‘Promuovere la scuola pubblica al tempo della crisi economica’: è l’Ordine del giorno del Gruppo Provinciale PD approvato ieri in Consiglio provinciale.Al Presidente del Consiglio Provinciale

Al Presidente della Provincia

Ordine del giorno: promuovere la scuola pubblica al tempo della crisi economica

Si è concluso l’anno scolastico 2009/10. Un anno scolastico segnato dalla drastica riduzione della spesa per l’istruzione, riduzione presentata come una riforma epocale del sistema scolastico.

Le esigenze del contenimento della spesa pubblica sono imprescindibili ma, dalle scelte del Governo, emerge la volontà di penalizzare l’istruzione. Nella combinazione tagli e riforme funzionali, vengono mutilati fondamentali principi ed obiettivi della formazione scolastica.

Il principio costituzionale dell’uguaglianza delle opportunità

1. I tagli più pesanti colpiscono la scuola primaria e di I° grado dove si concretizza il principio costituzionale dell’uguaglianza delle opportunità. E’ a rischio di compromissione il compito della scuola di prevenire le difficoltà scolastiche, rimuovere gli ostacoli in ingresso delle disabilità, dei disturbi apprendimento e di valorizzare attitudini ed orientamenti.

La cancellazione dei modelli di tempo pieno e di tempo prolungato con le compresenze, che hanno assicurato elevati risultati a livello europeo, porterà a danni incalcolabili nel medio periodo.

Gli effetti saranno quelli di avere giovani in genere meno attrezzati a continuare gli studi e quindi l’obiettivo di Lisbona 2000, che prevede il 90% di diplomati, ancorché lontanissimo al Sud, sarà peggiorato al Nord del Paese, nè saranno ottenuti gli obiettivi della prosecuzione degli studi universitari e dell’aumento dei laureati in ambito scientifico.

La scuola dell’infanzia che, nella nostra Regione, ha visto sempre i Comuni fare la scelta di mettere a disposizione i locali necessari, si trova nella certezza di non poter disporre degli organici.

L’istruzione tecnica e professionale

2. Sarà davvero difficile valorizzare i quadri tecnici delle imprese, uno degli obiettivi della presunta “riforma epocale” della scuola secondaria superiore, non per la riorganizzazione in sè degli indirizzi, quanto per la mancanza di organici adeguati ed investimenti sui laboratori, sulle tecnologie e sulla formazione dei docenti.

Nel frattempo sono stati quasi cancellati i fondi per l’alternanza scuola lavoro e per la terza area dei professionali. E’ difficile prevedere una ripresa dell’istruzione tecnica e professionale, mentre è più probabile, come si evidenzia dai primi dati, una maggiore licealizzazione, con una prevalenza dei percorsi liceali deboli. Il rischio e quello di avere molti precari per i call center e pochi tecnici davvero utili per la nostra industria manifatturiera; dall’agroalimentare, alla meccanica al tessile, al biomedicale.

La Provincia di Modena tra le più colpite

3. La provincia di Modena, che ha una popolazione scolastica di poco inferiore a quella di Bologna ed in costante incremento per i saldi positivi verso le province limitrofe, si trova a subire un taglio degli organici insostenibile per dimensioni e tipologie delle scuole.

Si avrà il sovraffollamento delle classi con problemi didattici in primo luogo

(peggioramento della qualità dell’insegnamento) e con locali inadeguati a norma di legge sulla sicurezza. Le strutture edilizie utilizzate devono rispondere alle esigenze di sicurezza, perciò sono necessarie risorse economiche e si sollecita l’intervento dello Stato con lo sblocco dei fondi previsti già nel 2009.

La questione docenti

4. Il personale della scuola è colpito dalla scure del governo, è trattato con ostilità, talvolta con disprezzo, dal ministro e dai suoi rappresentanti e soprattutto è allontanato del tutto dalla prospettiva di un premio per i più meritevoli della scuola, come il ministro diceva di voler fare.

La riforma del sistema pubblico verso l’efficienza e la qualità si è tradotta, nella manovra correttiva 2010 di Tremonti, in un’umiliazione dei pubblici dipendenti.

In questo quadro la valutazione dei meritevoli e la carriera dei docenti diventano nulla, con la manovra finanziaria si colpiscono i soliti noti a reddito fisso, con l’ormai consueto accanimento nei confronti della scuola, considerata semplicemente una spesa.

Il congelamento per 3 anni delle modeste retribuzioni dei docenti avrà l’effetto di demotivare ancor di più il mondo della scuola al quale si chiede, in realtà, di accettare silenziosamente l’abbassamento dei livelli di qualità dell’insegnamento.

Nel frattempo, senza modificare il vecchio sistema di reclutamento che produce precariato, si cancellano precari che da decenni lavorano nelle scuole lasciandoli senza alcuna prospettiva di reinserimento e di alternative nel mercato del lavoro.

Meno tempo scuola e scuole chiuse

5. Coloro che di recente, in modo estemporaneo, hanno proposto un ulteriore accorciamento del tempo scolastico, per rendere un presunto favore agli albergatori, hanno reso bene l’idea di quanto la scuola sia ben lontana dalle priorità del governo.

Le finanze della scuola oggi sono tali da non consentirne il normale funzionamento.

La manovra del ministero, nel corrente anno scolastico, tesa recuperare i debiti verso le scuola utilizzando l’avanzo di amministrazione accantonato dalle stesse e proveniente da famiglie e da enti del territorio, sono un goffo tentativo di “mettere le mani nelle tasche delle scuole” per sottrarre anche il poco rimasto. La mancanza di fondi adeguati per le supplenze sarà un danno ulteriore alla qualità dell’istruzione.

In un momento di inevitabili sacrifici per il paese si penalizza particolarmente il servizio scolastico, negando i fatti e chiedendo agli operatori scolastici di tacere la verità con la pretesa di connivenza con una situazione di grandi difficoltà.

Il complesso delle azioni sulla scuola ci allontana dalla Costituzione Italiana e ci allontana dall’Europa e nel contempo evidentemente non ci mette in condizione di affrontare la crisi.

Il rapporto della scuola con il territorio, con il mondo economico e con l’idea federalista sarà al centro delle future scelte.

La Regione Emilia Romagna ha dedicato sempre energie e finanziamenti in settori che rappresentano la quota più importante del futuro e delle speranze di sviluppo della nostra area.

In questa prospettiva un nuovo protagonismo della Regione Emilia Romagna nel settore dell’istruzione e formazione dovrebbe assumere obiettivi di trasformazione dell’intero sistema dell’istruzione con i seguenti traguardi:

Obiettivi per le autonomie scolastiche

a) fare integrazione ed alfabetizzazione verso gli stranieri, gli studenti in difficoltà e promuovere il successo scolastico, in particolare nello snodo del biennio superiore dell’obbligo;

b) valorizzare le eccellenze con piani formativi personalizzati ed orientati anche verso la formazione universitaria o post diploma;

c) ampliare il piano dell’offerta formativa per sviluppare l’identità della scuole come interfaccia dell’identità del territorio puntando all’apertura della scuole, in controtendenza rispetto alle scelte che portano ad una descolarizzazione ed alla chiusura della scuola.

d) assumere l’orientamento come progetto di vita. Sostenere la didattica per competenze e la diffusione e documentazione della cultura tecnologica. Sostenere il valore culturale della formazione liceale: presenza sul territorio, interazione con la città e con i servizi culturali e sociali.

Costruire Centri Territoriali per le Autonomie Scolastiche e Conferenze per l’Offerta Formativa

Occorre assolutamente aumentare la collaborazione fra le scuole.

Bisogna organizzare servizi scolastici per reti di scuole nell’ambito della messa in comune di ambito amministrativo-tecnico, nella gestione di procedure amministrative del personale, nell’ambito didattico nella individuazione di progetti di formazione, nella gestione di stage lavorativi e di terza area per gli istituti professionali e nella messa in comune di docenti. In particolare:

1. attivazione di conferenze territoriali per l’offerta formativa per l’individuazione delle quote di flessibilità del 30 – 35 % delle scuole superiori che correggano gli errori della riforma;

2. un piano di investimenti sui laboratori per la didattica e la formazione scientifica e linguistica;

3. progetti di alternanza scuola e mondo del lavoro attraverso patti di sviluppo e di valorizzazione della formazione nell’impresa, in particolare per l’istruzione tecnica e professionale;

4. la creazione di un sistema integrato fra formazione professionale, scuole e mondo del lavoro.

5. costituzione di un servizio autonomo di orientamento territoriale che indirizzi le scelte degli studenti e che fornisca una corretta informazione anche tenendo conto della domanda del mondo produttivo.

Nell’applicazione del titolo V della Costituzione e nel quadro della piena attuazione delle competenze Regionali è giunto il momento di una diversa gestione degli organici regionali della scuola e di attivare norme regionali di natura contrattuale che favoriscano la stabilità dei docenti e la valutazione degli istituti scolastici.

Gruppo Provinciale PD: Giorgio Siena, Luca Gozzoli, Grazia Baracchi