Al via il sesto censimento dell’agricoltura, per conoscere come sta cambiando un settore strategico per l’Emilia-Romagna, non solo da un punto di vista economico (nel 2009 il valore della produzione ha sfiorato i 4 miliardi di euro) ma sempre più anche ambientale, paesaggistico e di presidio del territorio. La rilevazione partirà su tutto il territorio emiliano-romagnolo il prossimo 25 ottobre per terminare il 31 gennaio 2011 e sarà interamente gestita dalla Regione Emilia-Romagna.

“Il censimento dell’agricoltura rappresenta ancora oggi uno strumento indispensabile per raccogliere informazioni sulla consistenza e sulle caratteristiche di un settore così importante per l’economia regionale – spiega l’assessore regionale all’organizzazione Donatella Bortolazzi – per la sua realizzazione la Regione ha dovuto mettere in piedi una macchina complessa ed articolata sul territorio, coinvolgendo tutti gli enti locali. Sul fronte organizzativo abbiamo lavorato per creare sinergie a livello operativo, semplificare le procedure, ridurre i costi e sfruttare al massimo i vantaggi offerti dall’utilizzo delle nuove tecnologie”.

Invece che costituire un ufficio comunale di censimento per ogni Comune, la Regione ha deciso pertanto di disegnare la rete territoriale di rilevazione sulle Associazioni e sulle Unioni di Comuni, puntando a realizzare sul territorio sinergie operative e per questa via contenere i costi. Sono stati così costituiti solo 41 Uffici intercomunali di censimento al posto dei 348 uffici comunali ( considerando anche i 7 comuni dell’Alta Valmarecchia entrati in Emilia-Romagna) che sarebbero stati previsti in base alle modalità con cui è stato realizzato il censimento di 10 anni fa.

Per l’organizzazione e la gestione delle operazioni la Regione ha creato un apposito Ufficio regionale di Censimento. Sono stati selezionati, attraverso Ervet, 46 coordinatori intercomunali che collaboreranno con l’Ufficio regionale per organizzare il lavoro degli oltre 500 rilevatori che opereranno sul territorio e per monitorare il corretto andamento delle attività.

Il questionario potrà essere compilato anche on line dal singolo imprenditore agricolo. Ogni azienda agricola ha già comunque ricevuto una lettera dall’Istat con tutte le informazioni necessarie per collaborare alla realizzazione del censimento.

I vantaggi più rilevanti che derivano dal ruolo organizzativo assunto dalla Regione sono legati sia alla qualità dei dati, che dovrebbe essere migliore essendo questi sottoposti ad un controllo diretto della Regione, sia alla possibilità, altrimenti non concessa, di utilizzare subito i dati raccolti ancorché provvisori.

Il censimento è uno strumento fondamentale per impostare le politiche agricole della Regione. Tante infatti le informazioni in arrivo: il numero di imprese agricole, l’incidenza delle varie colture e tipi di allevamento, l’impatto della manodopera straniera, i dati sul ricambio generazionale e sulle tecniche colturali. Proprio sui dati censuari vengono assunte sia a livello nazionale che europeo le decisioni di riparto dei fondi disponibili per cui è fondamentale che si tratti di dati completi ed affidabili, oltre che tempestivi.

Nessuna irregolarità da parte di Ervet nella selezione dei coordinatori intercomunali.

In riferimento alle polemiche apparse sulla stampa, non vi è nessuna irregolarità nel bando di Ervet per la selezione dei coordinatori intercomunali del sesto censimento dell’agricoltura. Tale bando infatti si attiene al “Regolamento nazionale per l’esecuzione del sesto censimento dell’Agricoltura” ( DPR 154/2010), che prevede che queste figure debbano possedere comprovata esperienza in materia di agricoltura, zootecnia e rilevazione statistiche, debitamente documentata e maturata attraverso tre diverse possibilità: titoli di studio (laurea o diploma), iscrizione agli albi professionali; svolgimento di attività professionale pertinente. Di questi tre requisiti Ervet , in piena legittimità, ha deciso di valorizzare in particolare quello dell’esperienza professionale precedentemente maturata in analoga attività di censimento, senza peraltro penalizzare né titoli di studio né iscrizione all’albo. Una scelta quella di Ervet, fatta in sintonia con il parere degli uffici tecnici della Regione. Nulla né nel Regolamento nazionale, né nella successiva circolare emessa dall’Istat, impediva di fare una scelta di questo tipo. Quanto al fatto che Ervet avesse o meno i titoli per compiere tale selezione, va sottolineato che il medesimo Regolamento prevede la possibilità di affidare tale funzione sia a un ente pubblico sia a uno privato.