Dopo la serata di ieri al Teatro Ariosto in cui Giorgio Albertazzi ha letto i testi vincitori del concorso “Matilde di Canossa – medioevo contemporaneo” ideato dalla Provincia di Reggio Emilia, dalla Corte Ospitale di Rubiera e dalla casa editrice minimum fax, questa mattina il Maestro si è recato a Canossa per “incontrare” i luoghi in cui ha vissuto ed operato la Grancontessa.
La suggestiva scenografia del Castello ha fatto da sfondo ad un interessante scambio di battute ed opinioni tra la Presidente della Provincia, Sonia Masini e Giorgio Albertazzi, proprio nei giorni in cui cade l’anniversario del perdono. La Presidente e Albertazzi hanno riflettuto sulla figura della Grancontessa che come ha affermato la Masini stessa “era una donna caparbia, energica, colta, altera eppure sensibile, caratterizzata da una forte volontà e un’intelligenza fuori dal comune, capace di comprendere e di mediare”. La Presidente ha anche sottolineato l’importanza della serata di ieri al Teatro Ariosto che ha visto la presenza di molti giovani, il progetto su Matilde vuole infatti coinvolgere un pubblico ampio ed eterogeneo partendo anche e soprattutto dalle scuole e dalle giovani generazioni.
La mattinata si è conclusa con il bellissimo monologo di Albertazzi sull’Enrico IV di Pirandello, commedia sulla pazzia e sul rapporto, complesso e inestricabile tra personaggio e uomo, realtà e finzione, verità e apparenza. L’ Enrico IV e’ da sempre considerato una grande prova d’attore nella quale si sono cimentati mostri sacri del teatro come Romolo Valli, Salvo Randone, Giulio Bosetti e lo stesso Giorgio Albertazzi. La sua interpretazione oggi a Canossa ha contestualizzato il testo all’attualità dei giorni nostri; la parola ‘amore’ quasi mai pronunciata nel testo e’ in esso invece sottesa varie volte come se la follia nasca proprio dalla mancanza d’amore e ne indichi con lucidita’ ragioni alte del percorso mentale e scenico. E’ proprio dalla lettura e poi messa in scena di questo testo pirandelliano che Albertazzi negli anni ottanta ha conosciuto ed incontrato la figura di Matilde, “una personalità” come lui afferma “complessa, combattuta e in continua lotta con se stessa e per questa sua struggente ambiguità ricca di fascino e contemporaneità”.
La serata al Teatro Ariosto di ieri sera ha visto protagonista sul palcoscenico Giorgio Albertazzi che ha interpretato con entusiasmo e ironia le due drammaturgie vincitrici del concorso “Matilde di Canossa – medioevo contemporaneo” rispettivamente di Pietro Dattola e Stefano Massini. Tra riferimenti filosofici, letterari e storici il Maestro ha inquadrato la figura della Grancontessa, donna dal forte e deciso temperamento, caratterizzata da una regalità che traduce sempre in azioni, generando un fascino molto particolare. Albertazzi è passato poi alla lettura integrale del testo di Pietro Dattola “Gregòrrio” che parla dell’uomo fedele, da cinquant’anni al servizio di Matilde che “vede” la vicenda del perdono da un’inquadratura decisamente interessante; è seguita la lettura di alcuni “capitoli” del testo di Stefano Massini in cui il protagonista vero è il sangue, filo conduttore di tutti i racconti: il sangue versato della morte del padre, così come quello degli attacchi epilettici di cui Matilde stessa soffriva dall’età di 10 anni o dell’omicidio del primo marito Goffredo il Gobbo.
Albertazzi ha sottolineato che a Reggio Emilia e in particolare alla Corte Ospitale di Rubiera, ha trovato un fermento e un entusiasmo che fanno bene al teatro, contribuendo ad accrescerne il mistero e la fascinazione.
Nella primavera prossima verrà pubblicato e distribuito dalla casa editrice romana minum fax un volume che conterrà i testi integrali di Dattola e Massini e nell’appendice le sinossi e le brevi biografie di altri 8 autori, le cui proposte, per diverse ragioni, sono state giudicate di particolare interesse dalla commissione.
Quella dell’Ariosto è stata una tappa importante del progetto che s’inserisce all’interno delle diverse iniziative culturali che la Provincia di Reggio Emilia sta promuovendo sul territorio per valorizzare nella sua complessità la figura di Matilde di Canossa, intrecciando la ricchezza dei diversi linguaggi: teatro, musica, arte, letteratura.