Modena manda definitivamente “in pensione” le discariche, raggiunge il 50% di raccolta differenziata, incrementa il porta a porta, decide di dismettere le linee 1 e 2 dell’inceneritore dei rifiuti e di ristrutturare la terza, ora ferma, come previsto dall’Autorizzazione integrata ambientale del 2007. Ciò consentirà di realizzare un impianto con emissioni molto inferiori rispetto ai limiti di legge, capace inoltre di produrre energia elettrica e termica e di riscaldare migliaia di case modenesi col teleriscaldamento, bruciando rifiuti e sostituendo altrettante caldaie a combustibili fossili. Lo ha deciso la Giunta comunale nella seduta di martedì 12 ottobre, in sintonia con il Piano provinciale di gestione dei rifiuti, che attribuisce al termovalorizzatore un ruolo centrale nel processo di smaltimento dell’indifferenziata. Per procedere, il Comune terrà comunque conto del parere degli organismi di controllo ambientale.
“L’intervento eviterà di fare ricorso, in caso di fermo impianto, a discariche distanti, che comportano costi elevati – spiega il sindaco di Modena Giorgio Pighi – e la città deve potersi garantire l’autosufficienza nella gestione dei rifiuti. Il nuovo impianto si avvarrà di tecnologie moderne, capaci di ridurre considerevolmente le emissioni in atmosfera e limitare ulteriormente l’inquinamento dell’aria. Consentirà inoltre di rispondere in modo più adeguato alle esigenze del sistema produttivo, fatto di piccole e piccolissime imprese artigianali e commerciali, controllando gli incrementi dei costi dei servizi e quindi delle tariffe”, conclude il sindaco.
Nella provincia di Modena si producono, infatti, oltre un milione 900 mila tonnellate di rifiuti speciali, escludendo quelli provenienti dalle attività di costruzione e demolizione, e 456 mila tonnellate di rifiuti urbani. Materiali inerti, ferrosi, metalli e vetri vengono avviati ai recuperatori, ma una parte rilevante di rifiuti, in tutto e per tutto simili a quelli urbani, vanno in vario modo in diversi impianti di smaltimento fuori dalla provincia: discariche, inceneritori o centrali termiche e cementifici, con trattamenti non sempre corretti.
La possibilità di bruciare una quantità maggiore di rifiuti prodotti dal mondo delle imprese è facilitata dall’aumento della raccolta differenziata, passata dal 30% nel 2005 al 50% di oggi, con un incremento medio di 5 punti ogni anno e con l’obiettivo di raggiungere il 65% entro il 2014. Accordi volontari per la riduzione della produzione dei rifiuti hanno consentito di contenere l’aumento della produzione (che si attesta sui 690 chilogrammi pro capite l’anno), sono state attivate 2 nuove isole ecologiche, una fissa e una itinerante, mentre circa 11 mila cittadini sono coinvolti in attività di raccolta domiciliare (porta a porta) parziali o integrali. Centinaia di cassonetti grigi sono stati inoltre eliminati e sostituiti con quelli destinati alla differenziata ed è in corso, nel territorio della Circoscrizione 3, un progetto per aumentare l’efficienza del sistema di raccolta stradale.
“Sulla base delle indicazioni date dal Consiglio comunale – ricorda l’assessore comunale all’Ambiente Simona Arletti – abbiamo chiesto a Hera di mettere a punto un progetto che incrementi anche la raccolta porta a porta a partire dai residenti del centro storico, ristoranti, bar e negozi di frutta e verdura”. In città sono già 846 gli esercizi commerciali a cui viene garantito un servizio individualizzato di raccolta differenziata dei rifiuti e circa 3 mila le famiglie del centro che volontariamente aderiscono alla raccolta domiciliare.
Oggi Modena è tra le prime 3 città italiane con oltre 150 mila abitanti per la raccolta differenziata e la percentuale avviata a smaltimento si è ridotta allo 0,2%, mentre il ricorso alle discariche sul territorio provinciale è ulteriormente sceso a poco più del 17%. Col progetto Sistema Modena 65 si punta a creare un modello Modena condiviso coi cittadini.
“Stiamo costruendo la comunità del recupero e del riciclo che l’Europa ci chiede – conclude Arletti – e l’area impiantistica di via Caruso sarà riqualificata con l’obiettivo di diventare un polo avanzato del riciclo. Oltre alla sostituzione della vecchia linea ai fini di migliori prestazioni anche ambientali, si prevede di potenziare l’impianto di selezione per aumentare il recupero dei materiali prima dell’incenerimento e di riconvertire gli impianti dei rifiuti pericolosi e degli altri rifiuti speciali per aumentare il riciclo”.