violenza_donneE’ ancora in stato vegetativo la donna di 23 anni originaria del Bangladesh, residente a Bologna, trovata riversa a terra priva di sensi la sera del 22 maggio in via Pezzana, zona San Donato, dopo il pestaggio a cui l’aveva sottoposta il marito, I.H., un connazionale di 34 anni, che era stato arrestato un paio di settimane dopo dalla polizia per lesioni personali gravi e maltrattamenti in famiglia. Ma ora per lui l’accusa potrebbe cambiare in tentato omicidio. Il pm Maria Gabriella Tavano nei giorni scorsi aveva dato la delega alla polizia di sentire la giovane donna, madre di due bambini, pensando che si fosse ripresa, ma gli agenti non hanno potuto fare altro che constatare che la ventitreenne si trova ancora in coma. Il pm ha affidato una nuova consulenza medico-legale a Giuseppe Fortuni per constatare ufficialmente le condizioni della ragazza. Lo stesso medico aveva fatto una consulenza nei giorni immediatamente successivi alle botte.

Quella sera, il 22 maggio, come in altre occasioni, la donna era andata a recuperare il marito in un bar della zona dove era solito ubriacarsi. Ma lui l’aveva malmenata e gettata a terra. Battendo la testa contro il marciapiede, la giovane aveva riportato un trauma cranico molto grave. La giovane era stata soccorsa da un passante, un algerino, che l’aveva vista cadere e aveva anche incrociato per un attimo un uomo, che aveva detto di essere il marito e si era subito allontanato. La testimonianza del nordafricano e della commerciante cinese che gestisce il bar dove l’uomo andava a bere si erano rivelate molto utili alle indagini e all’identificazione del marito.

Per sfuggire alla cattura, l’uomo si era rifugiato a Castiglione della Pescaia, nel grossetano, dove da pochi giorni aveva trovato lavoro come cameriere in una pizzeria. Ma grazie ad alcune intercettazioni telefoniche, la polizia l’aveva rintracciato. In almeno due occasioni nel 2008, la giovane era finita all’ospedale con il naso fratturato e altre contusioni, ma raccontando di essersi fatta male cadendo. In realtà, secondo quanto riferito dai genitori, a ferirla è sempre stato il marito, ma lei non lo aveva denunciato. Alla fine del 2008 aveva deciso di lasciarlo, poi era tornata a casa, probabilmente per non separare i due figli piccoli dal padre.