Il Comitato Direttivo della Cgil di Modena, riunitosi in data 28/09/2010, esprime solidarietà nei confronti di Frank Agyei, lavoratore ghanese dipendente di un’azienda metalmeccanica modenese dal 1996. Frank Agyei è vittima delle norme razziste e discriminatorie messe in atto dal Governo, a partire dalla Legge Bossi-Fini, ulteriormente peggiorata dall’approvazione dell’inaccettabile Legge 94/2009 detta “pacchetto sicurezza”.
Nel 2002, Agyei viene fermato per un reato minore e subisce un processo che porta nel 2004 alla condanna di 1 anno e 4 mesi di reclusione con sospensione della pena perché incensurato. Nello stesso anno gli viene revocato il permesso di soggiorno e nel 2007 viene interessato da un decreto di espulsione “per pericolosità sociale” al quale non ottempera, rimanendo in Italia. In questi anni Agyei ha continuato ad essere regolarmente occupato, titolare di regolare contratto di affitto registrato all’Agenzia delle Entrate, a versare tasse e contributi previdenziali, mantenendo con il proprio lavoro la famiglia in Ghana. Ha condotto in questi anni la propria vita in modo onesto e rispettoso delle leggi, tanto che non gli è ascrivibile nemmeno una multa. Ieri, dopo essere stato fermato per un normale controllo ed essere stato trovato sprovvisto di permesso di soggiorno in corso di validità, è stato processato per direttissima e successivamente tradotto al C.I. E in attesa di espulsione.
La Cgil esprime la propria contrarietà e indignazione per l’evidente discriminazione messa in atto di profonda disparità di trattamento tra chi è italiano e chi è immigrato. Un italiano che avesse avuto gli stessi trascorsi di Agyei, cioè aver commesso un errore nel passato e avere poi dimostrato, con un comportamento irreprensibile negli anni, di avere cambiato decisamente rotta, non avrebbe subito lo stesso trattamento. Dove sono finiti i concetti di riabilitazione dei soggetti e del loro recupero alla e nella società di cui tutti parlano e con cui tutti si dichiarano d’accordo? Dobbiamo pensare che questi concetti non facciano riferimento alle persone, quanto invece al tipo di passaporto che possiedono e soprattutto alla nazionalità?
La Cgil auspica una soluzione che permetta veramente la riabilitazione di chi, commesso uno sbaglio, dimostra la propria volontà di rigare dritto attraverso i quotidiani comportamenti e per questo, nei prossimi giorni chiederà di incontrare il Prefetto e i Parlamentari modenesi.