Il Consiglio comunale ha approvato ieri sera due ordini del giorno, relativi alla situazione delle ceramiche Marazzi e al gemellaggio Sassuolo-Irsina, all’unanimità. Questo uno degli elementi più importanti emersi dalla seduta, che ha trattato cinque punti, partendo da un’interrogazione rivolta al sindaco Luca Caselli dal consigliere del Pd Davide Ricci a proposito delle recente commemorazione dell’eccidio di Manno di Toano, l’11 ottobre scorso, e dei disguidi che si sono verificati nell’occasione. Ricordando brevemente l’accaduto, Ricci ha infine chiesto di porre attenzione ai prossimi eventi commemorativi perché non si verifichino ulteriori problemi.
Il sindaco Luca Caselli ha risposto ricordando i fatti, sottolineando come l’organizzazione fosse stata preparata esattamente come accadeva negli anni precedenti. Ha anche ricordato di essersi scusato personalmente durante la cerimonia per i disguidi, in particolare per la mancanza del mezzo Atcm che avrebbe dovuto trasportare parte dei partecipanti, per la mancanza della banda e delle corone commemorative. Caselli al termine del suo intervento ha però anche sottolineato, prendendosi dichiaratamente la responsabilità di questa dichiarazione, di avere in seguito avuto più di un segnale di un tentativo di creare difficoltà all’organizzazione del cerimoniale. Si sentono da più parti persone che manifestano soddisfazione per aver realizzato una sorta di boicottaggio, ha detto, e quindi oggi mi sento di dire che l’amministrazione aveva organizzato regolarmente l’evento e non deve chiedere scusa a nessuno, mentre sono probabilmente altri a doverlo fare.
Davide Ricci si è dichiarato insoddisfatto della risposta, non tanto per le parole usate nella replica, ha detto, quanto nell’attesa di vedere se i prossimi eventi commemorativi, a partire dal 4 novembre, si svolgeranno senza difficoltà. Il mio unico auspicio, ha detto il consigliere, è che queste cose non si ripetano più e solo a questo scopo era indirizzata la mia interrogazione.
Dopo l’appello è stato affrontato il secondo punto, un ordine del giorno ad opera del gruppo Pd dedicato al superamento della moschea di via Cavour, nel quale si chiedeva l’impegno della giunta ad attivare un tavolo di confronto aperto anche ai capigruppo consiliari per trovare attraverso il dialogo una soluzione condivisa a livello territoriale. Conosco la delicatezza dell’argomento, ha detto il consigliere Pd Graziano Pattuzzi, e vedo che il problema del luogo di culto che comunemente indichiamo come moschea, in via Cavour, non è risolto. Chi si ritrovava a pregare nella struttura ora lo fa all’esterno, con problemi per la circolazione e pericoli evidenti, o nel vicino Parco Amico, con difficoltà e disagi sia per i cittadini di culto islamico sia per gli abitanti italiani della zona. Noi vorremmo che la sede di via Cavour venisse superata e risulta che gli stessi occupanti islamici siano d’accordo. Però l’espediente dell’abuso edilizio è insufficiente, sappiamo che una volta sanato non consentirà di mantenere la chiusura, invece bisogna lavorare insieme verso una soluzione concordata, faticosa soprattutto per una maggioranza che ha assunto questo impegno in campagna elettorale. Chiediamo la convocazione di un tavolo di confronto aperto anche ai capigruppo, con le due associazioni islamiche, verso l’individuazione di un unico luogo di culto sul territorio, per esempio nella stessa zona di via Regina Pacis dove il prefabbricato attualmente esistente non sembra creare particolari problemi e disagi. Se da questo tavolo uscissero possibili soluzioni anche fuori dal territorio sassolese potrebbero essere adeguatamente vagliate in una sede di confronto e dialogo.
All’intervento di Pattuzzi ha subito replicato il vicesindaco Gian Francesco Menani, spiegando che il problema di via Cavour non è superato, che l’abuso viene rimosso in questi giorni e che i rapporti con l’associazione continuano, con incontri a cadenza quasi settimanale. In particolare giovedì 29 ci sarà un nuovo incontro con la proposta di altri luoghi per un centro di culto islamico. Menani ha anche precisato che il permesso alla struttura attualmente esistente in via Regina Pacis verrà rinnovato fino al 15 dicembre ma poi non c’è più l’intenzione di confermarlo. Ho già sconsigliato a chi pregava in via Cavour di ritrovarsi a pregare nel parco, anche perché è gestito da un’associazione e non avremmo potuto dare una simile autorizzazione senza scavalcare i gestori. Incontri ci saranno anche in futuro e con tutte e due le associazioni islamiche, ma non ritengo opportuno aprire ai capigruppo. C’è una giunta che è chiamata a decidere e la giunta deciderà.
Il consigliere Lombardi del Pd ha ribadito come il gruppo e il partito saranno sempre a favore di politiche che soddisfino il diritto alla preghiera garantito dalle leggi. Attualmente, ha detto, con una settantina di persone che si riuniscono davanti allo stabile chiuso, la situazione è peggio di prima. Siccome si parla da più parti e anche da parte degli stessi islamici del superamento della sede invitiamo a evitare il muro contro muro e a ricercare il dialogo.
Antonio Caselli del Pd ha spiegato la proposta di un tavolo di confronto aperto. Servirebbe, ha detto, a superare un momento difficile e un clima fatto finora di contrapposizioni forti, che discendono ancora dalla campagna elettorale. La posizione iniziale della giunta era quella di chiudere tutte le moschee di Sassuolo e dobbiamo oggi chiederci se questa sia effettivamente e ancora la soluzione più opportuna nell’attuale situazione sociale. Il tavolo poteva servire a trovare le giuste mediazioni per superare un disagio che al momento è grave per gli stranieri come per i sassolesi. Se la posizione restasse quella della chiusura totale, gioverebbe ricordare l’articolo 20 della Costituzione (Caselli ne ha data lettura, sottolineando il no a restrizioni di qualunque tipo per la pratica religiosa).
Claudio Corrado del Pdl ha precisato i termini, che spesso sono soggetti a fraintendimenti, ha spiegato. In particolare parliamo sempre di moschea mentre siamo davanti a luoghi di culto. Non giocare coi termini potrebbe essere un primo passo verso un dialogo necessario, di cui Sassuolo deve farsi apripista anche nei confronti di altre realtà. Non si può costruire un luogo senza prima incontrarsi e capirsi. Il problema è complesso, dovrebbe essere affrontato a livelli extraterritoriali, addirittura europei, ma a livello locale il primo passo credo debba farlo la comunità musulmana sassolese, mostrando atteggiamenti nuovi.
Sandro Morini del Pd ha ribadito che al di là degli intenti di conoscenza e dibattito sul problema ai più alti livelli, Sassuolo vive nell’immediato una situazione difficile, peggiorata a parere del consigliere dopo la chiusura per abuso edilizio dello stabile di via Cavour. Le proposte di luoghi in altri Comuni uscite in questi giorni, ha detto Morini, sono provocatorie ma non risolutive ed è evidente che possono incontrare solo risposte negative da chi le riceve. Noi vorremmo dare un contributo non fazioso al tavolo del confronto e abbiamo individuato la presenza dei capigruppo come la possibilità migliore di dialogo senza eccessiva visibilità e contrapposizione.
Andrea Gandini della Lega Nord ha rilevato che, se la minoranza sassolese pare favorevole all’accoglimento di una moschea sul territorio, così non è per i colleghi di centro-sinistra delle amministrazioni vicine che hanno dichiarato di non volere il luogo di culto sul loro territorio. L’amministrazione sassolese, ha detto Gandini, sta prestando fede a quanto era contenuto nel programma elettorale, non darà quindi luogo a una sede di culto islamico. Cerca quindi il dialogo con le località vicine ma a quanto pare non sempre lo trova.
Giuseppe Megale del Pd ha rilevato un problema affrontato, secondo il consigliere, con superficialità e alimentando tensioni. Il problema è di Sassuolo e da noi deve essere studiato e risolto, non ricercando capannoni altrove. Ma credo che i miei colleghi di opposizione siano troppo ottimisti nel ricercare il dialogo con questa amministrazione.
Stefano Bargi della Lega Nord ha ribadito che la Lega fa quello che chiede la gente e la gente con il suo voto alle elezioni ha detto chiaramente che la moschea non la vuole, premiando un programma che non la prevedeva. Non facciamo passi indietro e non riteniamo accettabile l’ordine del giorno perché la nostra fiducia va tutta all’attuale amministrazione che è stata scelta per governare e per risolvere anche questo problema. I capigruppo non potrebbero dare alcun contributo ulteriore.
Anche Ugo Liberi del Pdl ha ribadito che l’amministrazione si sta occupando regolarmente del problema e non c’è bisogno di coinvolgere anche i capigruppo.
L’ordine del giorno del Pd è stato quindi messo ai voti. Hanno votato a favore il gruppo del Pd e la lista civica Sassuolo con Pattuzzi. Contraria l’intera maggioranza (Pdl, Lega Nord, Lista civica Per Sassuolo) e il sindaco. L’ordine del giorno non è stato quindi approvato.
A seguire sono stati trattati unitariamente, con assenso dei proponenti, due ordini del giorno riguardanti entrambi il gruppo Ceramiche Marazzi, il suo piano industriale e la possibile messa a rischio dei posti di lavoro per circa 300 dipendenti in seguito alla chiusura di due stabilimenti, a Sassuolo e Iano.
Il primo ordine del giorno è stato presentato dal consigliere Stefano Bargi per la lega Nord. Ci sentiamo vicini alle famiglie e ai lavoratori che vedono il posto di lavoro a rischio. Riteniamo grave la decisione di chiudere gli stabilimenti di Sassuolo e Iano e di mettere in difficoltà le persone che hanno contribuito a rendere speciale il prodotto ceramico dell’azienda. Invece di valorizzare il contributo delle maestranze si sceglie una soluzione penalizzante per chi ha dato anni di attività all’azienda. Esprimiamo solidarietà per tutti i lavoratori coinvolti e invitiamo l’azienda a tornare sui suoi passi e la giunta a mettere in campo le iniziative adeguate in accordo anche con Confindustria Ceramica al fine di rilanciare relazioni industriali tese a un lavoro comune a favore del settore e per l’apertura del confronto.
Sandro Morini del Pd ha invece presentato l’altro ordine del giorno dedicato allo stesso tema. Fortunatamente la situazione si sta evolvendo, ha detto, e il dialogo non è chiuso. Certo, si tratta di un altro duro colpo che la crisi assesta alla nostra industria ceramica, crisi partita a inizio anno con il clamoroso annuncio di chiusura da parte di Iris ceramiche. Qui siamo in una situazione diversa, c’è un piano industriale pesante ma che include anche elementi di novità e sviluppo. E’ necessario capire un problema complessivo: questo distretto è passato in pochi anni da una produzione di 600 milioni di metri quadrati a 460 e potrebbe scendere a 400. Calano per forza le maestranze mentre aumenta sensibilmente il magazzino. L’impatto di questa situazione sulla forza lavoro sarà certamente drammatico, siamo aggrappati alla cassa integrazione ordinaria o in deroga e sappiamo che quando le 52 settimane previste per questo aiuto finiranno, la situazione si farà molto critica. In questa situazione possiamo, come politica locale, evitare di dare false speranze, facendo molta attenzione a ogni dichiarazione; lavorare con la stessa Marazzi per ottenere obiettivi strategici che includano un impegno futuro in ricerca e sviluppo; ripensare il ruolo del Tecnopolo che al di là delle questioni su muri e denaro serve a coinvolgere la Regione con le sue risorse e a valorizzare aziende che hanno ancora una leadership tecnologica indiscussa, come dimostrano i passi innovativi compiuti in questi giorni da diverse imprese del comprensorio.
Sul tema è intervenuto anche il sindaco Luca Caselli: lo stesso giorno in cui è cominciato lo sciopero alla Marazzi, ha detto, ho telefonato all’assessore regionale Campagnoli. Credo che in queste situazioni e su questi temi una collaborazione istituzionale e il ricorso a tutte le forze in campo sia giusto e necessario. Domani (mercoledì) pomeriggio ci sarà in Regione una riunione su questo tema alla quale sarò presente, così come è mia intenzione essere presente in ogni sede e per ogni situazione che riguarda le nostre imprese e i nostri lavoratori. Da punti di vista e analisi differenti, entrambi gli ordini del giorno presentati mi sembrano condivisibili e auspico quindi un voto condiviso, importante anche come segnale all’azienda e ai lavoratori.
Giorgio Barbieri, assessore ai servizi sociali ma anche lavoratore Marazzi e storicamente coinvolto nella rappresentanza sindacale aziendale, ha ricordato che spetta proprio al sindacato con una grande trattativa salvare quanti più posti di lavoro possibile. L’interessamento della politica è positivo, ha detto, ma non deve interferire eccessivamente. In passato proprio la politica è stata fonte di divisioni nel sindacato che non hanno giovato ai lavoratori. A Sassuolo abbiamo la capacità di risolvere questi problemi. Credo però che non sia il nome Marazzi a tenere questi comportamenti. Il nostro datore di lavoro e la famiglia sassolese da sempre tengono all’azienda e alla città, avrebbero agito diversamente. Temo che il gruppo sia dominato dai fondi finanziari, che prendono decisioni diverse, ma dobbiamo lavorare e tenere duro per mantenere impiegata più gente possibile.
Graziano Pattuzzi del Pd ha ribadito la disponibilità del gruppo a un ordine del giorno condiviso, sgombrando però il campo da equivoci e posizioni contrapposte. Siamo di fronte a un pesante piano industriale, ha detto, che discende da una necessaria riduzione della capacità produttiva a causa della contrazione del mercato. Dobbiamo prendere atto che è finito un periodo e se ne apre un altro in cui intere fasce di lavoratori saranno chiamate a maggiore mobilità, magari anche a lavorare all’estero. Del resto proprio i gruppi che hanno dimensione internazionale e stabilimenti dove potrebbe cominciare la ripresa, sono quelli che riescono ancora a tenere il passo. Io auspicavo questa evoluzione anni fa, per il bene del distretto stesso, e credo ancora che sia la strada giusta. Sono d’accordo sulla necessità di lasciar lavorare i sindacati. Noi come politici dobbiamo contribuire a spingere perché si vada verso un accordo.
Massimo Benedetti del Pdl ha puntato l’obiettivo su quello che la politica locale può fare per agevolare le imprese nella fase critica. Per esempio uno dei punti penalizzanti per le nostre aziende riguarda le carenze infrastrutturali, ha detto, e quindi è più che mai necessario unire gli sforzi per la bretella; allo stesso modo se parliamo della necessità della formazione non possiamo poi veder sparire i finanziamenti per il completamento del liceo Formiggini. Possiamo poi lavorare sugli sgravi fiscali e sugli aiuti alle famiglie bisognose e contemporaneamente sulla riduzione degli sprechi all’interno della macchina amministrativa. Utilizzare i fondi eventualmente recuperati per aumentare le quote di contributo a consorzi fidi e cooperative di garanzia. Anche la ricerca è un obiettivo importante ma bisogna favorire la vera ricerca evitando carrozzoni che non vanno incontro alle necessità reali di chi produce.
Antonio Caselli del Pd ha fatto notare che una crisi così lunga rischia di vedere la fine degli ammortizzatori sociali prima del tempo necessario. L’intervento della politica e in particolare del governo deve servire a questo, ha detto, ad allungare i tempi per far fronte a questa crisi anomala rispetto alle altre già vissute. Inoltre le misure devono essere estese da chi ha il posto fisso a tutte quelle fasce precarie che perdendo il lavoro si troveranno senza alcun tipo di tutela. Per questi aspetti la politica è centrale, mentre concordo sul fatto che la trattativa Marazzi è sindacale. Ma riguarda anche tante persone che sono già fuori dalla trattativa, perchè con situazioni lavorative non tutelate ed escluse dagli aiuti.
Ugo Liberi del Pdl infine ha proposto di apportare alcune piccole variazioni ed emendamenti agli ordini del giorno in modo da arrivare a un voto condiviso. La seduta è stata brevemente sospesa per favorire la rielaborazione dei documenti.
Al rientro del consiglio comunale sono stati messi in votazione gli emendamenti apportati che sono stati approvati all’unanimità.
Quindi è stato messo ai voti l’ordine del giorno presentato dal consigliere Bargi per la Lega Nord, approvato all’unanimità.
Infine è stato messo ai voti l’ordine del giorno del consigliere Morini per il Pd, approvato all’unanimità.
L’ultimo punto della serata ha riguardato un ordine del giorno a firma dei consiglieri Ugo Liberi e Biagio Antonio Santomauro, riguardante il gemellaggio Sassuolo-Irsina.
Santomauro ha illustrato il documento che prende atto dell’esistenza del gemellaggio e dei continui scambi istituzionali, che negli ultimi anni si sono anche intensificati. In particolare dopo l’ultima visita, ha detto il consigliere, si è considerata la possibilità di ampliare ulteriormente gli ottimi rapporti istituzionali. L’ordine del giorno impegna quindi l’amministrazione a studiare l’opportunità di fornire tangibile assistenza tecnica per le amministrazioni gemellate, ottimizzando l’utilizzo delle competenze appartenenti alla struttura comunale e ad inviare l’ordine del giorno per conoscenza anche al Comune di Irsina e alla provincia di Matera.
Susanna Bonettini del Pd ha riconosciuto l’importanza di questo gemellaggio, per la forte presenza irsinese sul territorio di Sassuolo. Ha quindi proposto alcuni emendamenti che hanno ampliato la proposta dell’ordine del giorno e il quadro delle possibili iniziative comuni da intraprendere per intensificare il rapporto di gemellaggio.
Il sindaco Luca Caselli ha ricordato il suo recente viaggio a Irsina per il gemellaggio e di aver apprezzato l’iniziativa comprendendo il forte legame fra molti cittadini sassolesi e questa terra. Ha quindi giudicato opportuni gli emendamenti proposti.
Andrea Lombardi del Pd, anche come figlio di irsinesi, ha dato la sua approvazione a questa come ogni altra attività in grado di fornire un’integrazione sempre migliore sul nostro territorio.
L’assessore Claudio Casolari ha voluto ricordare le figure di don Ercole Magnani e don Alfonso Ugolini, che negli anni della forte immigrazione a Sassuolo dal sud sono stati fondamentali per favorire l’integrazione.
Ugo Liberi del Pdl ha dichiarato di accettare a nome del gruppo gli emendamenti proposti dalla consigliera Bonettini. Questa è un’ottima occasione, ha detto, per aumentare ancora la vicinanza tra le due comunità di Sassuolo e Irsina.
Susanna Bonettini infine ha ringraziato la maggioranza per aver accolto gli emendamenti proposti. Un ordine del giorno approvato in forma unitaria, ha detto, è un bel segnale anche per l’amministrazione di Irsina alla quale verrà inviato.
Sono stati messi ai voti gli emendamenti proposti dalla consigliera Bonettini per il Pd, approvati all’unanimità.
Infine è stato messo ai voti l’ordine del giorno dei consiglieri Liberi e Santomauro emendato, approvato all’unanimità.