Sono stati respinti dal Consiglio provinciale di Modena i due ordini del giorno sulla Fondazione Cassa di risparmio di Modena, entrambi del Pdl, presentati rispettivamente dal capogruppo Dante Mazzi e da Bruno Rinaldi, Luca Ghelfi e Mauro Sighinolfi. I gruppi di maggioranza (Pd e Idv) hanno espresso voto contrario; favorevoli Pdl, Lega nord e Udc.

«L’obiettivo di questo ordine del giorno è portare fuori dalle segrete stanze, nella sede istituzionale, che è quella più opportuna, il dibattito sulle decisioni della Fondazione» ha affermato Dante Mazzi (Pdl) nella presentazione, sottolineando di «riconoscere autonomia decisionale alla Fondazione» ma auspicando un «dibattito sulle politiche di investimento di un patrimonio della collettività che hanno ripercussioni importanti sull’intero territorio». «La Fondazione deve essere un patrimonio di tutti i modenesi» ha detto Mauro Sighinolfi (Pdl), mentre Bruno Rinaldi (Pdl), nel presentare l’ordine del giorno, ha auspicato che «la decisione che porterà a indicare i rappresentanti della Provincia nella Fondazione sia condivisa e partecipata da tutti, a salvaguardia di un principio di equilibrio e a dimostrazione – ha concluso il consigliere – che siamo un’opposizione che si vuole assumere le proprie responsabilità».

«I due documenti sono un’invasione di campo che lede l’autonomia della Fondazione» ha replicato Luca Gozzoli, capogruppo Pd, sottolineando «l’evidente spaccatura all’interno del Pdl». Non sintomo di divisione ma «complementari» ha risposto Luca Ghelfi (Pdl) per il quale «la politica si deve rapportare con le fondazioni. Non sindachiamo il potere del presidente Sabattini ma è chiaro che le scelte dei consiglieri di indirizzo sono politiche e il centro destra è attrezzato per interloquire e fare proposte nel rispetto delle prerogative di tutti». Commentando che è «ridicolo che proprio il Pd parli di spaccatura nel Pdl», Fabio Vicenzi (Udc) ha affermato che «dissentire non vuol dire mancare di rispetto all’autonomia decisionale», ribadendo poi che la decisione della Fondazione «è sbagliata nel merito e nel metodo». Secondo Stefano Corti (Lega nord) scegliere «rappresentanti graditi sia alla maggioranza che alla minoranza sarebbe solo un gesto di democrazia», mentre per Patrizia Cuzzani (Idv) le regole per la nomina «ci sono già e vanno rispettate» e per Monica Brunetti (Pd) «le istanze del territorio sono già ampiamente rappresentate dalle associazioni».