“Siamo delusi e preoccupati, perché dei tanti agenti di polizia penitenziaria promessi al carcere di Sant’Anna a Modena, alla fine ne sono arrivati solo 4, 3 uomini e 1 agente donna” hanno detto stamattina in conferenza stampa i rappresentanti dei Sindacati di Polizia Penitenziaria di Fp/Cgil, Uil/Polpen, Sinappe e Cnpp.
“Le notizie che si rincorrono da quest’estate da parte di forze politiche prima, e di qualche altro sindacato poi, non trovano fondamento – confermano i sindacalisti – poiché degli sbandierati 41 nuovi agenti (di cui 30 entro ottobre e 11 a gennaio 2010), ridotti a 31 pochi giorni dopo, sono solo 4 i nuovi agenti che effettivamente arrivano a Sant’Anna inottobre e, visto questo ridimensionamento, i sindacati cominciano a nutrire grandi dubbi sull’invio di altri 21 agenti all’inizio dell’anno prossimo”.
I 4 nuovi agenti andranno ad aggiungersi ai 145 attualmente in servizio a Sant’Anna, di cui solo 73 addetti alla vigilanza diretta dei detenuti (divisi in tre turni di 8 ore), 28 impiegati nel trasporto detenuti (per cure e udienze). Questi sono i lavoratori che devono vigilare su 550 detenuti. Invece l’organico previsto sarebbe di 226 unità per una popolazionecarceraria di 220 detenuti. La realtà è ben lontana dalle regole visto, tra l’altro, che dei 150 detenuti che dovevano essere trasferiti, solo 48 erano stati spostati, ma già rimpiazzati con 50 nuovi ingressi !!!
Carenze di organico e sovraffollamento dei detenuti affliggono anche gli altri due istituti di pena modenesi. In una struttura fatiscente come quella di Saliceta san Giuliano sono presenti 109 detenuti, sorvegliati da38 addetti (compreso il Comandante) “mentre per garantire una sorveglianza sicura – sostengono i sindacalisti – ne occorrerebbero circa 50”.
Nella casa di reclusione di Castelfranco Emilia si mescolano 131 internati (ancora sottoposti a misure di sicurezza in quanto socialmente pericolosi) con 18 detenuti a custodia attenuata (generalmente tossicodipendenti accusati di reati minori). In tutto 149 reclusi, mentre la capienza dell’istituto è di 82 unità. L’organico, senza il sovraffollamento, prevede 59 agenti (di cui 4 donne), mentre in servizio vi sono attualmente 39 agenti con una carenza reale di almeno 20 unità solo rispetto alla sorveglianza di 82 detenuti !!! La mancata separazione tra internati e detenuti a custodia attenuata, favorisce una contaminazione tra delinquenti abituali e detenuti meno pericolosi.
“Il sovraffollamento – spiegano delegati di Polizia penitenziaria e sindacalisti – riduce notevolmente gli spazi all’interno delle camere detentive, al punto che al reparto prima accoglienza di Sant’Anna (detenuti appena arrestati o che provengono da altri carceri) si è costretti ad ubicare 4-5 detenuti in 9 metri quadrati circa, generando tensione, aggressività, insofferenza alle regole”.
I sindacati denunciano fra le cause del sovraffollamento, alcune leggi come la “Cirielli” (che prevede la detenzione in caso di recidiva di reati comuni) e la Fini-Giovanardi (che ha eliminato la dose di stupefacenti giornaliera per uso personale) che ingolfano il sistema penitenziario con detenuti che devono espiare da 1 a 4 mesi, mentre potrebbero espiarli con le detenzioni domiciliari.
A Saliceta e a Castelfranco si assiste ad una forte restrizione nella concessione di licenze e libertà vigilata da parte del Magistrato di sorveglianza dopo una ispezione avviata dal C.S.M. conseguente ad un omicidio commesso a Pescara alcuni mesi fa da un internato di Castelfranco. A causa dei forti tagli alle risorse economiche, non si riesce a fare manutenzione ai fabbricati trascurando l’impiantistica idraulica elettrica, mentre sono ormai fuori uso gli impianti di videosorveglianza e i sistemi di sicurezza passiva. I mezzi per il trasporto detenuti hanno circa 20 anni e tantissimi chilometri (da 150.000 a 350.000), ma a causa dei tagli non si fanno più i necessari e obbligatori controlli di affidabilità, e le compagnie petrolifere erogano con fatica il carburante, considerati i notevoli debiti contratti dall’Amministrazione Penitenziaria.
Da un punto di vista dell’assistenza sanitaria ai detenuti, da quest’anno in carico al servizio sanitario nazionale, Sant’Anna dispone di un buon presidio medico e paramedico funzionante 24 ore, mentre problemi si hanno nelle due case di lavoro. Qui infatti il presidio medico non è presente 24 ore su 24, gli ambulatori sono fatiscenti, e gli internati di questi due istituti sono inviati in visita a qualsiasi ora presso le strutture sanitarie esterne. In questo modo è ulteriormente impegnato il personale della casa di Sant’Anna che è preposto al trasporto di tutti i detenuti della provincia.
Per i Sindacati occorre inoltre gestire le occasioni per il trattamento per i detenuti – fondamentale per il loro percorso riabilitativo e di reinserimento sociale – con maggior sicurezza, perché non bisognadimenticare che un carcere sicuro è garanzia di sicurezza per la città. E non bisogna in nessun modo sottovalutare, come avviene a Sant’Anna, il fatto che vi siano, fra gli altri, anche esponenti della criminalità organizzata, che cercano in tutti i modi di mantenere contatti con il mondo esterno per continuare ad esercitare la loro attività criminosa. La recente operazione “Medusa”, resa possibile anche grazie alla collaborazione e alla professionalità degli agenti di polizia penitenziaria, ne è la dimostrazione.
La denuncia dei Sindacati prosegue anche per le notevoli difficoltà di relazione tra gli agenti e i due direttori di Saliceta e Sant’Anna, dove non di rado si sono registrate violazioni contrattuali e atteggiamenti antisindacali denunciati anche al Giudice del lavoro. Serve una risposta adeguata alle numerose denuncie dei Sindacati da parte degli organi superiori dell’Amministrazione Penitenziaria, una risposta che si attende con fiducia anche dopo l’incontro di ieri con il Provveditore Regionale che è stato sensibilizzato sulla criticità della conduzione dei due istituti Modenesi e che ha manifestato attenzione alle denuncie dei Sindacati.