Nella nostra regione regione i Poliziotti Penitenziari sono meno di 1800 a fronte di un organico di 2400, quindi c’è una carenza rispetto all’organico del 27%, peggio che a livello nazionale dove la carenza, già comunque grave, è del 18%.
I detenuti invece sono circa 4500 a fronte di una capienza degli istituti penitenziari di 2382 e una tollerabilità che arriverebbe a meno di 4000. Anche in questo caso la situazione è peggiore di quella che c’è a livello nazionale dove i detenuti sono sempre troppi, ma quelli presenti ancora non hanno superato la capienza considerata (sulla carta) tollerabile; manca comunque poco: 65.000 presenti su 66.500 tollerabili.
La FP Cgil della Polizia Penitenziaria dell’Emilia Romagna, condivide lo stato di agitazione proclamato dal proprio coordinamento nazionale, denunciando l’assenza di una politica seria e attenta ai bisogni del pianeta carcere da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
I dati dimostrano quanto il Dipartimento sia sordo ad ogni richiesta di maggiore attenzione alle problematiche in essere più volte segnalate, sia quelle del personale, come anche quelle legate alle tragedie degli ultimi tempi, compreso i continui suicidi della popolazione detenuta.
Informiamo che questo Coordinamento ha interrotto le relazioni sindacali con il Provveditorato dell’Emilia Romagna dal 25 novembre 2008. Da troppi anni, a nostro giudizio, non si sono risolte le questioni sollevate dalle OO.SS., anzi si continuano a proporre dei grandi bluff ai danni degli ignari cittadini e della Polizia Penitenziaria non ultimo il cosiddetto “piano carceri”. Viene annunciata la costruzione di decine di carceri e padiglioni aggiuntivi in pochi mesi quando ad esempio a Forlì c’è un carcere ultimato e non ancora utilizzato.
La Polizia Penitenziaria verrà sempre più considerata una forza di Polizia di serie “B” come dimostra la contrazione del periodo formativo d’immissione nel corpo dei neo assunti proposto dal Ministro Alfano, pari a “soli 6 mesi” a fronte dei 12 mesi previsti negli altri corpi. Alla Polizia Penitenziaria vengono richieste prestazioni lavorative di oltre 36 ore contrattualmente previste a tutte le forze di polizia ed armate, ma senza riconoscergli il lavoro straordinario se non dopo aver superato le 42 ore lavorative settimanali, svolgendo di fatto 6 ore lavorative gratis, in penitenziari ormai di fatto diventati “Containers” dove regna sovrano caos e insicurezza.
Al personale viene negato anche il dirittto di organizzarsi la propria vita privata e sociale fuori dalle mura del carcere, in quanto l’amministrazione non riesce più a garantire loro un servizio mensile programmato. Personale che, forse, sa oggi cosa farà domani !!!
E’ deprecabile che ciò si verifichi in un paese civile quale si definisce l’Italia ma per Noi, lo è ancor di più se pensiamo alla nostra Regione dove i detenuti ormai vengono stipati nelle sale adibite ai colloqui o addirittura nei sottoscala.
“Niente e’ stato fatto per rendere accettabili, o quantomeno sopportabili, i carichi e le condizioni di lavoro sul fronte del personale, solo false promesse e accanimento nei confronti del personale per mezzo di strumenti quali i giudizi di fine anno e i procedimenti disciplinari, come efficace forma di governo del personale.
Niente di incisivo e tangibile sul versante del sovraffollamento delle carceri, gravate da un surplus che ormai ha superato i limiti di Tolleranza dichiarati dalla stessa Amministrazione Penitenziaria.
Luoghi sempre più simili a dei “lager” ove gli operatori penitenziari sono obbligati ad adoperarsi per fronteggiare situazioni sempre più allarmanti. Cosa di grave deve ancora avvenire nel “Pianeta Carcere” per svegliare dal lungo periodo di letargo i Dirigenti del Dipartimento, le Istituzioni, i nostri Politici e l’opinione pubblica?
I lavoratori della Polizia penitenziaria evidentemente sono stati dichiarati colpevoli di qualche ignoto reato da parte dell’Amministrazione per cui lavorano e quindi devono essere puniti.
Il Dipartimento, accantonata la proclamata politica del benessere del personale sa solo parlare di cemento e forse di 2000 assunzioni su 6000 carenze; oltre ad essere sordo è anche cieco, visto che ogni anno perde 1000 Lavoratori della Polizia Penitenziaria per pensionamento e che per nuove strutture penitenziarie serve anche aumentare l’organico del Corpo, non solo ridurre le carenze già esistenti.
A queste domande non c’è solo silenzio, c’è un Provveditore come quello della nostra regione che chiede soldi ai Poliziotti!
Per le motivazioni su esposte il personale di Polizia Penitenziaria aderente alla Funzione Pubblica Cgil “entra in stato di agitazione permanente, lasciando libera scelta alle singole realtà territoriali di decisione sulle forme di lotta e mobilitazione che riterranno mettere in campo”, affinché sia visibile quanto stiamo denunciando da diversi anni.
L’attesa dei lavoratori e della nostra organizzazione nei confronti del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha raggiunto il limite della tollerabilità”. E’ ora di cambiare rotta e di rispettare maggiormente coloro che a qualsiasi titolo operano nelle carceri.
(Gianni Paoletti, Segr. Reg.le FP Cgil E.R. – Marco Martucci, Coord. Reg. FP Cgil Polizia Penitenziaria)