Ho letto oggi del convegno organizzato da rappresentanti di Rifondazione Comunista sulle Foibe: giovani come Francesco Giliani che pensano che quanto accaduto in quelle terre martoriate sia solo una verità di stato per ridimensionare il nazifascismo… parole che si commentano da sole.

Ricordo solo pochi giorni fa la durezza con cui furono accolte dalla sinistra le dichiarazioni di Casa Pound, anch’esse imbevute di una sorta di ridimensionamento della Shoa su fronte opposto. Ebbene, la mia storia personale, di uomo di centro, mai affine a nessun tipo di ideologia, di destra o di sinistra, mi fa dire che certe frasi, dette da giovani invece troppo imbevuti di ideologia, suonano sinistre a chi ricorda le nefandezze che sono state realizzare in nome di esse.

La mia cultura liberale mi insegna che il diritto di parola deve essere concesso a tutti, ma esso va di pari passo col diritto di dissentire, con forza da chi pensa che sia col conto dei morti, o col negare che essi ci siano stati, che si combattano le battaglie ideologiche. Vorrei ricordare loro che è grazie ad una democrazia garantita da forze che sono state liberali e democratiche che oggi questi giovani possono pronunciare frasi di questo genere.

Sgomberiamo il campo da alcuni dubbi: nessuno ricordando le foibe vuole togliere meriti ai movimenti della Resistenza, piuttosto c’è chi ha provato a tingerli di un solo colore. Bisogna però ricordare che accanto alle luci, ci sono ombre che vanno ricordate, perché ad un totalitarismo non se ne opponga un altro: questo è il significato di ricordare la Shoa, le Foibe, e tutte le vittime – troppe – che i totalitarismi hanno lasciato sul terreno.

Avv. Gian Paolo Lenzini – Vice coordinatore regionale – PDL