Inutile che l’Amministrazione si pavoneggi per trenta chilometri di pista ciclabile sul nostro territorio perché quelli sono, a tratti, chilometri molto pericolosi. La pericolosità di quei collegamenti ciclopedonali, fortunatamente non tutti, è ormai nota e a nulla sono valsi i nostri richiami nelle sedi istituzionali per porvi rimedio. Ci era stato risposto che sarebbero intervenuti ma, come al solito, si trattava di promesse.
Le strutture, così dette di protezione o di separazione dalla normale percorrenza veicolare, sono una delle peggiori realizzazioni, oggi eseguite, laddove si pratica il tempo libero lasciando in bella vista pericolosamente, lame di zinco e spigoli taglienti e accuminati e, una normale caduta per inciampo, potrebbe trasformarsi in una disgrazia.
Trattasi delle ultime realizzazioni, quelle a fianco di via S.antonio o della via Giardini verso Modena, solo per citarne un paio, che visionandole attentamente, mettono in evidenza la traumaticità in caso di collisione di una gamba o ancor peggio della testa.
Chi ha progettato, deliberato ed eseguito quei progetti è necessario faccia qualche riflessione a proposito di sicurezza passiva.
Inoltre dall’illuminazione scadente e a volte mancante fino alla manutenzione mai o mal eseguita, dalle protezioni divelte o mancanti fino alla mancanza di segnaletica adeguata è lo stato di fatto di queste tanto decantate piste ciclabili sempre più abbandonate a se stesse.
Con il sottopasso di via Gramsci poi non si risolve il problema del passaggio a livello ma si aggrava l’attraversamento del paese perché si perde un terzo dei collegamenti est-ovest e le vie Ferrari e Pascoli dovranno farne le spese.
Altro che ciclabili per un comune pulito, servono ciclabili funzionali e sicure.
(Giacobazzi capolista del gruppo politico“Il Popolo della Libertà”)