Sono 12 le proposte presentate da aziende private, in risposta all’invito pubblico del Comune di Reggio a manifestare interesse nell’ambito del Programma di rigenerazione urbana del quartiere Mirabello.
“Una risposta di tutto rilievo – dice l’assessore ai Progetti speciali, Mimmo Spadoni – che testimonia l’interesse delle imprese private alla proposta progettuale complessiva dell’Amministrazione comunale per la riqualificazione del quartiere e rappresenta uno stimolo importante anche sul piano economico, in questa particolare fase di crisi. La collaborazione fra pubblico e privato, già sperimentata in altri interventi rilevanti per la città come il Pru per la Città storica comprendente fra l’altro il Mercato Coperto, piazza della Vittoria e l’Isolato San Rocco, si consolida ulteriormente per il bene della comunità”.
“Per il Mirabello – sottolinea Spadoni – proponiamo un approccio integrato alla riqualificazione dell’intero quartiere e non guardare al singolo edificio o spazio, per migliorarne la qualità urbana e incrementare il senso di appartenenza degli abitanti, investendo sulla capacità della zona di produrre economia e occasioni relazionali. Lo facciamo attraverso il coinvolgimento della città e di investitori privati che vogliano costruire insieme a noi progetti sostenibili per migliorare la qualità urbana e di vita dei cittadini. Nel quartiere Mirabello, un luogo strategico per Reggio, esiste un patrimonio pubblico di grandissimo rilievo e dalle grandi potenzialità che vogliamo mettere a disposizione della città”.
CHI HA RISPOSTO – Alla manifestazione d’interesse – al 15 settembre scorso, giorno in cui scadeva l’invito a presentare proposte – hanno risposto le seguenti aziende e privati: Cme Consorzio Imprenditori edili, Fabrizio Cicconi fotografo, Associazione culturale Yoga Al Centro, Costruttori spa (Collegio costruttori edili di Associazione Industriali), Consorzio solidarietà sociale Oscar Romero, Api-Con (Consorzio stabile Api), Unieco società cooperativa, Tecton-Beriv, Consorzio fra costruttori Cfc, Antico Caseificio Sant’Antonio Azienda agricola, Stefano Camellini e Cer Consorzio emiliano-romagnolo fra le Cooperative di produzione e lavoro.
UN PERCORSO IN DIALOGO – Un’apposita commissione valuterà a partire dai prossimi giorni contenuti e qualità delle proposte progettuali, verificandone il pubblico interesse e in dialogo con i soggetti che hanno presentato dichiarazione di manifestazione di interesse . La filosofia dell’Amministrazione comunale, che ha ruolo di “regia” nell’operazione, è infatti quella della massima inclusione delle proposte e della creazione della massima sinergia fra la città e le imprese. Il confronto servirà inoltre a rendere le proposte unitarie, coerenti fra loro e con indirizzi e obiettivi del Programma di rigenerazione urbana, approvato dal Consiglio comunale nel dicembre 2009.
Il Comune, che valuterà le proposte attivando un dialogo con i diversi portatori d’interesse, metterà a disposizione il diritto di utilizzare le unità immobiliari di sua proprietà al centro degli interventi e il diritto di utilizzare potenzialità edificatorie già esistenti o da attribuire. I finanziamenti e le attività di fund raising per la progettazione e realizzazione degli interventi saranno esclusivamente a carico dei soggetti attuatori, così come gli oneri e i rischi inerenti la successiva gestione tramite concessione.
IL QUARTIERE E GLI AMBITI DI INTERVENTO – Il quartiere Mirabello è compreso tra viale Matteotti e viale del Partigiano, via Emilia Ospizio-via Olimpia e via Terrachini, si estende su un’area complessiva di 447.616 metri quadrati (157.600 metri quadrati di città pubblica, pari al 35 per cento), vi abitano 3.500 persone. L’obiettivo è valorizzare al meglio le potenzialità della zona rispetto alla fruizione degli spazi pubblici, ai servizi, al commercio e alla residenza. Su quattro macro aree – parco Matteotti, stadio Mirabello, Polveriera e via Melato – l’Amministrazione ha fissato gli obiettivi di recupero e sviluppo all’interno dell’intero quartiere.
LE QUATTRO MARCO AREE – Per quanto riguarda nello specifico le linee di intervento fissate per le quattro macro aree del quartiere, si prevede:
Al Parco Matteotti una piazza verde – L’attuale parco pubblico, di fatto una grande aiuola spartitraffico con all’interno alcune attrezzature (area gioco bimbi fissa e temporanea e chiosco edicola), deve essere trasformato in una piazza verde progettata per offrire nuove attività ludico-ricreative a specializzazione sportiva oltre ad attrezzature e servizi per gli abitanti della zona, in particolare bambini e anziani.
Stadio Mirabello: una struttura sportiva attiva 12 mesi all’anno – L’attuale stadio, nonostante alcune riforme strutturali, rimane ancora un corpo estraneo al quartiere, ma al tempo stesso una struttura sportiva indispensabile per dare risposte concrete e in breve tempo alle realtà presenti sul territorio. Per queste ragioni deve essere riprogettato per divenire più fruibile e più flessibile nell’utilizzo, grazie ad esempio alla realizzazione di un manto erboso sintetico in grado di permettere l’utilizzo del campo da gioco dodici mesi all’anno e con maggiore frequenza.
Obiettivo dell’intervento è inoltre un miglior inserimento dello stadio nella struttura fisica e relazionale del quartiere da realizzarsi a livello percettivo tramite una riduzione, riforma o mimesi delle sue componenti strutturali: tribuna, tralicci dell’illuminazione, vani tecnici, recinzioni e delle sue aree perimetrali da riutilizzare non come confini ma come elementi di raccordo con il quartiere (percorsi pedonali e ciclabili contraddistinti da alberature, momenti di sosta, attrezzature) e in particolare con il parco Matteotti e la ex Polveriera.
Alla Polveriera un nuovo centro civico e per Servizi – L’attuale complesso, destinato a parcheggio pubblico e in gran parte sottoutilizzato, deve essere riqualificato e trasformato in centro civico, perno di tutta la città pubblica che gravita nel quartiere e progettato per rispondere al supporto logistico dei servizi all’educazione esistenti (scuola elementare e materna) e a creare centralità relazionale con l’insediamento di nuovi possibili servizi a servizio sia del quartiere che dell’intera città:
– sociale (ad esempio: centro sociale, circoli di zona, biblioteca, mediateca, sede di associazioni ed enti…)
– della produzione culturale (ad esempio: jazzclub, loft per giovani creativi…)
– commerciale (ad esempio: medie e piccola superficie, mercati o fiere tematiche periodiche… )
– del terzo settore (ad esempio: associazioni no profit, imprese e cooperative sociali… ).
In via Melato un centro sportivo integrato – L’attuale area sportiva, suddivisa in 4 distinte attrezzature (campo di atletica, impianto natatorio, circolo tennis e campo da calcio) con tempi e modalità d’uso fortemente differenziati, deve essere trasformata in un centro sportivo integrato per integrare l’offerta sportiva attraverso un’unica gestione o più gestioni coordinate. In secondo luogo ad ammodernare e riqualificare le attrezzature esistenti. Infine a introdurre attrezzature per nuovi servizi per lo sport e per tutte le attività e interessi che ne costituiscono il contorno tecnico e culturale, per il benessere, la salute e il tempo libero in grado di rispondere a target generazionali e fruitivi differenti, indicativamente: strutture sportive indoor, strutture sportive outdoor, strutture ricettive, strutture medico sportive, strutture per il fitness, strutture per il relax e il tempo libero e la cultura sportiva.