imprevisti, l’ottimizzazione della produzione di acqua calda per il teleriscaldamento. La riflessione riguarda anche i rifiuti speciali, quelli che non provengono dall’ambito domestico, ma dalle attività produttive, dai lavori edili, dalle attività sanitarie (nel territorio provinciale sono ogni anno 1 milione 900 tonnellate, di cui 75 mila tonnellate classificati come pericolosi).
“Nell’ottica di una maggiore autosufficienza provinciale e di dismissione della discarica di via Caruso – ha ricordato Arletti – la Provincia di Modena ha espresso parere favorevole alla richiesta di aumento della quantità di rifiuti speciali non pericolosi da avviare al termovalorizzatore. Le tonnellate per anno diventeranno 45 mila rispetto alle 30 precedenti, una cifra abbondantemente entro il limite massimo delle 240 mila tonnellate”.
I dati rilevati nel maggio 2010 dallo studio regionale Moniter confermano l’assenza di conseguenze anomale per i cittadini residenti e per il suolo nelle aree direttamente interessate dalle emissioni. Le concentrazioni, grazie allo sviluppo e all’ammodernamento delle linee, sono passate dal 26% al 13,4% del limite di legge.
Rientra nella riflessione sugli obiettivi delle politiche comunali di gestione dei rifiuti anche la Tariffa di igiene ambientale (Tia). Modena, anche con l’aumento del 2,5% applicato nel 2010, resta tra le città emiliano-romagnole con la tariffa più contenuta con circa 160 euro per abitante. Rimini è il capoluogo in cui si spende di più, circa 245 euro, mentre gli abitanti di Forlì sono quelli che in regione pagano meno con circa 144 euro a testa.