Il 19 novembre 2005 gli è stata asportata la vena safena dalla gamba sinistra, ma in realtà l’uomo, 58 anni di Vignola, Tiziano T., si era fatto ricoverare per un’ernia inguinale. A quasi quattro anni dal presunto grossolano errore in sala operatoria, il paziente chiede ora un risarcimento e, assistito dall’avvocato Fausta Valdiserra, lamenta la lentezza della Giustizia nell’attribuire le responsabilità dell’accaduto.
Tiziano T., di professione metalmeccanico e prossimo alla pensione, era finito in sala operatoria in una clinica convenzionata con l’Ausl di Modena. Al risveglio dopo l’intervento si è accorto che il chirurgo non aveva asportato l’ernia dolorosa che lo faceva soffrire da tempo, ma una vena varicosa che, a suo dire, non necessitava affatto di operazioni.
Per l’esito dell’operazione il cinquantottenne ha fatto causa al medico che l’ha operato e all’Ausl. Dopo aver acquisito perizie di esperti, il sostituto procuratore di Modena Giuseppe Tibis ha di recente ottenuto il rinvio a giudizio per lesioni colpose di E.C., il chirurgo accusato di aver sbagliato obiettivo dell’operazione. Il processo inizierà il 26 gennaio dell’anno prossimo.
”Ma la causa civile è ancora lontana da una conclusione – fa presente l’avvocato Valdiserra – con le singole parti che non riescono ad accordarsi e hanno reso necessario un’istruttoria. E un risarcimento sembra ancora più distante per il mio paziente. Se non in questi casi, quando si dovrebbe decidere per un rimborso rapido?”
L’operato si è poi affidato a un’altra struttura, nel 2006, per essere operato di ernia. ”Ma sono dovuto rimanere a letto 40 giorni dopo l’operazione non dovuta alla gamba, e ho anche iniziato a soffrire di depressione per quanto mi è capitato”.
Il legale dell’uomo fa anche presente che ”l’asportazione della vena, come stabilisce una perizia che abbiamo commissionato, comporta la compromissione della piena funzionalità della gamba”. L’avvocato ha chiesto un risarcimento di 70 mila euro per il presunto errore medico.