“La proposta che fa la Lega di modifica dell’accesso alle graduatorie – privilegiando nel punteggio la residenza a Modena da almeno 10 anni – escluderebbe coloro che, sia italiani che stranieri, sono a Modena per motivi di lavoro e quindi si trovano in condizioni di maggiore difficoltà e di maggiore disagio. La Lega spinge all’immobilità geografica ed è lontana dalla realtà dei fatti”. Così il consigliere comunale Stefano Rimini.
“Accettando questo criterio di assegnazione avrebbe più punti di partenza un figlio di papà che vuole scappare di casa che un operaio che si sposta per ragioni di lavoro da un comune diverso da quello di residenza. Sarebbe infine corretto dare i dati complessivi sull’edilizia residenziale popolare, che dimostrano che quanto afferma la Lega sulla penalizzazione degli italiani nelle case popolari è falso. Gli alloggi di edilizia popolare disponibili a Modena sono 2600, di questi il 12 per cento è occupato da stranieri (a fronte del 12,7 per cento di stranieri residenti a Modena). Inoltre a Modena solo 33 alloggi sono assegnati a stranieri che hanno la residenza da meno di cinque anni. Infine, va detto che l’80 per cento dei modenesi è proprietario di un immobile, quindi non ha i requisiti per l’accesso alla casa popolare, che è una misura assistenziale. I numeri e i dati sono questi: non si capisce dove sia la penalizzazione degli italiani nell’accesso alle case popolari. Il Pd in consiglio comunale ritiene che il problema dell’assegnazione sia legato ai limiti di reddito e su questo chiede di aprire una discussione con la Regione. Abbiamo presentato per questo un ordine del giorno – conclude Stefano Rimini – chiedendo una variazione dei limiti di reddito necessari per il decadimento del diritto agli alloggi popolari, tenuto conto che il limite attuale (51 mila euro ISEE) risulta troppo alto, soprattutto in tempo di crisi”.